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Mamma Ruzza: “Mio figlio in casa famiglia sta male, il Tribunale dei minorenni si limita a chiedere informazioni alla struttura”

Vincenza Palmieri (presidente Inpef): "Il bambino ha una serie di problematiche che, insieme, possono rappresentare un rischio grave ed annunciato"

Pubblicato:06-09-2022 17:50
Ultimo aggiornamento:06-09-2022 17:50
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ROMA- “Dalla documentazione medica ricevuta dalla tutrice si apprende che il piccolo è affetto da una gengivite acuta, da una linfoadenopatia laterocervicale bilaterale e da muco e pus nelle orecchie, oltre che essere affetto da infiammazione delle alte vie respiratorie”. E’ passato oltre un anno da quando L., il figlio di Laura Ruzza, che soffre di diverse patologie tra cui l’epilessia e una patologia degli occhi che lo ha reso ipovedente, si trova in una casa famiglia vicino a Roma, dopo un prelevamento forzoso che lo ha tolto a sua madre, accusata di essere ostativa, e le sue condizioni di salute peggiorano continuamente. Lo riferisce la mamma coraggio in una lettera con cui lancia un appello affinchè suo figlio possa tornare a casa.
La tutrice delegata dal Sindaco di Roma- questa l’accusa lanciata dalla mamma– continua a delegare l’accompagnamento del bambino alle visite mediche ad educatrici della struttura comunitaria. Si tratta di un bambino con diverse patologie, fragile e che assume farmaci importanti, è indispensabile che ai sanitari incaricati venga fornita una storia medica completa ed esaustiva”.
Secondo Ruzza, al piccolo mancherebbe una “corretta igiene orale” e ora “è sottoposto ad una terapia antibiotica ed antinfiammatoria, con la speranza che la situazione possa migliorare. È evidente che linfoadenopatie e problemi gengivali si influenzano reciprocamente ed è evidente che l’infiammazione è molto forte. La gengivite trascurata conduce alla parodontite che poi porta alla caduta dei denti. Le infiammazioni gengivali/gengiviti sono pure causate da deficit nutrizionali e L.- ricorda ancora sua madre- mi raccontava di non mangiare in struttura, desiderava il cibo di casa, la cucina della sua mamma e dopo un anno ed oltre di ‘carcerazione forzata’ – come la chiama- ecco i risultati”, denuncia ancora la donna.

Mamma Ruzza si è recata presso il Tribunale per i minorenni, chiedendo con un’istanza urgente che il piccolo venisse sottoposto ad una visita medica collegiale nel contraddittorio delle parti. Il Tribunale romano, denuncia ancora la donna, “persevera e invece di disporre immediatamente la visita per valutare anche l’eventuale ricovero del bambino in una struttura ospedaliera dove sarebbe stato adeguatamente assistito e disporre l’immediato rientro presso la casa materna, si è limitato a richiedere alla casa famiglia informazioni”. Si chiedono approfondimenti nel merito degli “interventi effettuati a seguito del referto e delle prescrizioni dei sanitari dell’Ambulatorio specialistico dell’Ospedale Bambino Gesu’ del 13 agosto 2022 e, in particolare, in relazione alla gengivite acuta, precisando se sia stata effettuata la prescritta seduta di igiene orale, si chiede quali siano i presidi attualmente utilizzati per la soluzione del problema, nonché informazioni in ordine alla terapia antibiotica e con antinfiammatori prescritta dal Policlinico Universitario Umberto 1 il 18 luglio 2022 a seguito della visita otorinolaringoiatrica”.
“Il bambino ha una serie di problematiche che, insieme, possono rappresentare un rischio grave ed annunciato”, afferma la Prof.ssa Vincenza Palmieri, presidente dell’Istituto Nazionale di Pedagogia Familiare.
Per Palmieri, “L. ha estremamente bisogno delle cure materne. Le sue manifeste carenze non possono essere colmate da altre figure genitoriali o parentali in quanto il bambino necessita di chi è stato il suo primo tramite verso la vita, cioè sua madre e l’ambiente che lo ha accudito. Per riappacificarsi con la stessa vita e ritrovare serenità. Tale ingiustificabile assenza continua a mortificare il bambino che, a questo punto necessita urgentemente e per reale grave rischio evolutivo, del reintegro della figura materna e della sua rete familiare (anche i nonni)”, ha concluso.


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