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Il futuro del Pd: il ‘vecchio gattopardo’ farà fuori pure la giovane segretaria Elly Schlein?

Alla guida del Pd è arrivata Elly Schlein e dopo qualche mese, puntuale, si è riaperto il dibattito se la nuova leadership sia capace oppure no: l'editoriale del direttore Nico Perrone

Pubblicato:06-06-2023 19:49
Ultimo aggiornamento:06-06-2023 19:50

ELLY SCHLEIN
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ROMA – A sinistra, di nuovo, si discute dell’ultima disfatta della sinistra alle ultime elezioni amministrative. Sono anni che nel Pd, la casa nuova che doveva accogliere il meglio delle esperienze progressiste – da quella cattolica a quella comunista e socialista liberale- vediamo i nuovi segretari dopo poco venir fatti fuori dal vecchio gattopardismo imperante ancora adesso. Da poco alla guida Dem c’ è Elly Schlein, giovane segretaria eletta dal popolo degli elettori di centrosinistra contro la decisione degli iscritti Dem che volevano il più pragmatico e sperimentato Stefano Bonaccini.  Dopo qualche mese, puntuale, si è riaperto il dibattito se la nuova leadership sia capace oppure no, troppo sola al comando di una macchina assai complessa come un partito politico. Alla fine, è il ‘vecchio gattopardo’ che si riaffaccia e che cerca di salvarsi, quel ‘vecchio gattopardo’ che alla fine della sinistra o del popolo che la sinistra ha perso in questi ultimi decenni, sai che gliene frega?

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Intanto qualche vecchio esponente Dem, che negli ultimi anni ha rivestito ruoli di rilievo  – con annessi e connessi- se n’è andato gridando al tradimento dei valori liberali e al ritorno delle brutte logiche sinistrorse. Molte volte si tratta di esponenti a suo tempo imposti agli elettori Dem dal generale del momento, che poi sono stati restituiti alla società civile visto che nessuno li ha votati. E siamo di nuovo qui, a discutere se tra un anno, dopo le elezioni europee, la giovane segretaria Elly Schlein sarà ancora in sella oppure verrà rimandata a coordinare i tanti tavoli dell’opposizione civile e sociale. Una partita, ahimè, già vista e rivista, con un esito già scontato se non si troverà il coraggio di rompere l’infernale meccanismo.


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È molto difficile lo so, perché viene naturale in momenti di sofferenza pensare prima e comunque a quello che hai già in cassa, a partire dal ‘bottino’ elettorale che, seppur sempre più scarso, comunque resiste e garantisce (alla fine però sempre i soliti noti) ancora per qualche anno sempre in attesa di Godot. Non servirà per ripartire, per valutare la possibilità di immaginare un nuovo mondo rispetto a quello che la destra di governo vuole e che già adesso sta delineando. Per sua natura la Destra, anche se condisce il pensiero con bei nuovi paroloni che sanno di moderno, non può e non potrà fare a meno di tornare alle idee fondanti e identitarie: Dio, Patria e Famiglia. E lo vediamo ogni giorno con la premier Giorgia Meloni, non perde occasione per rilanciare quel credo. Che può catturare, perché in un momento in cui l’opposizione, di fatto, non esiste; che nemmeno a livello identitario a sinistra si capisce cosa c’è o è rimasto; con una parte sempre più folta di popolo che preferisce astenersi dall’interesse politico, quel messaggio che arriva da destra suona comunque rassicurante di fronte al caos che viviamo e che travolge il nostro quotidiano, promette barriere, muri e altri ostacoli. Alla fine inutili? Ma nello smarrimento attuale possono acchiappare il senso comune, trasformarlo in forza politica.

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Siamo di nuovo al vecchio che fare? Si è capito, si spera, che ormai non basta più insistere soltanto nel commento a quel che fa, o non fa, il Governo Meloni, come non serve più far passare l’idea che a sinistra si vince se Meloni perde i miliardi del Pnrr. La Destra avrà sempre qualcuno a cui addossare la colpa, mentre saremo noi cittadini a pagarne le conseguenze. Non si scappa, il nuovo corso Dem avrà qualche possibilità di successo se riuscirà a ‘uccidere’ quel vecchio che resiste e persiste. Occorre rompere lo schema, aprirsi alle giovani generazioni sul serio, chiamare a raccolta, promettendo il massimo per loro, quei tanti giovani (quelli veri, almeno anagraficamente, ci sono eccome se ci sono, e in molti casi hanno già inventato forme nuove di partecipazione politica e anche di gestione) per trovare quelle nuove idee per un futuro migliore, diverso da quello immaginato dalla destra, che poi sarà sempre quello dei pochi eletti rispetto alla maggioranza da loro definita di sfigati. Coraggio Schlein, lascia stare il politichese vecchio stampo, chiama ragazzi e ragazze in dieci, cento, mille piazze italiane a parlare dei loro sogni, di come immaginano le loro vite nei prossimi anni, di quello che vorrebbero per restare e non scappare da questo paese. Sono loro il futuro, sicuramente potranno sbagliare, risultare anche superficiali ma sono loro il futuro, perché se a decidere saranno ancora i vecchi, anche per una questione di età, la morte è più vicina.

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