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“Va mo’ a la pompa’, a Bologna il rifornimento si fa in dialetto

Nella stazione Eni di Via Emilia ponente la colonnina spiazza gli automobilisti

Pubblicato:06-08-2022 17:52
Ultimo aggiornamento:06-08-2022 17:52

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BOLOGNA – “Va mo’ a la pompa”. C’è chi resta interdetto, chi non capisce una parola, chi pensa a uno scherzo e si guarda attorno per vedere se è finito in una candid camera. E chi si fa un bella risata. Di sicuro fare rifornimento alla stazione di servizio Eni di via Emilia Ponente è per molti “un’esperienza”, perché la colonnina dei pagamenti parla in bolognese stretto. “Scrivi mo’ il pin sulla tasdeira e spindzer ‘l tast’ vert’ par confermer'”, è l’invito, un po’ perentorio, della voce femminile che guida gli automobilisti nei vari passaggi del rifornimento fai-da-te. Se poi il sistema ci mette un po’ a processare i dati della carta, la stessa voce ti ricorda: “Ma è lì che lavora, aspetta mo’”.

In realtà, quello del distributore di Santa Viola non è un caso isolato, ma è un inserito in progetto che coinvolge 1.700 Eni Live Station in tutta Italia: una babele con 100 idiomi locali diversi, compreso, dunque, anche il bolognese. “I clienti rimangono un po’ perplessi all’inizio, ma poi tornano a fare rifornimento per farsi due risate. Sta andando molto bene”, racconta il gestore, Francesco Riccio. “La prima volta che è successo pesavo ci fosse una telecamera nascosta a riprendere. È molto divertente”, certifica un avventore, Lorenzo da Bologna. “Ho capito non proprio tutto all’inizio, perché sembrava uno scherzo”, ammette divertito. Chi non mastica bene il dialetto locale, può stare tranquillo, perché si possono seguire le istruzioni sul display elettronico e alcuni passaggi sono anche tradotti. Inserito il bancomat, digitato il pin e scelta la pompa, tutto è pronto per il pieno. Occhi, però, è il momento di “caver la cherta” (estrarre la carta). 


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