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A 95 anni è morto Robert Mugabe, leader controverso dello Zimbabwe

Fu deposto nel 2017 dopo 37 anni al potere. L'interrogativo: come ha potuto combattere per la liberazione africana e poi trasformarsi in un despota?

Pubblicato:06-09-2019 11:32
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:40

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ROMA – E’ morto Robert Gabriel Mugabe, presidente dello Zimbabwe per 37 anni, tra le figure più controverse dell’Africa. A darne notizia, il suo successore, Emmerson Mnangagwa, che in una serie di tweet ha ricordato il ruolo di Mugabe nella lotta per l’indipendenza del Paese dal dominio coloniale britannico, nel 1979, e quale “icona del movimento panafricanista”.

“E’ il padre della nazione. Ha dedicato la sua vita all’emancipazione e al riscatto del suo popolo”, ha commentato l’attuale capo di Stato, il secondo da quando l’ex Rhodesia si è affrancata dalla Corona inglese. Secondo la stampa internazionale, l’ex presidente è deceduto all’età di 95 anni in un ospedale di Singapore, dove era ricoverato da tempo. Ma nel fare un bilancio della vita di questo statista, ex insegnante, leader della guerriglia indipendentista, padre di 4 figli, si divide nei toni. E’ il ‘Guardian’ a suggerire la domanda su cui da tempo si interrogano in molti: come ha potuto Robert Mugabe essere leader del movimento di liberazione africana e un intellettuale con ben sette titoli accademici, che predicava la riconciliazione razziale tra i popoli anni prima che il mondo conoscesse Nelson Mandela, trasformarsi in despota. Vari partiti di opposizione, media e associazioni nello Zimbabwe hanno denunciato politiche volte a reprimere con forza il dissenso. Il presidente Mugabe fece molto per risanare l’economia del Paese, tuttavia col passare degli anni “abbracciò la dittatura e la tendenza a voler restare l’uomo solo al comando”, come ha commentato in una passata intervista al ‘Guardian’ Morgan Tsvangirai, leader del Movimento per il cambiamento democratico (Mdc). Secondo il politico, il “declino” di Mugabe è iniziato nel momento in cui ha perso il sostegno della popolazione, intorno agli anni Novanta. Da allora, “è divenuto un reazionario. Ha reagito alle istanze popolari facendo valere ciò che voleva lui”. 

Forti critiche attirarono in particolare le violenze seguite alle elezioni del 2008 contro i sostenitori dell’Mdc, il principale partito di opposizione. Le denunce di uccisioni, abusi e arresti arbitrari spinsero l’allora Segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-Moon, a esprimere “preoccupazione” per la crisi politica in corso. La parabola politica di Mugabe è terminata il 15 novembre del 2017, quando l’esercito ha mosso i carriarmati nella capitale Harare e circondato la dimora del presidente, costringendolo agli arresti domiciliari. Il colpo di stato è avvenuto senza particolari incidenti, perché dopo mesi di tensioni, Mugabe si era ormai alienato l’appoggio sia del suo storico partito, lo Zanu-Pf, che dell’esercito. I quotidiani africani spiegarono la sua deposizione con il fatto che Mugabe, ormai ultra-novantenne, avesse scelto la moglie Grace come suo successore al posto del vicepresidente Emmerson Mnangagwa, che godeva invece di maggior consenso. E’ stato Mnangagwa ad assumere la carica di presidente ad interim e ad organizzare le elezioni, svoltesi nel 2018. La prima tornata elettorale a cui Mugabe non ha partecipato ha fatto registrare un’affluenza record, di circa il 70 per cento, e Emmerson Mnangagwa ne è uscito vincitore.


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