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Casa. A Roma il pasticcio di via Osoppo: “Palazzo per studenti, sfrattano 20 famiglie”

Si tratta di alloggi di servizio con canoni calmierati, che ora il ministero intende riconsegnare all'Agenzia del Demanio per ottemperare ad un regio decreto del 1937, in cui si legge che l'intera area deve essere riservata "alla costruzione delle sedi delle Facolta' di ingegneria, architettura, economia e commercio e magistero" dell'Universita' La Sapienza

Pubblicato:06-10-2015 12:00
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:36

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ROMA – Entro il 31 dicembre di quest’anno Marisa, vedova di 80 anni che accudisce la sorella novantenne e affetta da Alzheimer, dovrebbe lasciare la casa che abita dal ’44, quando il papa’, usciere dell’allora ministero dei Lavori Pubblici, ne ottenne l’assegnazione per se’ e la sua numerosa famiglia. Ma l’incubo dello sfratto non riguarda soltanto Marisa e sua sorella: dopo averci vissuto per decenni, tutte le 20 famiglie residenti in questo stabile demaniale assegnato loro dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti in via Osoppo, tra via del Policlinico e viale dell’Universita’, a pochi passi dall’Universita’ La Sapienza di Roma, sono state invitate a restituire le chiavi degli alloggi entro la fine dell’anno. Moltissimi sono gli anziani – in alcuni casi ultraottantenni – e diversi gli invalidi: nessuno di loro sa dove andare.

via osoppo

Erano gli autisti del dopoguerra o comunque impiegati del ministero, un paio ci lavorano ancora. Si tratta infatti di alloggi di servizio con canoni calmierati, che ora il ministero intende riconsegnare all’Agenzia del Demanio per ottemperare ad un regio decreto del 1937, in cui si legge che l’intera area deve essere riservata “alla costruzione delle sedi delle Facolta’ di ingegneria, architettura, economia e commercio e magistero” dell’Universita’ La Sapienza. In effetti, sono anni che La Sapienza prova ad entrare in possesso di quest’area ritenuta “di particolare pregio” e “in posizione strategica”, come si legge in diverse delibere del consiglio di amministrazione. Anzi, l’universita’ ha anche pianificato e progettato la trasformazione di queste case e la conseguente riqualificazione, cambiando pero’ idea di volta in volta. Nel marzo 2013 si pensava alla costruzione di un parcheggio per circa 616 posti auto. Nel giugno 2014 l’ipotesi progettuale e’ quella di un polo museale didattico, chiamato “porte aperte”. L’ultima intenzione in ordine temporale e’ farci, sulla base di un probabile prossimo bando del Miur, alloggi per studenti fuori sede. Ma prima occorre risolvere il problema che tali immobili sono abitati e due anni fa La Sapienza e il ministero delle Infrastrutture aprirono anche un tavolo tecnico in proposito. Per la maggioranza degli inquilini di Via Osoppo sapere che le case che abitano da decenni non fossero del ministero nemmeno quando gliele ha consegnate, cambia poco la sostanza.


Rosa, che si muove solo con le stampelle e abita con il figlio, la nuora e la nipotina disabile, non riesce a farsene una ragione: “Ma veramente lo Stato italiano puo’ gettarci in mezzo alla strada?”. Gli fa cenno di si’, nel piccolo cortile comune, Gianfranco, disoccupato con moglie e bimbo di 15 mesi, che commenta: “Se ci buttano fuori, a me e alla mia famiglia non resta che mettere qua davanti la tenda”. (Carmela Cioffi per Redattore sociale)

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