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Presidio al centro sociale lgbt ‘Atlantide’ di Bologna, nessuno sgombero

Il collettivo lgbt Atlantide prepara le prossime mosse della sua battaglia contro il Comune. A cominciare dalla campagna virale "#atlantideovunque"

Pubblicato:06-10-2015 09:25
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:36

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atlantide1BOLOGNA – Nessuno sgombero per il centro sociale lgbt “Atlantide” di Bologna. Ma anche se le forze dell’ordine non si sono viste, un centinaio di persone sta comunque dando vita a un presidio davanti al Cassero di Porta Santo Stefano, tra cartelli, striscioni, canzoni e invettive contro il sindaco Virginio Merola e la Procura.  Il presidio si sta però svolgendo di fronte all’ingresso di Atlantide, davanti al circolo anarchico “Berneri”. Davanti alla porta di Atlantide, infatti, sono stati piazzati dei bicchieri pieni di liquido rosa. “Così- dicono i manifestanti- se vorranno sgomberarci dovranno sporcarsi le mani”. Anche se il tono del presidio è prevalentemente ironico, con i manifestanti che cantano alcune canzoni famose modificando i testi in chiave lgbt, non mancano slogan come “Contro Merola e Giorgetti (Ilaria, presidente del Quartiere Santo Stefano, ndr) orde di lesbiche e frocetti” e accuse contro il Comune, che sarebbe ormai “commissariato dalla Procura”. Nel mirino dei manifestanti c’è soprattutto il sindaco, che secondo i manifestanti “con le sue parole di ieri sulla ‘lobby gay’ ha fatto suo il linguaggio dei razzisti e degli estremisti di destra”.

Anche se per ora lo sgombero sembra scongiurato, da Atlantide fanno sapere che “la nostra resistenza continuerà”. Beatrice, rappresentante del collettivo lgbt, afferma infatti che “non c’è ancora un piano preciso di iniziative, ma di sicuro nei prossimi giorni lanceremo una campagna caratterizzata dall’hashtag #atlantideovunque”, per far capire che “anche se ci cacceranno dalla nostra sede, noi non scompariremo”. Atlantide incassa, ovviamente, anche la solidarietà di Arcigay. Il presidente bolognese dell’associazione Vincenzo Branà, oltre a definire il presidio di oggi “un bel modo di fare resistenza contro l’arroganza della politica”, fa sapere che “se Atlantide chiama, noi ci siamo”, mentre il presidente nazionale Flavio Romani si sofferma sulla definizione di “lobby gay” usata ieri da Merola, dicendosi “stupito negativamente da queste parole, anche perché vengono da un sindaco che è sempre stato vicino alla comunità lgbt”. Romani dice anche di “temere che dopo lo sgombero il Cassero vada ad aggiungersi alla lunga lista di immobili di proprietà pubblica che restano vuoti”, anche se auspica che la querelle con il Comune “si concluda positivamente”.

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Dopo il mancato sgombero di stamattina e il presidio davanti alla sede di Porta Santo Stefano a Bologna, il collettivo lgbt Atlantide prepara le prossime mosse della sua battaglia contro il Comune. A cominciare dalla campagna virale “#atlantideovunque”, con cui il collettivo vuole far sapere che, anche se verrà “cacciato” dalla sua sede storica, non scomparirà e continuerà a portare avanti la sua attività. Al termine della manifestazione, gli esponenti di Atlantide dichiarano infatti che “stiamo individuando i luoghi in cui metteremo i nostri striscioni con l’hashtag ‘#atlantideovunque’, e dopo li fotograferemo e pubblicheremo le foto sulla nostra pagina web e su Facebook”. Inoltre, per le 20.30 di questa sera è in programma un’assemblea pubblica “per organizzare le prossime iniziative”.

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