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D’Arminio: “Da studio ‘Partner’ escono risultati sensazionali”

A parlare è Antonella d'Arminio Monforte, docente e infettivologa, uno dei quattro presidenti del congresso Icar 2019 in corso fino a domani

Pubblicato:06-06-2019 12:51
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:22

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https://youtu.be/DigHOKjzFlg

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MILANO – “E’ una notizia sensazionale e rivoluzionaria” quella che emerge dai risultati dello Studio Partner, che dimostrano come i pazienti sieropositivi in terapia antiretrovirale non trasmettono il virus. A parlare è Antonella d’Arminio Monforte, docente e infettivologa, uno dei quattro presidenti del congresso Icar 2019, Italian Conference on Aids-Hiv and antiviral research, in corso fino a domani all’Università degli Studi di Milano.


Icar è il punto di riferimento per la comunità scientifica nazionale in tema di Aids-Hiv, epatiti, infezioni sessualmente trasmissibili e virali, e da ieri offre un confronto di alto valore scientifico a esperti nazionali e internazionali del settore.

Le evidenze dello Studio Partner, spiega d’Arminio Monforte, direttore della struttura di Malattie infettive dell’Asst Santi Paolo e Carlo attestano che “le persone sieropositive che sono in terapia e la seguono correttamente, e quindi non hanno più il virus nel sangue che si moltiplica, non trasmettono l’Hiv“. Questo dato, continua, “vuol dire che questi soggetti possono avere rapporti non protetti con le persone sieronegative senza trasmettere l’infezione”.

Da qui evidenti ricadute positive a livello di diffusione del virus tra la popolazione, osserva d’Arminio Monforte, che sottolinea un altro importante aspetto, ovvero il venir meno “dello stigma alla persona sieropositiva, vista come fonte di contagio”, poiché “se una persona Hiv positiva segue correttamente la terapia, non è fonte di contagio e quindi può anche rivelare senza ansia, senza possibilità di essere rifiutato, il suo stato di positività all’Hiv alle persone che lo circondano”. L’esperta conclude invitando i giovani medici a continuare a fare ricerca, perché questa patologia “va continuamente studiata”, come “vanno assistite sempre meglio le persone Hiv positive”.

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