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Di Maio e Salvini ‘sparano’ insieme e nel mirino, oltre la Commissione c’è Conte

Ritrovata la pace i due leader stanno mettendo a punto la strategia per fronteggiare l’attacco della Commissione Europea, che ieri ha bocciato le politiche del Governo italiano chiedendo di aprire la procedura d’infrazione

Pubblicato:06-06-2019 15:29
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:22

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ROMA – Adesso Di Maio e Salvini marciano insieme. Ritrovata la pace i due leader stanno mettendo a punto la strategia per fronteggiare l’attacco della Commissione Europea, che ieri ha bocciato le politiche del Governo italiano chiedendo di aprire la procedura d’infrazione. I due non ci stanno e hanno già cominciato a sparare bordate contro i finanzieri di Bruxelles inchiodati su tagli e austerità. Tattica che, almeno stando alle dichiarazioni, sembra non essere condivisa dal presidente del Consiglio. Conte, infatti, non vuole passare alla storia come il primo che si è beccato la procedura d’infrazione. Per questo invita alla trattativa, a non rompere.

Nelle voci che si rincorrono tra i palazzi della politica, quella che vuole Giovanni Tria, ora all’Economia, candidato alla Commissione. Sarebbe una voce autorevole, fidata e gradita al Quirinale, che potrebbe svolgere un ruolo costruttivo e di garanzia. A quel punto si aprirebbe la possibilità per la Lega, in forza dei risultati elettorali, di mettere al suo posto un suo pezzo da novanta, magari l’attuale sottosegretario Giancarlo Giorgetti. Alla Lega spetta anche un altro posto, quello dell’ex ministro Savona, finito alla Consob. E Giuseppe Conte? Stando alla mossa del capo politico del Movimento, dovrà seguire la linea che detterà la maggioranza parlamentare. Forse si è incrinato qualcosa nel rapporto, dopo la conferenza stampa del premier dove aveva messo alle strette i due leader dettando tempi e priorità. Di Maio oggi ha chiesto che sia il Parlamento, attraverso mozioni, a dettare la linea che il Governo dovrà poi seguire nella trattativa con la Commissione. Insomma, una sorta di ingabbiamento di Conte che non vuole scontri e che si potrebbe invece veder costretto a sostenerne una di rottura. Che farà in quel caso? Passerà la mano o seguirà gli ordini dei capi?


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