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ROMA – Il Roma Pride è da ieri sulla bocca di tutti e la Regione Lazio è nell’occhio del ciclone. A scatenare la bufera di polemiche è stata la decisione presa dal governatore Francesco Rocca di revocare il patrocinio come Regione alla manifestazione per i diritti Lgbti+. La motivazione? La manifestazione, così come dichiarato da Mario Colamarino, presidente del Circolo Mario Mieli e portavoce del Roma Pride, rivendicherebbe la pratica dell’utero in affitto. “L’utero in affitto è una pratica che personalmente considero di sfruttamento delle donne più povere, a cui sono profondamente contrario, e che è considerata reato“, ha detto oggi Rocca intervenendo su Rtl 102.5 a ‘Non stop news‘.
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“Non so se alle ultime edizioni” del Pride di Roma “c’era la rivendicazione dell’utero in affitto. Peraltro si tratta di un tema che coinvolge in 7 casi su 10 coppie eterosessuali e quindi non solo la comunità Lgtbqi. È un tema che coinvolge tutta la comunità nazionale e che vede la donna sfruttata. Se c’era questo tema” nei precedenti Pride di Roma allora anche Nicola Zingaretti e Roberto Gualtieri “hanno sbagliato a partecipare. Se invece ci sono i temi dell’inclusione, dei diritti civili e della lotta alla discriminazione e allo stigma allora ben venga. Per questo dicevo che doveva essere una festa per tutti e non un’occasione di divisione su un tema così delicato”, ha aggiunto il presidente Rocca.
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