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Sabbadini al Summit W20: “Il ‘balzo’ globale lo faranno le donne”

Le fa eco la vicepresidente della Camera dei Deputati Spadoni: "Un Paese con meno discriminazione è un Paese migliore e anche con un Pil e una produttività più alti"

Pubblicato:06-07-2021 11:38
Ultimo aggiornamento:06-07-2021 13:33
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Maria Edera Spadoni summit w20
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Di Maria Carmela Fiumanò e Federico Sorrentino

ROMA – Il Summit del 13-14-15 luglio a Roma, Women 20, engagement group del G20 dedicato alla parità di genere, “sarà un Summit dai mille colori dove saranno presenti donne di tutte le estrazioni: donne scienziate, donne economiste, donne che lottano per i diritti della loro terra o delle loro tribù, donne che credono nel ruolo delle donne in rapporto all’ambiente. La rappresentanza sarà molto ampia perché questo W20 è diverso da quelli precedenti. L’obiettivo è quello di avere una nuova visione del mondo: le donne sono la metà del mondo, non sono una minoranza a cui dare briciole e parità, le donne devono essere valorizzate. Se non valorizziamo le donne il mondo non potrà crescere. Per questo chiediamo che le politiche cambino completamente paradigma, che si passi da un approccio di inclusione, che di solito si riserva alle minoranze, a un approccio di empowerment che punti sul protagonismo femminile a tutto tondo”. Lo dice Linda Laura Sabbadini Chair del W20, durante la conferenza stampa a Montecitorio ‘W20 – parità di genere ed empowerment femminile’ a cui hanno partecipato come relatrici anche la Coordinator del W20 Elvira Marasco e la Sherpa del W20 Martina Rogato su invito della vicepresidente della Camera dei Deputati, Maria Edera Spadoni.

Questo W20 – spiega Sabbadini – avviene all’indomani della della pandemia, è un W20 quindi che guarda al futuro e che non può più soffermarsi solo su alcune questioni fondamentali come le questioni economiche. Questo W20 dovrà affrontare ad ampio spettro la qualità della vita delle persone. Come W20 noi siamo convinte che per fare un vero e proprio balzo globale nel mondo sarà fondamentale mettere le donne al centro e alla testa di questo cambiamento. Durante la pandemia – sottolinea la Chair – le donne hanno svolto un ruolo fondamentale in tutti i Paesi, sono state pilastro della resistenza nei confronti del virus sovraccaricandosi di cura e di lavoro retribuito con l’utilizzo esteso dello smart-working che è stata una grande opportunità ma per tante si è anche trasformato in uno strumento di forte compressione sulle spalle delle donne”.


Nei tre giorni di Summit a Roma, continua Sabbadini, “vogliamo mettere al centro una nuova visione del mondo, la visione del mondo delle donne e fare in modo che il contributo delle donne sia finalmente centrale nella ricostruzione globale. Non può esserci sviluppo senza una forte valorizzazione dei talenti femminili, senza libertà femminile e senza libertà anche delle stesse bambine. Una parte del G20 sarà infatti dedicata al W20 delle bambine perché se le bambine non sono libere dagli stereotipi di genere, dai condizionamenti culturali e dai pregiudizi non riusciranno ad essere libere nemmeno da adulte“. Inoltre, “occorre ricentrare tutta la nostra sanità in un’ottica di genere: le sperimentazioni che vengono fatte sui vaccini e sui farmaci, la medicina tutta deve tener presente che uomini e donne sono diversi fisiologicamente e biologicamente. E così sulla violenza sulle donne e così sul lavoro”.

La crescita del contributo femminile “alla crescita del lavoro femminile – aggiunge la Chair del W20 – significherà aumento di Pil ma, come ha sottolineato anche il Fondo monetario internazionale, anche crescita della produttività, perché più aumenta la possibilità di valorizzazione di metà della popolazione, più si possono selezionare meglio gli stessi talenti, più i Paesi potranno andare avanti. E dopo la pandemia non possiamo non fare più i conti con questo”.

Insomma, “c’è bisogno di una strategia globale che metta al centro la persona con le sue caratteristiche fondamentali, soggettivizzandola: uomo e donna, bambino e bambina, anziano e anziana, donna disabile e uomo disabile. Quanto più riusciremo a dare una risposta globale su questo fronte tanto più potremo fare un grande balzo”.

Al summit saranno presenti tante figure internazionali e istituzionali anche italiane, tra cui, oltre a Spadoni, la presidente del Senato Elisabetta Casellati. “Noi ci auguriamo- conclude Linda Laura Sabbadini – che il W20 venga chiuso dal presidente del Consiglio Mario Draghi. Se i Governi guidati dalla presidenza italiana faranno una dichiarazione in cui mettono al centro realmente la parità di genere, attraverso la road map, sarà un grande balzo per tutto il G20, per il progresso del mondo e non soltanto per le donne”.

SABBADINI: “BENE IL GOVERNO DRAGHI SUL TEMA DONNE, ORA BISOGNA INVESTIRE SU QUESTE POLITICHE”

Il governo Draghi ha iniziato un percorso importante sul tema delle donne, il premier ha sottolineato più volte la necessità di risolvere la questione femminile dal punto di vista delle politiche. Se investirà di più, anche dal punto di vista del finanziamento di queste politiche, gli obiettivi potranno essere perseguiti con più forza. L’importante è stare dalla parte giusta” dice Sabbadini.

SPADONI: “L’UGUAGLIANZA DI GENERE NON È PROBLEMA ‘DI NICCHIA'”

ROMA – “In vista del Vertice dei Capi di Stato e di Governo del G20 è fondamentale definire una ‘road map’ comune per tutti i Paesi partecipanti per promuovere la partecipazione economica e l’imprenditorialità femminile. Ho impegnato il Governo in questo senso con una risoluzione votata all’unanimità in Commissione Affari esteri”. A dirlo è la vicepresidente della Camera dei Deputati, Maria Edera Spadoni, durante la conferenza stampa a Montecitorio ‘W20 – parità di genere ed empowerment femminile’ a cui hanno partecipato come relatrici Linda Laura Sabbadini Chair del W20, la Coordinator del W20 Elvira Marasco e la Sherpa del W20 Martina Rogato.

“Al momento il G20– sottolinea Spadoni- si trova ad avere la presidenza italiana, quindi è una grande opportunità per l’Italia ma è una grande opportunità anche a livello internazionale, perché ci troveremo a parlare con i ‘Grandi’ del mondo. È ovvio che all’interno del G20 sarà fondamentale parlare della questione femminile, del ‘gender gap’, della discriminazione e della lotta agli stereotipi. Questi sono temi purtroppo spesso messi in secondo piano e invece è necessario, soprattutto in determinati consessi, far sì che si parli di queste tematiche che devono essere affrontate perché in tutti i Paesi esiste la discriminazione di genere, in tutti i Paesi esiste la violenza di genere. È tema che non riguarda solo una particolare comunità ma riguarda il mondo intero. E finché ci sarà la discriminazione del 50% della popolazione mondiale è ovvio che ci saranno sempre delle perdite in termini di potenziale umano ma purtroppo anche in termini di vita“.

Maria Edera Spadoni summit w20

Nella risoluzione approvata due settimane fa in Commissione Esteri a Montecitorio, ricorda Maria Edera Spadoni, e che ha avuto l’unanimità dei gruppi, “si chiede che nelle dichiarazioni finali del G20 ci sia una ‘road map’ proprio per contrastare la discriminazione di genere, per incentivare il ‘women empowerment’ e anche per riuscire a migliorare le condizioni lavorative delle donne“.

La vice presidente della Camera sottolinea che “troppo spesso la questione femminile viene vista come un problema soltanto delle donne, ma non è così – osserva- la società è composta al 50% dalle donne e nel momento in cui abbiamo un Paese in cui ci sono discriminazioni e avvengono femminicidi e violenza il problema riguarda tutti, donne e uomini. Io ho sempre pensato che fosse fondamentale sensibilizzare anche gli uomini in questo e soprattutto far sì che non sia soltanto una questione ‘di nicchia’, ma una questione che riguarda metà della società. Un Paese con meno discriminazione è un Paese migliore e anche con un Pil e una produttività più alti“.

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