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Mafia, a Palermo 18 fermi nel mandamento di Porta Nuova

Ricostruito l'organigramma dell'associazione. Tra le accuse anche traffico di droga

Pubblicato:06-07-2022 16:33
Ultimo aggiornamento:06-07-2022 16:33
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polizia
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PALERMO – Sono 18 gli indagati raggiunti da un decreto di fermo eseguito dai carabinieri di Palermo su delega della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Palermo. Gli indagati sono tutti ritenuti, a vario titolo, responsabili di associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, estorsioni e rapine aggravate dal metodo e dalle finalità mafiose. L’operazione, denominata ‘Vento’, è l’esito di una complessa attività d’indagine svolta in direzione del mandamento mafioso di Palermo – Porta Nuova.

L’OPERAZIONE VENTO

In particolare, spiega una nota dei militari, “le investigazioni del Nucleo Investigativo di Palermo, condotte attraverso articolate attività d’intercettazione audio/video e complesse attività di pedinamento, consentivano di: delineare l’organigramma del mandamento mafioso di Porta Nuova, individuando il soggetto ritenuto il reggente del mandamento, nonché altri sodali, sospettati di essere figure apicali e gregari qualificati delle famiglie di Porta Nuova e Palermo Centro; ricostruire un articolata associazione finalizzata al traffico di stupefacenti di ogni tipo (hashish, marijuana, cocaina, eroina e crack) gestita, in tutta la sua filiera (dalle fasi di approvvigionamento all’ingrosso allo spaccio al minuto sul territorio) dai vertici del mandamento mafioso, per alimentarne le casse.

Sono stati, infatti, fermati, i presunti capi di 6 ben piazze di spaccio, localizzate nei centralissimi quartieri del Capo, della Vucciria, di Ballarò e della Zisa (via dei Cipressi, piazza Ingastone e via Regina Bianca), capeggiate da elementi ritenuti organici a cosa nostra; acclarare 2 episodi estorsivi e 5 tentativi di estorsione in danno di imprenditori e commercianti del centro cittadino”. Infine, è stata dimostrata la “commissione di 2 rapine a mano armata, finalizzate a rimpinguare le casse del sodalizio”.


Il provvedimento pre-cautelare è stato emesso in via d’urgenza in quanto, ancora la nota dei carabinieri, “erano emersi chiari intendimenti di alcuni degli indagati di darsi alla fuga e, soprattutto, perché recentemente, in quel territorio, sono stati commessi gravi fatti di sangue, l’ultimo dei quali perpetrato lo scorso 30 giugno in danno di Giuseppe Incontrera, un soggetto ritenuto ai vertici della famiglia mafiosa di Porta Nuova”. Un fatto questo che avrebbe potuto “aumentare il rischio della commissione di delitti della medesima specie o di rafforzare la volontà degli indagati di darsi alla latitanza perché responsabili diretti o indiretti di tali omicidi o, comunque, per sottrarsi da eventuali ritorsioni”.

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