NEWS:

Nord Corea, violenta inondazione causa morti e sfollati

All'origine del disastro ci sono le abbondanti piogge che hanno colpito la provincia di Hamgyong

Pubblicato:06-09-2016 13:40
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 09:02

FacebookLinkedInXEmailWhatsApp
Cina-Corea del nord

Cina-Corea del nord

ROMA – Una violenta inondazione in Corea del Nord ha ucciso nei giorni scorsi 60 persone e provocato almeno 44mila sfollati. Ne danno notizia le Nazioni Unite – subito riprese da varie testate giornalistiche internazionali – che hanno fatto loro quanto diffuso dall’Agenzia filo-governativa nordcoreana Kcna. Secondo quest’ultima, all’origine del disastro ci sono le abbondanti piogge che da fine agosto hanno colpito il nord della provincia di Hamgyong: per il Centro meteorologico nazionale, in appena quattro giorni sono caduti in media 300 mm di pioggia, provocando lo straripamento del fiume Tumen, che rappresenta anche il parziale confine naturale con la Cina e la Russia.

L’inondazione ha distrutto almeno 9mila edifici, 10 mila risultano compromessi, mentre 10mila ettari di terreno coltivato sono andati perduti. Il governo ha inoltre affermato che le comunicazioni e l’accesso alle aree colpite dal disastro e’ estremamente difficoltoso, e che servono aiuti immediati: cibo, acqua e medicinali prima di tutto. Nel paese, incidenti di questo genere non sono rari a causa della pratica di deforestare ampie prozioni di terreno per convertirle in zone agricole. La Corea del Nord e’ inoltre un paese particolarmente povero, perciò ne’ i privati ne’ le istituzioni locali hanno spesso le risorse per realizzare interventi di messa in sicurezza delle aree a rischio idrogeologico. Nel 2012, un’inondazione analoga ha ucciso 169 persone, mentre tra il 1994 e il 1998 una serie di abbondanti nubifragi seguiti da alluvioni hanno provocato una pesante carestia, che ha ucciso centinaia di migliaia di persone.


Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it