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Università, la ministra Messa: “Ripartiamo in presenza con responsabilità”

La ministra esorta i giovani a "ricominciare a frequentare e vivere aule, spazi comuni, mense e residenze". E critica i no vax: "Provocazioni fini a se stesse"

Pubblicato:06-09-2021 09:02
Ultimo aggiornamento:06-09-2021 14:22

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ROMA – “Riapriamo gli atenei in presenza con regole dettate da un principio di responsabilità solidale. L’obiettivo è riappropriarci della socialità della prossimità, di una più ampia libertà relazionale così ridotta durante i mesi della pandemia”. Così la ministra dell’Università e della Ricerca, Maria Cristina Messa, aprendo la cerimonia per l’inaugurazione dell’anno accademico 2021/2022 dell’Università di Pavia alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. E proprio il Capo dello Stato ha definito “inaccettabile il divario fra il numero di laureati nel nostro Paese e la media europea“.

“CURIOSO E IMBARAZZANTE SE UNIVERSITÀ DIVENTA LUOGO DEI NO VAX”

Occorre ricominciare a frequentare e vivere le biblioteche, le aule, i laboratori, gli spazi comuni, le mense e le residenze“, ha proseguito Messa, che poi è intervenuta sul tema della campagna vaccinale: “Sarebbe curioso, se non imbarazzante, che tutto questo venisse rallentato o addirittura ostacolato e che proprio nelle comunità universitarie trovassero accoglienza e credito fake news o teorie negazioniste sui vaccini o sulla gestione delle fasi emergenziali e post emergenziali. Un conto è il dissenso critico frutto del mondo scientifico, altro la provocazione fine a se stessa: lo spirito critico, per restare tale, deve essere libero da pregiudizi e da preconcetti”.

“L’UNIVERSITÀ SIA AL CENTRO DELL’AZIONE POLITICA”

L’università deve essere un ponte da attraversare, un passaggio con cui i giovani accedono a professioni, lavori, carriere – ha aggiunto la ministra Messa – È il luogo della produzione e della organizzazione di conoscenza e della densità culturale con cui si vive il presente. Ed è, dovrebbe essere, tanto altro ancora: ascensore sociale, presidio di civiltà e civismo, palestra di democrazia. È chiaro che per esercitare tali azioni l’università deve essere al centro dell’azione politica e dell’interesse sociale. Deve, anche, poter ripensare se stessa liberandosi da visioni burocratiche, da un’autonomia priva di responsabilità, da strategie senza sostenibilità”.


“INTERVENIRE SULLE NORME CHE REGOLANO GLI ATENEI”

La ministra dell’Università e della Ricerca conclude: “Occorre, contestualmente alla riapertura, costruire il nuovo presente degli atenei intervenendo significativamente, ma al tempo stesso chirurgicamente sulle norme: dal pre-ruolo al reclutamento degli organici; dal diritto allo studio alla valutazione; dall’offerta didattica al rapporto con i territori. La straordinaria disponibilità finanziaria, assicurata dal prestito comunitario ci impone di fare presto, bene, con responsabilità e lungimiranza“.

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