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Passo Sella chiuso alle auto il mercoledì. Zaia s’arrabbia e scrive a Delrio: “Assurdo, ripensarci”

Zaia è preoccupato per le ripercussioni sul turismo. Ed è arrabbiato perchè il Veneto non è stato neanche interpellato

Pubblicato:06-07-2017 14:47
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:30

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VENEZIA – La decisione di chiudere al traffico motorizzato il Passo Sella, in alcune giornate di luglio e agosto (il mercoledì fra le 9 e le 16) è stata presa in modo unilaterale dalle Province autonome di Trento e Bolzano, che a quanto pare avrebbero ricevuto l’autorizzazione da parte del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, senza però chiedere niente alla Regione Veneto, che di fatto è contraria. Questo, in sostanza, il contenuto della lettera inviata lo scorso 4 luglio al ministro dei Trasporti, Graziano Delrio, dal governatore del Veneto Luca Zaia, che chiede un intervento governativo che porti a “riconsiderare l’intera questione“, magari valutando “opportune iniziative alternative”.

Il passo, di mercoledì, resterà chiuso alle auto, che provenendo dalla Val Gardena troveranno un cartello di divieto di accesso a 4,5 chilometri dal passo: potranno proseguire solo ciclisti, escursionisti a piedi e auto elettriche.

IL GOVERNATORE ZAIA: “NESSUNO CI HA INTERPELLATO”

Due sono i problemi che indispettiscono Zaia. Il primo riguarda “il metodo”, in quanto non sono state rispettate le “corrette relazioni istituzionali tra gli enti territoriali”, dal momento che la chiusura del Passo ha “ampie ripercussioni sui territori circostanti“, in particolare “su quelli della confinante provincia di Belluno”. Per questo, Zaia si dice dispiaciuto di “constatare che l’iniziativa sia stata programmata e autorizzata senza valutare la posizione assunta dalla Regione Veneto e dalla Provincia di Belluno, che pur condividono assieme alle Province autonome confinanti e al governo nazionale, importanti tavoli istituzionali per lo sviluppo sostenibile dei loro territori”.


Dal punto di vista del merito, invece, vanno considerati “gli impatti negativi che iniziative preclusive del diritto alla mobilità come questa, non programmate strategicamente su basi più ampie e condivise, possono avere sull’economia turistica delle aree montane“, spiega il governatore veneto. E poi sottolinea che “l’indotto generato da questo settore, specialmente nel periodo estivo interessato dall’iniziativa, costituisce un elemento vitale per la sopravvivenza di interi comprensori montani, che proprio sul turismo fondano il loro sostentamento, combattendo così lo spopolamento ormai in atto da decenni”. La Regione Veneto è disponibile a collaborare, conclude Zaia, ma la scelta va riconsiderata.

di Fabrizio Tommasini, giornalista

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