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Malaria, “Priva di fondamento la responsabilità dei migranti”

Lo spiega il professor Aldo Morrone, direttore servizio Salute Globale dell'Ospedale San Gallicano di Roma

Pubblicato:06-09-2017 12:23
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:39

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ROMA – “Questo è un evento rarissimo ed eccezionale, sono vicino alla famiglia di questa bambina morta in modo quasi incomprensibile. La malaria è un problema serio nel nostro pianeta e lo dimostra il fatto che circa 250 milioni di persone nel mondo si ammalano di malaria e mezzo milione muoiono. Nel nostro Paese era stata eradicata, l’ultimo caso autoctono risale a circa 30 anni fa. Il contagio avviene solo attraverso la puntura di un particolare tipo di zanzara”. È il commento del professor Aldo Morrone, direttore servizio Salute Globale dell’Ospedale San Gallicano di Roma, sul caso della bambina di 4 anni morta a Brescia per malaria, rilasciato ai microfoni di Radio Cusano Campus.

“Difficile per i medici che l’hanno avuta in cura pensare alla malaria- prosegue Morrone- anche perché la bambina non proveniva da aree a rischio. In Italia ci sono le zanzare anofele ma non quelle che trasmettono la malaria, pur appartenendo alla stessa specie. A livello mondiale ce ne sono 400 specie, ma le pericolose sono meno di una trentina. In Italia quelle presenti non possono trasmettere la malaria anche grazie alle bonifiche e ai migliori sistemi di vita. Ci siamo preoccupati molto del movimento delle persone nel mondo, meno delle merci, quasi per nulla degli insetti e delle zanzare. Scientificamente priva di fondamento la responsabilità dell’immigrato in questa vicenda”.

Il pensiero corre intanto al ciclista Fausto Coppi, per il quale “non fu pensata la diagnosi di malaria- ricorda l’esperto- e quando fu pensata fu tardivo l’intervento terapeutico. Andò diversamente per il suo collega francese, che invece si salvò, perché l’Istituto Francese pensò potesse essere appunto malaria. Avremmo dovuto riflettere meglio- conclude- sul rischio della diffusione di questi microorganismi”.


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