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Roma, Magi: “Pronto a candidarmi per le primarie del centrosinistra”

"Non posso non immaginare il mio impegno politico anche a Roma, qui sono nato e cresciuto, anche politicamente. Mi va di dare un contributo affinche' il dibattito sia reale, pubblico e alla luce del sole", dice nel corso di un'intervista con l'agenzia Dire per la rubrica DIREzione Roma

Pubblicato:06-06-2020 10:30
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 18:27

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ROMA – Anche Riccardo Magi, deputato radicale, vuole partecipare da protagonista al dibattito che si e’ aperto nel campo del centrosinistra in vista delle elezioni comunali in programma nella Capitale a giugno del 2021 ed e’ pronto a farlo in prima persona candidandosi alle primarie di coalizione. “Non posso non immaginare il mio impegno politico anche a Roma, qui sono nato e cresciuto, anche politicamente. Mi va di dare un contributo affinche’ il dibattito sia reale, pubblico e alla luce del sole“, dice nel corso di un’intervista con l’agenzia Dire per la rubrica DIREzione Roma. “La candidatura e’ una cosa che prenderei in considerazione, ma ci devono essere le primarie, che si devono svolgere secondo regole chiare, con tempi chiari e comunicati in anticipo, in modo che si possa fare un dibattito alla luce del sole”. 

PRIMARIE IN AUTUNNO, PD NON PENSI AD ALLEANZE CON M5S

“In vista del 2021 servono primarie dello schieramento progressista. Il problema e’ capire qual e’ oggi la coalizione che vuole confrontarsi sulle soluzioni migliori per la citta’. E’ chiaro che se il Pd ha in mente un’alleanza con i 5 stelle della Raggi vuol dire che smettera’ di fare opposizione, piu’ di quanto non ne abbia fatta fino ad ora, e soprattutto non vorra’ fare delle vere primarie, che invece andrebbero fatte per tempo, gia’ in autunno, senza aspettare dicembre o gennaio per poi avere il grande nome calato dall’alto che poi sarebbe l’ennesimo fallimento”. 


ROMA NON SIA IL GIOCO DELLA POLITICA NAZIONALE, SERVE UN DIBATTITO

“Roma viene da tre esperienze di governo diversamente fallimentari: quello di Alemanno con una destra romana he oggi cerca di riciclarsi in versione Salviniana e Meloniana, quello del Pd che fece fuori il proprio sindaco Marino, creando una lacerazione con l’elettorato che ancora non e’ ricomposta, e quello della Raggi che e’ fallimentare sotto molti punti di vista. Quello che va evitato a tutti i costi e’ che Roma sia, ancora una volta, la posta in gioco degli schemi politici nazionali che calano dall’alto, senza un vero dibattito sui veri problemi della citta’ che sono sempre gli stessi e non sono stati risolti. Noi veniamo da una crisi profonda gia’ prima del Covid- ha aggiunto Magi- legata soprattutto alle caratteristiche del tessuto economico e produttivo, ma che con il Covid puo’ diventare davvero letale a livello di impatto sociale, di servizi e sul mondo del lavoro”. 

SERVONO INVESTIMENTI STRANIERI, NON SOLO MONOPATTINI

“Nelle grandi Capitali europee i sindaci fanno a gara per attirare investimenti stranieri e privati. Noi, invece, abbiamo una sindaca che presenta ogni nuovo centimetro di asfalto o ogni monopattino come un evento epocale. Siamo assolutamente fuori dalla realta’ da questo punto di vista. I problemi sono incredibilmente sempre gli stessi– aggiunge Magi- Perche’, ad esempio, l’azionista unico di Ama, ovvero il Comune, non chiede all’azienda un piano industriale in grado di chiudere il ciclo dei rifiuti realizzando gli impianti che servono? Perche’ il tpl vede ancora la citta’ ostagio di un’azienda che non riesce ad offrire un servizio adeguato? Noi su questo avevamo promosso una grande riforma, una svolta, con la messa a gara del servizio ma ci e’ stato detto di no, ‘attenzione arrivano i privati’. Ed ora Raggi, con la crisi Covid, si affida proprio ai privati, ma non con una gara, bensi’ con un subappalto, che e’ la cosa peggiore perche’ non consente controlli di costi e qualita’. Ed ancora: sull’innovazione noi abbiamo una macchina amministrativa che non funziona come un servizio integrato di informazioni, con il risultato che ogni dipartimento e ogni assessorato e’ scollegato dagli altri e non si elaborano i dati per capire la domanda dei servizi. Serve, dunque, una riforma profonda e serve che ci siano le condizioni politiche per poterla fare”. 

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