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Uganda, torna ‘nyege nyege’: 4 giorni di pace, amore, musica elettronica

300 artisti al 'raduno underground più grande dell'africa orientale'

Pubblicato:06-09-2019 10:13
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:40
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ROMA – Per gli organizzatori e’ il piu’ grande evento annuale dell’Africa dell’Est, tutto centrato sulla musica elettronica. I giornalisti lo hanno definito “il miglior festival underground” e il “festival dei festival” del continente. Il ministro per l’Etica e l’Integrita’ dell’Uganda invece lo ha descritto come “una brutta cosa, di nome ‘Nyege Nyege'”.

Il festival Nyege Nyege, giunto alla sua quinta edizione, e’ destinato a far ballare migliaia di persone (fino all’8 settembre), e gia’ tanti appassionati di musica stanno arrivando in autobus a Jinja, seconda citta’ dell’Uganda, per partecipare.

In luganda, la lingua piu’ parlata dagli ugandesi, l’espressione ‘nyege nyege’ indica un’esigenza incontrollabile e improvvisa di muoversi, scuotersi o ballare. Per i promotori del ‘Nyege nyege’, generosi di maiuscole, il termine indica anche “PACE, AMORE e GIOIA in abbondanza, MUSICA UNDERGROUND e musicisti in AFRICA, africani o con un profondo interesse per la conoscenza del continente”.
Nato nel 2015, il festival arriva quest’anno alla sua quinta edizione, con 300 artisti in cartellone e migliaia di partecipanti attesi.


Il festival offre una vasta gamma di generi musicali: kuduro, kwaito, afro-house, hiplife, Tuareg rock, ‘cosmic synth’ dal Niger, Arab tech, Morrocan bass, zouk bass, soukous, balani, funana, trap Swahili e blues tigrino, ecco quelli elencati dal giornale di Kampala ‘The Observer’.

Oltre alla musica, il festival Nyege Nyege attira anche per la sua offerta gastronomica, che spazia dalla cucina cinese allo street food vegetariano.
Ieri intanto la polizia ugandese ha diffuso le sue linee guida sulla manifestazione, vietando “l’uso di droghe, atti di omosessualita’, sesso libero e altri atti considerati come immorali, perche’ la cultura ugandese e’ conservatrice”.

Inoltre, le forze dell’ordine hanno chiesto agli organizzatori di assicurarsi che il festival “non sia trasformato in un evento politico”.

L’anno scorso, il ministro dell’Etica e dell’integrita’ Simon Lokodo aveva deciso di vietare l’iniziativa, accettando solo all’ultimo momento un accordo con gli organizzatori.

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