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ROMA – In Bangladesh il movimento degli studenti universitari “non accetterà” un governo “guidato dai militari” e propone Muhammad Yunus, “il banchiere dei poveri”, alla guida del governo di transizione, e, conferma, “lui ha accettato”.
Lo ha dichiarato in un video condiviso sui social media Nahid Islam, studente di sociologia di 26 anni, diventato tra i principali portavoce del movimento studentesco che ha animato il movimento di protesta in Bangladesh. Da giorni, i giovani hanno portato in strada migliaia di persone per chiedere riforme che risolvano disoccupazione, disuguaglianze e mancanza di opportunità per i giovani, in un paese che conta 170 milioni di abitanti.
In risposta alle pressioni sull’esecutivo, la prima ministra Sheikh Hasina – al potere da vent’anni – è fuggita in India, dove è stata accolta dal suo omologo e alleato Narendra Modi. L’esercito intanto ha proclamato un governo ad interim. Ma il movimento degli studenti universitari fa sapere che non intende lasciare il passo a una giunta militare e propone il medico Muhammad Yunus come primo ministro alla guida della transizione politica, verso nuove istituzioni democraticamente elette. Il banchiere, imprenditore, economista e filantropo ha ottenuto il soprannome di “banchiere dei poveri” per aver ideato il sistema del microcredito e della microfinanza, meccanismi utili a far uscire persone o comunità dalla povertà, e ciò gli è valso nel 2006 il Premio Nobel per la pace.
Stando alla testata locale Daily Star, è previsto per oggi un incontro tra esponenti dei militari e del movimento studentesco, che porteranno sul tavolo la proposta di incaricare Yunus di organizzare nuove elezioni. La testata pubblica anche un’intervista a Yunus, raggiunto telefonicamente a Parigi dove è ospite speciale del Comitato olimpico, in cui spiega i motivi per cui ha accettato l’incarico: “Quando sono stato contattato dagli studenti- ha detto- inizialmente ho rifiutato. Ho detto loro che avevo molto lavoro da finire. Ma gli studenti me lo hanno chiesto con insistenza“. L’economista ha proseguito spiegando perché ha deciso di cambiare idea: “Ho pensato che questi studenti hanno protestato così tanto, e hanno pagare moltissimo per questo. Se persone comuni possono sacrificarsi in questo modo, allora ho anche io una certa responsabilità. Quindi ho detto che avrei accettato“.
Intanto stamani è stato aggiornato a 104 il bilancio dei morti nelle proteste di ieri, stando a quanto affermato da polizia e fonti mediche. Ne danno notizia i media internazionali. Quella di ieri si conferma così come la giornata più sanguinosa.
Aumenta quindi a 409 il numero totale di vittime da quando sono scoppiate forti manifestazioni di protesta. A innescare la miccia contro il governo, il meccanismo di assegnazione di incarichi pubblici a familiari dei veterani della guerra di indipendenza.
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