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Tg Ambiente, edizione del 6 settembre 2022

Si parla di inquinamento dei mari; di montagne e clima; del caldo nel Mediterraneo; di incendi boschivi e prevenzione

Pubblicato:06-09-2022 15:46
Ultimo aggiornamento:06-09-2022 15:46

Tg Ambiente
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GOLETTA VERDE, FUORILEGGE 32% ACQUE MARI E LAGHI

Inquinato o fortemente inquinato quasi un campione di acqua su tre prelevato e sottoposto ad analisi microbiologiche. Lungo le coste di 18 regioni e in 37 laghi, il 32% dei campioni è risultato oltre i limiti di legge. In mare il 55% dei punti critici si concentra in foci di fiumi, canali e torrenti: tra mala depurazione e scarichi abusivi, il nostro Paese rimane un malato cronico. Questo il bilancio complessivo di Goletta Verde e Goletta dei Laghi 2022, le due campagne itineranti di Legambiente che monitorano lo stato delle acque costiere e lacustri. Oltre 200 volontari hanno prelevato 387 campioni d’acqua, sottoposti poi ad analisi microbiologiche, 124 dei quali risultati oltre i limiti di legge. Nei mari italiani in media è risultato inquinato un punto ogni 91 km di costa: dimostrazione, sottolinea Legambiente, del fatto che i pericoli di una cattiva o assente depurazione sono la principale minaccia per la salute dei nostri mari e che c’è ancora molto da fare per recuperare il deficit impiantistico e della rete fognaria.


MONTAGNE SENTINELLE DEL CLIMA, ALLARME FRANE E PERMAFROST

Le montagne sono le prime “sentinelle” in quanto anticipano e riflettono i segnali della crisi climatica globale. Ce ne accorgiamo da quanto avviene nella catena dell’Himalaya, soggetta a eventi estremi sempre più frequenti, i cui effetti investono un bacino abitato da centinaia di milioni di persone. Lo ricorda Paolo Bonasoni, dell’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Consiglio nazionale delle ricerche, l’Isac Cnr. Il fenomeno più significativo registrato dalla strumentazione installata sulla stazione Testa Grigia è quello dei trasporti, a 3.500 metri di quota, di Black Carbon, particolato e sabbie sahariane. Il deposito di queste sostanze di origine naturale e antropica sui ghiacciai riducendo l’albedo compromette la capacità di riflettere l’irraggiamento solare, che viene invece assorbito. E quindi concorre, assieme all’aumento delle temperature, allo scioglimento alla riduzione dell’estensione dei ghiacciai stessi. Ma l’aumento delle temperature fa crescere anche il rischio frane. E lo scioglimento del permaforst aumenta anche le concentrazioni di gas a effetto serra.

ONDATE CALORE MEDITERRANEO 2015-19, 50 LE SPECIE COLPITE

Tra il 2015 e il 2019 una serie di ondate di calore ha colpito tutte le regioni del bacino mediterraneo, provocando eventi di mortalità di massa in 50 diverse specie marine come coralli, spugne, macroalghe e anche pesci. Secondo una ricerca internazionale pubblicata sulla rivista ‘Global Change Biology’ cui ha partecipato l’Istituto per le risorse biologiche e le biotecnologie marine del Consiglio nazionale delle ricerche, l’Irbim-Cnr, questi fenomeni hanno interessato migliaia di chilometri di coste mediterranee, dal Mare di Alboran sino alle coste orientali, tra la superficie e i 45 metri di profondità. “Purtroppo, i risultati del lavoro mostrano per la prima volta un’accelerazione degli impatti ecologici associati ai cambiamenti climatici, una minaccia senza precedenti per la salute e il funzionamento dei suoi ecosistemi”, avverte Carlo Cerrano, dell’Università Politecnica delle Marche. “Dall’eccezione alla norma, la crisi climatica sta colpendo gravemente gli ecosistemi marini di tutto il mondo e il Mediterraneo è un hotspot di particolare rilievo”, aggiunge Ernesto Azzurro, ricercatore del Cnr-Irbim.

UE IN CAMPO CONTRO INCENDI, NUOVO STRUMENTO DI ANALISI

Quest’estate l’Unione europea ha mobilitato aerei, personale ed elicotteri antincendio, attivando il meccanismo di protezione civile e RescEU, per aiutare gli Stati membri e i paesi vicini a combattere incendi boschivi dagli effetti devastanti. La Commissione Ue, inoltre, ha realizzato la prima valutazione paneuropea del rischio di incendi boschivi – Wildfire Risk Assessment -. Il nuovo strumento fornisce dati armonizzati e permette una valutazione comparabile dei rischi di incendio boschivo nei paesi della regione paneuropea. Lo strumento aiuterà i paesi della regione paneuropea a proteggere vite e ambienti rurali. Avvalendosi dei dati degli ultimi 20 anni, lo strumento, frutto della collaborazione tra la Commissione e specialisti antincendio di 43 paesi, offre una panoramica dei rischi strutturali fornendo una soluzione alla diversità dei metodi di valutazione degli incendi applicati per diversi territori, cosa che di per sé può costituire un ostacolo alla valutazione dei rischi, soprattutto nel caso di incendi transfrontalieri che coinvolgono più paesi. A livello nazionale lo strumento può aiutare i governi e le autorità preposte alla gestione delle catastrofi a integrare gli indicatori di valutazione dei rischi nei piani di prevenzione, mitigazione e preparazione, aspetto particolarmente importante per i paesi a rischio di incendio.

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