“Brusca? Resta un uomo crudele e ha un tesoro nascosto”: le parole del padre di Giuseppe, ucciso a 15 anni

Santino di Matteo non perdona il boss che ha rapito, fatto strangolare e sciogliere nell'acido suo figlio. E all'indomani della sua libertà, avvisa le istituzioni: "Va tenuto sotto controllo"

Pubblicato:06-06-2025 11:14
Ultimo aggiornamento:06-06-2025 11:14
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giuseppe di matteo
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ROMA – Giovanni Brusca “resta un uomo crudele: veniva a casa mia, giocava con mio figlio, era ospite della mia famiglia. E non ha avuto alcuno scrupolo quando ha ordinato di rapire Giuseppe perché io avevo iniziato a svelare, per primo, i segreti della strage di Capaci. E non ha avuto alcuno scrupolo a decidere l’uccisione di mio figlio, l’11 gennaio 1996″. Sono le parole di Santino di Matteo, il padre di Giuseppe, vittima innocente di Cosa Nostra che a 13 anni è stato rapito, incatenato per quasi 800 giorni, poi strangolato e sciolto dell’acido su ordine proprio di Brusca. Una fine atroce decisa perché il padre aveva iniziato a collaborare con la giustizia, proprio come poi fece “u verru” (Ndr: il maiale, soprannome di Brusca) che da ieri ha concluso i 25 anni di carcere, 4 di libertà vigilata, ed estinto così il suo debito con la giustizia.

“SPERO DI NON INCONTRARLO MAI”

Santino di Matteo non può perdonare il boia di Capaci che ora può ricostruirsi una vita sotto il programma di protezione, a seguito della sua collaborazione con i magistrati. Di Matteo fu uno dei primi a pentirsi “davvero” e non ha mai rinnegato le accuse, malgrado il rapimento del figlio e poi il suo omicidio. Quando nel 2021 Brusca si avviava alla semilibertà, come ricorda il Corriere della Sera, Di Matteo esplose: “Spero di non incontrarlo mai, sennò l’ammazzo con le mie mani”, disse. Oggi, che l’assassino di suo figlio è libero, ribadisce con forza tutto il suo rancore e, intervistato dal quotidiano Repubblica, rivela la sua sofferenza. “Giovanni Brusca non lo potrò mai perdonare per quello che ha fatto- dice Santino Di Matteo- ha ucciso mio figlio Giuseppe, che lui conosceva benissimo, giocavano insieme”.

“RESTA UN CRIMINALE”

Non solo: “Quel capomafia oggi definitivamente in libertà resta un criminale e ha un tesoro nascosto”, sono le sue accuse. Non lo riconosce come “pentito” vero perché “è noto a tutti come sia iniziata la collaborazione di questo signore, all’inizio dicendo cose false, per depistare. Poi, per proteggere alcune persone a lui vicine. È scritto nelle sentenze”, ricorda. E sulle ricchezze di cui ancora Brusca può disporre non ha dubbi: “Lo sanno tutti a San Giuseppe Jato che dietro le improvvise ricchezze di alcune persone c’è lui”, azzarda. La questione fu anche al centro di un’inchiesta che però non portò a nulla. “Io non smetterò di dire che quell’uomo è un criminale e che va tenuto sotto controllo”, insiste Di Matteo.

“LUI NEL PROGRAMMA DI PROTEZIONE, IO FUORI”

Che denuncia un’altra ingiustizia: “Mi addolora profondamente anche un’altra cosa- spiega- lui resta nel programma di protezione, io invece sono stato espulso e abbandonato dallo Stato solo perché corsi a cercare mio figlio in Sicilia, quando seppi che fu rapito, nel novembre del 1993”.

“NON HA RIVELATO TUTTO QUELLO CHE SA”

Ne ha da dire anche sull’applicazione della legge per i collaboratori di giustizia, di cui lui stesso ha potuto avere benefici, marcando una differenza profonda tra Brusca e ‘tutti gli altri’ pentiti: “Sì, la legge è stata correttamente applicata. Ma lui è un personaggio davvero particolare- spiega- io lo conosco bene, so quali relazioni aveva dentro Cosa nostra e anche fuori. So quali ricchezze ha accumulato prima di essere arrestato. E resta un uomo crudele- insiste- non ha avuto alcuno scrupolo a decidere l’uccisione di mio figlio, l’11 gennaio 1996”. Insomma “non avrà mai il mio perdono”, sentenzia Di Matteo. E come pentito tanti sono i dubbi che restano: “Persino la sorella di Giovanni Falcone ha delle perplessità sul personaggio e oggi ha invitato a vigilare su questo personaggio. Anche io invito le forze dell’ordine e la magistratura a tenere sotto controllo il signor Brusca”, dice Di Matteo. “Non ha rivelato tutto quello che sa”, è convinto l’ex mafioso. “Solo chi ha conosciuto Giovanni Brusca- conclude amaramente- può sapere davvero di cosa è capace”.

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