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Migranti, i magistrati contro Salvini: “Attacchi fuori da Costituzione”. La Corte appello Firenze chiama il Csm

Salvini ha accusato alcuni giudici di essere imparziali per le norme sull'immigrazione, facendo nomi e cognomi. I magistrati rispondono. Durissima la Corte d'appello Firenze: "Linciaggio su Breggia, intervenga il Csm"

Pubblicato:06-06-2019 15:24
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:22
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ROMA – Attacchi “fuori dalla Costituzione” quelli nei confronti dei magistrati. Morena Plazzi, procuratore aggiunto a Bologna e coordinatrice nazionale di Area democratica per la giustizia, inquadra così le segnalazioni arrivate dal Viminale, con nome e cognome, delle toghe che si sono espresse contro provvedimenti del Governo, come è successo sotto le Due Torri alla giudice Matilde Betti o in Toscana a Luciana Breggia, che il ministro dell’Interno ha tacciato di essere imparziali sul nodo della residenza agli immigrati dicendosi intenzionato a volerne far valutare l’imparzialità.

Salvini, infatti, ieri ha annunciato l’intenzione di impugnare le sentenze con cui i Tribunali di Bologna e Firenze hanno disposto l’iscrizione anagrafica di alcuni richiedenti asilo, ma ha anche detto di essere intenzionato a “rivolgersi all’Avvocatura dello Stato per valutare se i magistrati che hanno emesso le sentenze avrebbero dovuto astenersi”, per aver assunto “posizioni in contrasto con le politiche del Governo in materia di sicurezza, accoglienza e difesa dei confini”. Questa mattina, poi, il ministro dell’Interno ha ribadito il concetto dicendo: “Se fai il giudice dovresti essere imparziale. Se vuoi fare politica invece di fare il giudice ti candidi con la sinistra”. 

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REAZIONI DA BOLOGNA E FIRENZE

Dopo la presa di posizione dell’Associazione nazionale magistrati, che ieri in serata ha risposto duramente a Salvini stigmatizzando gli attacchi personali ai giudici (e pure gli insulti su Facebook mai rimossi), oggi da Bologna e Firenze arrivano nuove risposte da parte di magistrati. A Bologna hanno parlato il procuratore aggiunto Plazzi (coordinatrice nazionale di Area democratica per la giustizia) e poi il procuratore capo Giuseppe Amato. A Firenze, invece, la presidente della Corte d’Appello di Firenze haconvocato una conferenza per difendere la giudice Breggia, spiegando che intende muoversi per far intervenire il Csm con l’obiettivo di aprire una pratica di tutela per la collega, sottoposta a un “linciaggio morale“.

PLAZZI: “COSI’ SI INTIMORISCONO I GIUDICI”

Quelli arrivati dal Viminale sono “attacchi fuori dalla Costituzione” e “ovviamente come tutti i magistrati italiani- spiega Morena Plazzi alla ‘Dire’- sentiamo la necessità di sostenere le colleghe e i colleghi che in maniera impropria sono stati indicati nominativamente, alcuni dei quali su Facebook”.

Secondo il pm bolognese “questa modalità di rapportarsi tra potere politico e potere giudiziario esce dagli schemi disegnati dalla Costituzione“. Per questo “ogni cittadino dovrebbe capire che puntare il dito in maniera personale nei confronti di un giudice che ha motivatamente preso una decisione solo perchè questa non è gradita è un modo non solo per colpire il singolo ma anche per creare i presupposti perchè un altro giudice, prima di prendere una decisione, possa essere intimorito. E questo va a danno di tutta la cittadinanza”. Insomma in fin dei conti si tratta di “un attacco a tutta la cittadinanza“.

AMATO: INGIUSTO ACCUSARE GIUDICI DI AVERE PREGIUDIZI

“Penso che il magistrato, tendenzialmente, non possa essere tacciato di avere pregiudizi, e penso che le decisioni, come facciamo noi se non le condividiamo, si impugnano”. Anche il procuratore capo di Bologna, Giuseppe Amato, su quanto annunciato ieri dal ministero dell’Interno Salvini.

Amato, parlando con i cronisti a margine di una conferenza stampa in Procura, taglia corto affermando che l’impugnazione “è l’unico mezzo di contestazione rispetto a una decisione che legittimamente si ritiene sbagliata, o non condivisibile, o meritevole di censura. Questo- chiosa- è il nostro sistema, e questa è l’unica risposta che mi sento di poter dare. Ovviamente non conosco la fattispecie concreta, ma anche se la conoscessi questa sarebbe l’unica risposta che potrei legittimamente dare”.

Quanto alle pesanti critiche rivolte al ministro dall’Associazione nazionali magistrati, che ha parlato di “dossieraggio” da parte di Salvini, il procuratore si limita a dire che “non è questa la sede per parlare di dossieraggio o di tentativi di intimidazione: io ho dato la risposta che mi sembrava doveroso dare, ed è l’unica che mi sembra di poter legittimamente fornire”.

CORTE APPELLO FIRENZE: LINCIAGGIO BREGGIA, CSM INTERVENGA

Parla di “linciaggio morale” e di “gravi attacchi” che hanno messo “in pericolo la sua incolumità” vista “la risonanza mediatica e l’effetto moltiplicatore della galassia dei social”: sono durissime le parole con cui il presidente della Corte d’Appello di Firenze, Margherita Cassano, si scaglia contro il ministro Matteo Salvini per le posizione assunte nei confronti della giudice Luciana Breggia, presidente della quarta sezione del tribunale di Firenze.

“Ritengo doveroso intervenire”, dice Cassano dal suo ufficio, difendendo Breggia e utilizzando parole pesanti come macigni che rimanda al leader della Lega: “Ho richiesto l’intervento del Csm, affinché valuti la sussistenza dei presupposti, a mio avviso ricorrenti, per l’apertura di una pratica a tutela, volta a riaffermare la piena legittimità dell’operato del magistrato e a ristabilire il rispetto reciproco tra istituzioni dello Stato”.

Incalzata dai giornalisti convocati al nono piano del palagiustizia sui pericoli di incolumità del giudice, spiega: “La richiesta di tutela appartiene istituzionalmente al capo dell’ufficio e sarà deliberata dal comitato per l’ordine e la sicurezza. Non rientra nelle mie attribuzioni. Io constato un fatto oggettivo: sono cambiate le forme di comunicazione, oggi costituite anche dalla galassia dei social dove esiste una pluralità di mondi e persone. E non tutte queste persone hanno l’equilibrio e la calma per vagliare queste situazioni”. A volte, aggiunge, “si scatenano reazioni talora incontrollate con vere e proprio manifestazioni di odio e di minacce. Come già avvenuto, purtroppo a causa di una vicenda analoga e sempre scaturita da critiche violente del ministero dell’Interno nei confronti del giudice di Lucca, Dino Boragine, sottoposto a protezione per le ricadute sui social delle critiche provenienti da persone investite di responsabilità istituzionali”.

Per Cassano, inoltre, “attacchi generici e ingiustificati non giovano alla comprensione delle problematiche giuridiche, pregiudicano la serenità del giudice che nella sua quotidiana attività di interpretazione delle norme non deve essere soggetto a nessuna forma di pressione interna o esterna, essendo la sua autonomia e indipendenza funzionali all’imparziale applicazione delle legge”.

“LIBERTA’ NON LEDE IMPARZIALITA'”

“Riaffermo- sottolinea Cassano- il diritto di ogni magistrato, in nome della libertà di pensiero costituzionalmente sancita, di partecipare alla iniziative culturali e scientifiche che costituiscono un ineliminabile momento di confronto nella consapevolezza che il pluralismo culturale è il fondamento di ogni Stato democratico”. Per Cassano, “il magistrato al pari di ogni altro cittadino, ha diritto di partecipare alle manifestazioni culturali o scientifiche che riguardano la sua sfera professionale”. Questo “non significa in alcun modo lesionare la sua sostanza e l’immagine di imparzialità”.

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