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Report del Consiglio grande e generale del 5 giugno – Seduta pomeridiana

Il Progetto di legge "Avvio della sperimentazione delle Indicazioni curricolari per la Scuola Sammarinese", presentato dalla Segreteria di Stato per l'Istruzione, è approvato con 26 voti a favore, 3 contrari e 6 astenuti

Pubblicato:06-06-2019 07:57
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:22

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La seduta odierna si apre, su accordo dell’Aula, anticipando il comma 3, sulle dimissioni del consigliere di Rete Davide Forcellini. Nel relativo dibattito, sono espressi i saluti e gli auguri a Forcellini da parte dei colleghi di tutti i gruppi consiliari per la sua nuova esperienza professionale all’università di Auckand, in Nuova Zelanda. Le dimissioni, irrevocabili, sono approvate con 48 voti a favore, 1 contrario e 2 astenuti. Si procede poi con la sostituzione e il giuramento della new entry Adele Tonnini. 

L’Aula riprende poi il dibattito in Comma Comunicazioni, interrotto ieri notte, in cui si torna a commentare l’esito del referendum e in cui non mancano riferimenti sul confronto in atto per la legge a salvaguardia del sistema bancario. Concluso il comma comunicazioni, dalla Reggenza viene espresso il messaggio di cordoglio per la scomparsa di Marino Venturini, ex Capitano Reggente.
Come da ordine del giorno, l’Aula affronta il dibattito e l’esame di due provvedimenti per la scuola presentati dalla Segreteria di Stato per l’Istruzione e la Cultura. Il primo è il Progetto di legge “Avvio della sperimentazione delle Indicazioni curricolari per la Scuola Sammarinese” che viene poi approvato con 26 voti a favore, 3 contrari e 6 astenuti. Nelle dichiarazioni di voto il Pdcs annuncia e motiva la sua astensione.
La seduta si interrompe a conclusione del dibattito sul secondo Pdl relativo all’istituzione di un insegnamento alternativo alla Religione, ovvero “Etica, Cultura e Società”. In seduta notturna si affronterà l’esame dell’articolato.

Di seguito un estratto degli interventi del pomeriggio.


Comma n.1. Comunicazioni

Vanessa D’Ambrosio, Ssd
Domenica ci siamo espressi su due referendum inerenti entrambi i diritti. Con il quesito della scheda gialla si chiedeva di introdurre nella nostra carta dei diritti che le persone non debbano essere discriminate per il proprio orientamento sessuale. Il risultato è stato eclatante, per quel 30% di contrari bisogna sensibilizzare sempre di più sui diritti umani. Ora siamo il 5° Paese in Europa a vietare la discriminazione sulla base dell’orientamento sessuale, il risultato nella sua positività ci ricorda però, in quel 30% dei ‘no’, che le conquiste dei diritti umani sono obiettivi di grande vanto per tutti i Paesi, tuttavia bisogna fare cultura affinché questi diritti si possano consolidare nel tempo e non possano essere minati.
Per l’altro referendum: per me l’esito è una delusione, ma i cittadini hanno scelto e hanno deciso di delegare un diritto acquisito nel 2007, quello di poter scegliere con ballottaggio direttamente, e hanno deciso di delegare alla politica questo diritto. La mia valutazione, rispetto al risultato, è che i cittadini hanno scelto e hanno vinto tutti coloro che si sono recati alle urne, facendo valere il diritto di voto. Certo, mi piacerebbe sapere cosa ha portato tanti cittadini a delegare ai partiti un loro diritto. Per me, dopo il primo turno, è possibile pensare a un accordo tra partiti, ma su quell’accordo si sarebbe dovuto tornare a chiedere conto ai cittadini.
Iro Belluzzi, Psd
Domenica la popolazione, in maniera attiva e forte, ha partecipato al voto, nonostante per la prima volta si è passati a un referendum a quorum zero. Un grande ringraziamento va a tutti i cittadini che si sono espressi, in un modo o nell’altro. Attraverso la partecipazione al voto la popolazione delega a chi vuole che la rappresenti. La legge elettorale attuale non porta a una rappresentazione corretta della volontà dei cittadini. E’ una legge nata in tempi passati, 13 anni fa, i cittadini hanno capito che doveva essere cambiata per poter rappresentare al meglio istanze ed esigenze di tutta la collettività e non di una minoranza. E’ comprensibile come la popolazione abbia detto ‘no’ a chi è in Consiglio in funzione di una norma che doveva essere aggiustata, dove governo e maggioranza sono rappresentanti di una minoranza di Paese. Secondo l’interpretazione giusta del voto, governo e maggioranza dovrebbero dimettersi.
Sul Cda di Cassa di Risparmio non c’è stato nessun approccio per individuare le migliori professionalità in grado di gestire un istituto in difficoltà, al di là del confronto in maggioranza sulle nomine di parte politica. Capitolo Sanità: sapete come è ridotta in questa fase? L’unico elemento portato da Santi è stata la legge sulla dirigenza medica che doveva risolvere tutte le questione interne all’ospedale, ma questo purtroppo non si è verificato. La riforma previdenziale ancora lontana. Le dimissioni del governo sono l’unico elemento oggi per poter ripartire. Non è possibile aspettare altri mesi. Torniamo al referendum, la cittadinanza ha detto ‘prendetene atto dell’esito, facciamo la nuova legge elettorale, poi andiamo alla elezioni’. Vediamo poi se le idee che avete, con una giusta legittimazione, le andrete a realizzare.
Marica Montemaggi, C10
Il voto può essere visto sotto tanti punti di vista. Siamo davati a un voto di opinione, non più ideologico, e un risultato che ci si attendeva diverso non è arrivato. E’ un voto che oggi la cittadinanza esprime e va ascoltato e che può comunque cambiare perché i cittadini ragionano e possono entrare nel merito delle questioni. La politica deve riavvicinarsi alla cittadinanza perché al cittadino non interessa avere una politica che litiga e si scontra. Il quesito andrà recepito, il rispetto per la cittadinanza è assoluto, il passaggio andrà fatto prima possibile.
In questa fase ci sono problemi sul tavolo fondamentali, molto spesso abbiamo sollecitato un cambio di passo, è necessario ragionare insieme su alcune problematiche ed è quello che si sta compiendo. E i primi passi che sono stati fatti sul sistema bancario, il settore più critico, sono fondamentali. Al di là delle estremizzazioni che si possono avere qui dentro, è fondamentale lavorare insieme su una priorità.
Sul dimettersi o meno: se le cose non si riescono a fare- lo abbiamo sempre ribadito- nessuno ha bisogno di rimanere attaccato ad una sedia. Quello che è fondamentale è capire se riusciamo a fare le cose e bene, le cose fondamentali. Ed è un appello alla maggioranza. Nel momento in cui si gioca di squadra poi, lo si deve fare in maniera corretta. Le notizie che escono fanno male non a una parte politica, ma a tutto il paese. Bisogna capire fino a che punto le possiamo reggere. Sicuramente si apre ora una fase di lavoro per migliorare la legge elettorale.
Roberto Ciavatta, Rete
Il Referendum si è tenuto domenica scorsa e quello che dovevamo dire lo abbiamo già detto in campagna elettorale, dopo il voto le considerazioni non cambiano. L’unica differenza è che abbiamo il dato sulla cittadinanza: il 60% della cittadinanza vuole cambiare la legge elettorale che ha condotto alla nomina di questo governo e non vuole più governi di minoranza. E’ un dato di fatto.
Anche sul secondo referendum, larga parte della cittadinanza ha deciso per la modifica costituzionale. E’ un risultato storico, 5 anni fa questo risultato non ci sarebbe stato.
Prima del referendum quest’Aula aveva ottenuto un risultato altrettanto storico, l’avvio di una commissione di inchiesta su banca Cis, di lì bisogna ripartire. Le banche sono la preoccupazione centrale che dobbiamo avere come classe politica. Rifacendomi a quanto detto prima dal consigliere Montemaggi, non riusciamo più a resistere ad altri attacchi, mi auguro a riguardo che l’Aula consiliare possa unanimamente presentare esposti alla magistratura sulla diffusione di informazioni sul bail-in che ha portato a un immotivato panico nella cittadinanza. Perchè di fatto la legge non sta discutendo di bail – in, ma di tutt’altro. Altro elemento di preoccupazione sul settore bancario: da due anni diciamo che bisogna agire con delicatezza. Con Asset Banca ritengo ci fu malafede e inconsapevolezza. Oggi, dopo due anni e mezzo, però quando si sbaglia sul settore bancario si certifica incapacità e incompetenza. Così la scorsa settimana si dimette tutt’un tratto l Cda della banca dello Stato, perché è data questa indicazione dai partiti di governo, di dimettersi, perché si voleva mandare via -finamente- Zanotti. Ma siccome nessuno aveva il coraggio di andare ad Ap a dirgli che ‘il suo’ sta facendo danni, hanno deciso allora di far dimettere tutti. Senza porsi il problema di quello che poteva ingenerare nella cittadinanza. Arriva così fulmine a ciel sereno con il terremoto su Cassa. Nessun comunicato è stato fatto dall’opposizione o da associazioni di categoria e sindacati per stigmatizzare queste dimissioni di massa, ma vi assicuro che c’è stata la loro comunicazione nel tentativo di tranquillizzare la cittadinanza, per scongiurare il rischio di fuga agli sportelli già da lunedì. Noi quindi la nostra parte di responsabilità l’abbiamo messa prima del referendum, nel tentativo di trovare una quadra sulla legge elettorale, in questi giorni nel tentativo non creare panico e allarmismo per gli errori commessi, ancora una volta, da una maggioranza incapace di rendersi conto delle conseguenze dei loro atti, siamo pronti anche domani a falro, nell’elaborazione di quella legge. Parte di responsaiblità ce la mettiamo lo stesso, d’altra parte ci vuole un segnale. Non basta votare di straforo una commissione di inchiesta su Grandoni, la politica ha il dovere di vigilare che chi sta ai margini del sistema economico e finanziario del Paese snon possa abusare dei loro ruoli centrali. Serve una vigilanza continua della politica. E’ stato detto che in questi giorni ci saranno le nomine per il nuovo Cda di Cassa di Risparmio, ma ancora non ci è stato detto ufficialmente né quando, né chi, né quanti dovremo nominare. In una fase come questa, quando siamo al tavolo insieme per risolvere i problemi del sistema bancario, non siete in grado di confrontarvi con noi. Dovremmo cercare di capire come fare un consiglio di aministrazione con persone tutte esperte di ristrutturazione bancaria. Su questo forse un po’ di responsabilità dovreste mettercela voi sul tavolo, se salta questa banca ne paga l’intero Paese. Non basta votare una commissione di inchiesta per pulirsi la coscienza e dire che non ci sono i potentati. Ci vuole un segnale di responsabilità, che non è un segnale di mantenimento dei ruoli o di oscuramento sulle nomine che si andranno a fare.
Matteo Fiorini, Rf
Alla politica del dialogo si contrappone la politica dello scontro e della demonizzazione delle idee degli altri e delle persone che portano avanti quelle idee. E’ innegabile che da due anni e mezzo nel paese la politica del dialogo sia stata schiacciata da un’altra politica. Non voglio dare colpe e responsabilità, sono sicuramente suddivise, ma noto con una certa frequenza che appena da un lato si tenta di rilanciare la politica del dialogo, dall’altra si alza sempre qualche tono. C’è sempre qualcuno che ha il timore che questo approccio possa prendere la scena. In opposizione l’asse Dc- Rete si è affermata con la necessità di avere come unica direttrice dell’azione politica ‘l’essere contro’, quando due forze così distanti decidono di essere tutt’uno come linea politica, lo possono fare solo contro qualcosa.
Nel referendum di domenica il popolo sammarinese, con il 60%, ha deciso di cambiare legge elettorale, lo accettiamo. Chi ha sostenuto il ‘no’, io in primis e la mia coalzione, è uscito sconfitto, ma non nascondiamci il fatto che la politica di distruzione dell’avversario e dell’esser contro è funzionale a tenere insieme ciò che fino a due anni e mezzo fa era impensabile che stesse insieme. A questo può contrapporsi solo la politica del dialogo e di una ricerca condivisa dei problemi e non nell’attaccare e distribuire giudizi, illazioni e menzogne.
Chi sosteneva il ‘no’ ha perso. La lettura politica: il quesito non era sull’operato di governo, cosa c’entrano il governo e Adesso.sm? Non è il primo govenro nato con questa legge. Se si vuole provare a trasformare il risultato del voto in una lettura politica, ho sentito letture semplicistiche che numericamente non stanno in piedi. Ovvero, siccome il governo sostenva il ‘no’ e hanno vinto i ‘sì’, allora ‘andate a casa’. Qualcuno dietro a questo referendum ha impostato una strategia politica che va avanti da due anni e mezzo: evitare una forma di dialogo e la costruzioni di ponti e tenere alto il ‘muro contro muro’ per tentare di dare una spallata. Poichè credo che la maggior parte qua dentro fa politica per passione e non ha bisogno di crearsi nemici e demoni. L’esito del referendum è ‘opportunità per provare a ri-sintonizzare l’Aula e il Paese su un tenore che prediliga allo scontro la radice vera del fare politica, la politica del dialogo.
Marco Gatti, Pdcs
L’esito sul quesito con la scheda gialla per me è stato una sorpresa, mi immaginavo il ‘no’ superiore al 30%, perché è stato poco dibattuto, non c’erano comitati. Lo stesso Consiglio ha portato in Aula questa legge, senza dibattiti, e chi ha votato ‘no’ lo ha fatto non contro qualcuno, ma perchè nella nostra carta dei diritti quella cosa era già ricompresa. Non posso pensare che ci sia davvero un 30% del paese che è contro chi ha un orientamento sessuale diverso. Quindi il quesito sul voto: simpatica la teoria che Dc e Rete abbiano impostato tutta la loro azione politica di questa legislatura contro questo governo fatta da parte di chi ha fatto una campagna elettorale tutta contro la Dc. Ognuno usa gli strumenti che reputa più opportuni in campagna elettorale, ci mancherebbe. Però oggi emerge ancora in maniera significativa perché questa maggioranza continua ad avere problemi e perché continuerà ad averli nella governabilità… Non si capisce perché il 60% del Paese ha votato ‘sì’ al quesito? Perchè i cittadini vogliono essere rappresentati dallee persone. In un ballottaggio non voto le persone, ma una maggioranza. E le aspettative che aveva generato questa maggioranza evidentemente sono state tradite. Se avesse lavorato bene avrebbe vinto sicuramente il ‘no’. Anche oggi i richiami alla collaborazione mi vanno bene, ma non si può chiedere all’opposizione di mettere pezze, quando si continua a distruggere il resto del Paese.
Continuate in Cassa di risparmio con una gestione politica anziché tecnica, senza confronto. Venerdì dobbiamo nominare il Cda e come opposizione non sappiamo neanche quanti membri avere. I punti su cui si converge sono quelli in cui l’opposizione capisce che altrimenti è la fine dello Stato. Con gli attacchi che sta subendo il paese, se opposizone avesse fatto diversamente, sarebbe stato devastante. Oggi credo ci siano due priorità che la maggiroanza deve portare avanti: 1) dare pronta risposta al quesito referendario, Ci mancherebbe altro che questo governo vada giù e si vada a votare con questa legge elettorale. Subito mano alla legge elettorale è primo compito. E sia largamente condivisa. 2) La commissione di inchiesta. Anche qui mi aspetto immediatamnte un’azione da parte del parlamento.
Alessandro Bevitori, Ssd
Vorrei dare correzioni su interventi che ho ascoltato in questo lungo dibatitto e anche informazioni.
Questo governo e questa maggioranza non sosterranno mai procedimenti legislativi tesi al bail-in. Lo dico non solo come partito di maggioranza relativa della maggioranza, ma come tutto Adesso.sm: non si farà in questa legislatura il bail-in. Il sistema bancario di San Marino nella sua storia- e lo facciamo quindi in continuità con i governi del passato- non ha mai portato avanti interventi di prelievo dei conti dei risparmiatori sammarinesi e non sammarinesi, nessuno a San Mairno nelle banche ci ha mai rimesso un euro e sarà sempre così. Riconosco che l’opposizione ha dimostrato responsabilità su questo aspetto e non ha fatto speculazioni. Su questi temi non si può scherzare. E ho sentito interventi unanimi che questa è una soluzione che non potrà mai essere percorsa a San Marino. Dal tavolo di confronto sulla legge bancaria voglio rilevare che la politica sta dimostrando unità di intenti sul ‘problema dei problemi’ relativo al sistema bancario. C’è unità di intenti anche con il sindacato e le associazioni datoriali che stanno partecipando agli incontri.
Sui referendum: hanno vinto i ‘sì’, non ci sono dubbi. Il primo ‘sì’ sulla scheda gialla lo cogliamo con grandissimo favore. E’ stata inserita nella nostra carta de diritti la non discriminazione sull’orientamento sessuale. Per noi della maggioranza, e in particolare per noi di Ssd, è un grandissimo passo avanti di cui siamo orgogliosi. L’altro ‘sì’ che ha vinto sulla modifica legge elettorale: lo avevo già detto che sarei stato molto dispiaciuto nel cambiare legge elettorale così come chiesto dal comitato promotore e confermo questo dispiacere. Sarà un peccato cambiare la legge così come chiesto dal comitato referendario. Come cittadini ed elettori ci priviamo di un importante diritto.

Comma 25. Progetto di legge “Avvio della sperimentazione delle Indicazioni curricolari per la Scuola Sammarinese”. Approvato con 26 voti a favore, 3 contrari e 6 astenuti
Fabrizio Perotto, Rf, relatore di maggioranza
La scuola sammarinese, nel corso degli anni, ha utilizzato testi programmatici afferenti a diversi periodi. La scuola dell’infanzia ha fatto propri gli Orientamenti del 2004, la scuola elementare ha i programmi del 1987, infine le medie al 1979. Gli insegnanti avevano, per cui, programmi e testi diversi e nati in periodi storici diversi. Il lavoro che si è pensato opportuno è quello di dare una cornice unica in cui ci fosse un “filo rosso” che collegasse tutti gli ordini di scuola. La redazione di indicazioni curricolari costituisce una novità, sia nei contenuti che nell’approccio alle varie discipline; infatti gli insegnanti hanno lavorato insieme per ordini di scuola e per diversi ambiti curricolari, ad iniziare dal 2014. Il fine era ed è quello di creare un progetto educativo organico e progressivo, con un’iniziativa educativa unica, concentrata all’educazione della persona.
L’allegato A, parte integrante del progetto di legge, riporta le due fasi operative: nella prima gli insegnanti sono stati divisi in tre gruppi, coordinati dai prof. Giancarlo Cerini, Luigi Guerra e Carlo Petracca. Il primo gruppo ha analizzato tre macro-temi (globalizzazione, flussi migratori ed informatizzazione) e come questi abbiano cambiato la società contemporanea con un focus sulla nostra Repubblica. Il secondo gruppo ha sviluppato l’analisi sull’ambiente di apprendimento, nella consapevolezza che la socializzazione ed un “contest” adeguato possano favorire l’apprendimento dell’alunno. Elemento emerso come prioritario la volontà di creare, ancor di più, un ambiente inclusivo ed il diritto ad una buona istruzione. Il terzo ed ultimo gruppo si è soffermato sulle funzioni, sugli oggetti e sugli strumenti del valutazione scolastica. Oggi la valutazione è l’insieme di funzioni formative, orientative, regolative e proattive. Al contrario un tempo era la misurazione delle conoscenze che l’alunno riusciva ad acquisire: un salto enorme per la scuola sammarinese. La seconda fase si è svolta nell’ultimo anno di lavoro, gli insegnanti sono stati divisi per 10 aree curricolari, due delle quali trasversali: competenze di cittadinanza e digitali. Le indicazioni vogliono essere una traccia per il lavoro annuale che gli insegnanti svolgono in classe nella loro programmazione curricolare. Infine, vi è stata una revisione organica di tutto il lavoro compiuto in 5 anni e riportato nell’allegato A.
Entrando nello specifico del pdl, gli articoli 1 e 2 danno il via alla sperimentazione dall’anno scolastico 2019/2020 per quanto riguarda le innovazioni contenute nella premessa educativa e le due aree di competenza Digitale e di Cittadinanza. Nell’articolo 3, viene enunciato che la seconda fase di sperimentazione relativa alle varie materie curricolari, saranno condotte col metodo della ricerca/azione. L’articolo 4 stabilisce la durata della sperimentazione, mentre l’articolo 5 promuove formazione adeguata rivolta agli insegnanti durante la seconda fase e attiva un sistema di monitoraggio per consentire ai docenti di rimanere in contatto con esperti, raccogliere dati e suggerimenti, valutare adeguatamente la giustezza degli interventi. Questo progetto di legge ha la finalità di arricchire l’offerta formativa sammarinese, sia per ambiti che per contenuti, senza dimenticare tutti gli elementi sociali e culturali che possono entrare in relazione con il lavoro quotidiano dello studente e dell’insegnante.
In conclusione, i gruppi Consigliari di Sinistra Socialista Democratica (SSD), Repubblica Futura e Civico 10 intendono ringraziare tutto il personale docente e gli esperti che hanno collaborato ai gruppi di lavoro per la revisione dei curricola.
Mariella Mularoni, Pdcs, relatore di minoranza
Il presente progetto di legge è stato esaminato nella Commissione Consiliare Permanente competente il 26 marzo 2019 ed approvato con 10 voti favorevoli e 2 astenuti.
Con l’approvazione in II lettura di questo progetto di legge la scuola sammarinese potrà avvalersi di Indicazioni curricolari che sono scaturite dal confronto avvenuto tra i docenti di tutti gli ordini di scuola sammarinese, e rappresenteranno uno strumento operativo a supporto dell’attività didattica in continua evoluzione. La prima fase della sperimentazione riguarderà le innovazioni contenute nella Premessa pedagogica e culturale e le due aree di formazione “Competenze di cittadinanza” e “Competenze digitali”.
Durante il dibattito avvenuto in Commissione le forze di opposizione hanno evidenziato alcune criticità riguardo alla scelta di dare attuazione alla sperimentazione nell’anno scolastico 2018/2019 ( poi slittata al 2019/2020 a seguito di emendamento del Governo), ed adottare successivamente le indicazioni curricolari con Decreto. Il confronto tra la maggioranza e l’opposizione è proseguito anche sulla durata del progetto sperimentale (Art. 4) e la formazione in servizio del personale docente (Art. 5), ma non si è trovata un’intesa. La Democrazia Cristiana ha presentato emendamenti su tutti gli articoli del progetto di legge; sono stati tutti respinti a maggioranza ad eccezione di un emendamento modificativo del titolo che è stato accolto all’unanimità. Alcuni aspetti sono stati parzialmente chiariti attraverso la presentazione da parte del Segretario di Stato di alcuni emendamenti agli art. 1-3. L’emendamento all’art. 1 prevede che la prima fase di sperimentazione delle Indicazioni Curricolari prenda avvio dall’anno scolastico 2019/2020 e non dal corrente anno scolastico. L’emendamento integrativo e modificativo all’art. 3 modifica l’avvio dell’adozione delle scelte curricolari per ciascuna disciplina dall’anno scolastico 2020/2021 a seguito di Decreto Delegato.
Marco Podeschi, Sds Istruzione e Cultura
Questo Pdl sarà una tappa fondamentale per avere indicazioni curriculari nazionale per la Repubblica di San Marino, ed frutto di un lavoro corale, partito nella precedente legislatura e portato avanti in questa da gruppi di lavoro con gli insegnanti e con una forte collaborazione con l’università della Repubblica di San Marino. Verrano attivate linee e competenze digitali per avviare un percorso importante da cui il nostro sistema scolastico troverà giovamento. Il cambiamento avverrà dal prossimo anno scolastico, per una durata quinquiennale, evitando sperimentazioni spesso prorogate. Il Pdl ha un allegato molto corposo frutto di confronto profondo all’interno del sistema scolastico sammariense, ringrazio tutti i soggetti che hanno partecipato alla sua elaborazione. Finalmente abbiamo strumenti a livello nazionale, per evitare di adottare in modo pedissequo indicazioni dall’Italia.
Marina Lazzarini, Ssd
Questo Pdl nasce dal 2014, quando tutta la scuola sammarines ha sentito la necessità di creare un progetto organico complessivo su tutti gli ordini scolastici. Si è arrivati a un testo condiviso che affronta l’idea di scuola in modo approfondito e completo, è un ottimo lavoro che parte dalla base, gli insegnanti, con la guida di esperti e docenti universitari.
Sottolineo due urgenze: la necessità di un curriculum progressivo sul tema della ‘materia alternativa’ all’ora di religione cattolica che affronteremo nel prossio Pdl, curriculum che dovrà essere operativo dal prossimo anno scolastico. Altro tema urgente: la diminuzione demografica con il rischio della chiusura dei plessi, come paventato per la classe prima di Murata. Sul primo tema chiedo al Segretario se è già al lavoro un gruppo specifico. Per il secondo credo che da ogni probema possa venire fuori qualcosa di buono: chiudere plessi o classi credo sia da evitare, mentre è utile valutare proposte organizzative nuove e diverse, quali le classe aperte. Il problema credo si possa risolvere aumentando la qualità dell’insegnamento e il benessere degli studenti, senza dover chiudere classi e plessi.
Fabrizio Perotto, Rf
Ci rendiamo conto che sicuramente, per molti che ci ascoltano, è un progetto di legge molto tecnico e di difficile comprensione, però vorrei focalizzare la nostra attenzione e l’attenzione di coloro che ci ascoltano su alcuni aspetti. Innanzitutto l’importanza per la scuola sammarinese di avere dei curricola propri, e non diciamo assunti da realtà che ci sono vicine, quindi ogni realtà scolastica avrà il proprio percorso scolastico, il proprio percorso formativo. Credo che uno degli aspetti fondanti e fondamentali di questo lavoro sia stata soprattutto la qualità della nostra della nostra scuola e soprattutto la qualità dell’ambiente di apprendimento che i nostri giovani quotidianamente possono testare nella Repubblica di San Marino e- badate bene- la qualità del luogo di apprendimento e non una cosa naturale è una cosa che bisogna creare e San Marino ha sempre puntato tanto sulla qualità dell’ambiente di apprendimento.
Ed è importante che si mantengano ambienti qualitativamente importanti che garantiscano l’apprendimento. Sottolineo un altro aspetto: in passato valeva quanto il bambino apprendeva dalla scuola, oggi si rimarca come il bambino apprende, da che base parte e dove arriva, dobbiamo valuare i progressi che il bambino riesce a fare. Il nuovo documento di valutazione ha ormai qualche anno, da quel documento parte l’evoluzione e la rivoluzione: il bambino non è più valutato su quanto apprende, ma sui progressi nel nostro ambiente di apprendimento. Rimarco la soddisfazione dei nostri gruppi consiliari di maggioranza e ringraziamo chi ha lavorato alacremente a questo Pdl per dare una spinta ancora più innovativa alla scuola sammarinese.
Pierluigi Zanotti, Rf
Andiamo a discutere un Pdl che è la base su cui si andrà a riformare la scuola. Finalmente non si parla di banche, bilancio e sistema finanziario, ma di una riforma che senza troppo clamore deve portare la scuola sammarinese al futuro ed elevare il suo standard già alto. Sono state spese risorse nazionali e docenti sammarinesi in un lavoro approfondito e di grande respiro. Non una semplice trasposizione di indicazioni italiane in salsa sammarinese. Non abbiamo più una sorta di elenco della spesa di cose da studiare.
Pasquale Valentini, Pdcs
Nella realtà la sperimentazione partirà quando ci sarà il decreto delegato che ci dirà come sarano introdotte le varie linee nelle discipline. Di per sé con questo Pdl oi adottiamo un malloppo di 60 pagine di indicazioni curriculari. La legge dice che la prima fase di sperimentazione inizierà quest’anno e si elaborerà su queste indicazioni l’offerta formativa. Si tratterà di tradurre queste 60 pagine in traguardi di competenza, obiettivi, disciplina per disciplina. Sono d’accordissimo sul fatto che la Repubblica di San Marino si sia interrogata sull’individuazione di un percorso sammarinese e non di essere un semplice recettore automatico di percorsi italiani. Ma attenzione: noi abbiamo il dovere di fare in modo che i contenuti e la valutazione dei programmi scolastici sia sostanzialmente corrispondente. Siamo infatti in un regime di assoluta permeabilità, uno studente può passare dalle scuole sammarinesi a quelle italiane e viceversa, se non l’avessimo, avremmo grandi difficoltà. Si deve tenere ben presente questo elemento.

Dichiarazioni di voto
Mariella Mularoni, Pdcs
Come forza politica abbiamo evidenziato alcuni aspetti di criticità che solo in parte sono stati risolti attraverso gli emendamenti, ad esempio che si parti con la sperimentazione dal prossimo anno scolastico, mentre il relativo decreto sarà successivo, è un aspetto che non è risolto. Abbiamo un lavoro che è incompleto che non ci soddisfa pienamente, per questo motivo ci asterremo sul Pdl.
Marina Lazzarini, Ssd
A nome della maggioranza esprimo parere positivo e tutta la maggioranza voterà favorevolmente a un pdl su cui per 5 anni hanno lavorato docenti e dirigenti scolastici, è un progetto partecipato che aumenta la qualità della scuola sammarinese e verrà completato negli anni futuri con i curricula di tutte le discipline, inclusa quella dell’ora alternativa.

Comma 26. Progetto di legge “Istituzione dell’insegnamento Etica, Cultura e Società” (II lettura)

Marina Lazzarini, Ssd, relatore di maggioranza
Il Progetto di Legge che oggi affrontiamo in quest’aula in seconda lettura, nasce da 3 istanze d’Arengo presentate il 2 ottobre 2016, tutte aventi per oggetto l’ora di religione cattolica nelle scuole sammarinesi. In particolare, l’Istanza n. 6 presentava alcune problematicità, la richiesta di eliminare l’esonero introducendo una materia alternativa laica, con la garanzia di pari dignità e cioè prevedendo docenti specifici, inserita strutturalmente nel piano dell’offerta formativa, con una valutazione dedicata inclusa fra le materie determinanti la media dei voti, al pari dell’insegnamento della religione cattolica. Tutte le Istanze vennero respinte, ma fu approvato un Ordine del Giorno che impegnava il Congresso di Stato su 3 punti:

  1. Aprire un confronto sugli accordi esistenti in materia di insegnamento della religione cattolica, affinché il reperimento degli insegnanti sia parificato in termini normativi alle disposizioni già vigenti per il corpo docente nel sistema scolastico sammarinese;
  2. Superare l’istituto dell’esonero per gli studenti che decidono di non avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica, attraverso l’adozione di uno specifico istituto che, con neutralità, assicuri libertà di scelta e proponga un percorso alternativo allo studente, relativo agli ambiti attinenti le diverse culture religiose;
  3. Attivare specifiche disposizioni affinché gli studenti che hanno optato per l’alternativa all’insegnamento della religione cattolica, per quanto attiene alla loro valutazione e anche in caso del calcolo della media dei voti per l’accesso a borse di studio, non subiscano svantaggi.

Il 26 giugno 2018 è stato firmato l’accordo con la Santa Sede, come prevedeva il primo punto dell’ODG, e ratificato in Consiglio il 24 settembre scorso. Un accordo fra Stati, dunque, non più solamente San Marino e Curia del Montefeltro, che prevede l’insegnamento alternativo, riconosce il trattamento economico e normativo del personale incaricato per l’insegnamento della religione cattolica nelle scuole sammarinesi, come stabilito nella Legge 176 del 4 dicembre 2015

Questo importante passaggio dovrà completarsi al più presto con il superamento e la definitiva eliminazione dell’allegato F, l’applicazione dell’articolo 2, comma 1 della Legge 176/2015, in base al quale gli incarichi per l’insegnamento assegnati agli insegnanti di religione avvengono sulla base delle pubbliche graduatorie, formate dall’Ufficio di Gestione del Personale, previa idoneità dell’Ordinario diocesano, espressa esclusivamente all’atto del primo incarico, con effetto permanente.
Il secondo punto dell’ODG per uno stato laico, pluralista, rispettoso di tutte le culture e le persone, è veramente molto positivo. Superare l’esonero all’ora di religione cattolica, proponendo un’alternativa laica strutturata, è per gli studenti e le famiglie da cui provengono il segno concreto del riconoscimento, rispetto e considerazione. La libertà di scelta è tale, infatti, solamente assicurando un percorso alternativo di pari dignità. L’Etica, come definizione, è sia un insieme di norme e di valori morali che regolano il comportamento della persona in relazione agli altri, sia un criterio filosofico che permette di valutare i comportamenti, propri e altrui, rispetto al bene e al male. L’Etica come insieme di norme di comportamento pubblico e privato, stabilite dalla Legge Costituzionale dello Stato, dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, è alla base del patto di cittadinanza per una convivenza civile, solidale e democratica. Questo patto di cittadinanza non si trasmette biologicamente, ma richiede una trasmissione culturale. Un approccio che superi l’etica dell’intenzione, quella per cui “se non l’ho fatto apposta non sono responsabile”, con l’etica della responsabilità, per cui ognuno è responsabile delle conseguenze delle sue azioni. La scuola, attraverso l’insegnamento di “Etica, Cultura e Società”, richiama l’attenzione anche sulle conseguenze delle nostre azioni e sulla loro ragionevole prevedibilità.
L’individuo, cosciente dei propri diritti, diventa cittadino nella consapevolezza e nella responsabilità dei propri doveri. Le cose funzionano se ognuno fa la sua parte, perché come diceva Aristotele, l’uomo è un animale sociale e l’individuo è al servizio del gruppo. La responsabilità sul piano etico, il senso di legalità, la solidarietà, stanno alla base del tessuto sociale, sono i fili che ricuciono il tessuto sociale, oggi più che mai necessario.

La Cultura delle Religioni, i valori che ritornano e si ripetono, i simboli antichi e i loro significati profondi, l’universalità della tensione umana alla spiritualità: tutto questo è alla base delle nostre radici storiche ed assume un valore universale quando analizzato e studiato globalmente, in relazione ad altre realtà.
Il terzo e ultimo punto dell’ODG stabilisce che la valutazione relativa alla disciplina “Etica, Cultura e Società” debba seguire gli stessi canoni e procedimenti delle altre materie di insegnamento, quindi che il peso e il valore in caso di calcolo della media dei voti per l’accesso a borse di studio segua gli stessi criteri. L’articolo 3 del PdL individua gli insegnanti per questa nuova materia in ogni ordine scolastico. Nella scuola Elementare saranno i docenti di base, che già risultano essere in compresenza con l’insegnante di Religione. In questo ordine scolastico l’organizzazione, dunque, non sarà complicata; tuttavia sarà necessario fornire a tutti gli insegnanti di base una formazione specifica prima dell’inizio del prossimo anno scolastico, in base alle indicazioni curricolari che saranno predisposte dal Consiglio del Dipartimento Istruzione. Sarà, inoltre, indispensabile assicurare nel Decreto attuativo che gli insegnanti di base della scuola Elementare non debbano mai essere coinvolti in attività di sostituzione interna dei colleghi durante la compresenza con l’insegnante di Religione, qualora siano presenti in classe alunni che abbiano scelto la disciplina alternativa. Nel caso contrario si vanificherebbe ogni indicazione della Legge che andiamo ad approvare. Per la Scuola Media e Superiore l’insegnamento verrà sostenuto dai docenti in servizio con orario da completare. Anche in questi ordini scolastici sarà indispensabile assicurare nel Decreto attuativo che i docenti di “Etica, Cultura e Società” non debbano mai essere coinvolti in attività di sostituzione interna dei colleghi. Ai Dirigenti il compito di organizzare gli spazi e gli orari nel modo più adeguato e razionale possibile.
La sperimentazione che si avvia con questa legge, vedrà sicuramente spazi di collaborazione fra i docenti e fra i gruppi degli studenti, per la costruzione di percorsi comuni e di momenti di confronto con il preciso scopo di superare eventuali conflitti e contrapposizioni per il consolidamento di una scuola pluralista e aperta al dialogo, una scuola formativa del cittadino di una Repubblica che si vuole proporre al mondo come punto di riferimento per il dialogo interculturale, interreligioso, promotrice e costruttrice di percorsi di Pace. In conclusione, l’istituzione di questo nuovo insegnamento è particolarmente significativo e importante nel cammino culturale e civile del nostro Paese, poiché, oltre a valorizzare il·ruolo fondamentale di tutte le famiglie nelle scelte educative che riguardano i figli, senza fare distinzione alcuna, questa nuova disciplina sicuramente favorirà la costruzione di un tessuto sociale positivo, che superi conflitti e contrapposizioni ideologiche, col sostegno concreto della conoscenza culturale reciproca, alla base di ogni percorso di pace e convivenza.
Mariella Mularoni, Pdcs, relatore di minoranza
Il presente progetto di legge è stato presentato dal Segretario alla Pubblica Istruzione nella sessione consiliare di gennaio 2019 ed esaminato nella Commissione Consiliare Permanente competente il 26 marzo 2019. E’ il risultato di un Ordine del giorno approvato nella seduta del Consiglio Grande e Generale del 22 febbraio 2017, con cui il Congresso di Stato si impegnava a presentare un percorso alternativo all’insegnamento della Religione Cattolica che superasse l’istituto dell’esonero per quegli studenti che non volessero avvalersi dell’insegnamento della Religione Cattolica. Lo stesso o.d.g. dava mandato al Congresso di Stato di aprire un confronto sugli accordi esistenti in materia di insegnamento della Religione Cattolica per parificare, in termini normativi, gli insegnanti alle disposizioni vigenti per il corpo docente nel sistema scolastico sammarinese. AlI’odg ha fatto seguito l’Accordo tra la Repubblica di San Marino e la Santa Sede per l’insegnamento della Religione Cattolica nelle scuole pubbliche firmato a San Marino il 26 giugno 2018 e ratificato nel Consiglio Grande e Generale del 27 settembre 2018, con il quale la Repubblica di San Marino assicura l’insegnamento della Religione Cattolica nelle scuole pubbliche di ogni ordine e grado, attribuendo ad esso uno “status ed una dignità formativa e culturale pari a quello delle altre discipline curricolari e dà la facoltà di scegliere di avvalersi o no dello stesso insegnamento senza discriminazione alcuna”. Sempre all’interno dell’accordo si fa riferimento ad una “successiva intesa tra le competenti Autorità scolastiche e l’Ordinario del luogo “, per determinare i programmi dell’insegnamento della Religione cattolica e le modalità organizzative.
In sede di discussione del progetto di legge in Commissione il Segretario alla Pubblica Istruzione ha riferito che è in fase di definizione l’intesa e così pure la definizione dello “status” giuridico degli insegnanti di Religione Cattolica, i quali pur beneficiando degli effetti della Legge 176/2015, che ne regolamenta il trattamento economico ed ha portato ad una parificazione, hanno ancora un inquadramento all’interno dell’Allegato F.
In sede di esame del progetto di legge sono stati presentati emendamenti sia da parte della Segreteria alla Pubblica Istruzione che da arte della Democrazia Cristiana. L’articolo 2, comma 2 è stato emendato con un emendamento integrativo della maggioranza in cui si stabilisce che le indicazioni curricolari saranno adottate tramite Decreto Delegato e introdotte in via sperimentale a decorrere dall’anno scolastico 2019/2020; sempre all’art. 2, comma 2 è stato approvato un emendamento aggiuntivo che riguarda la sperimentazione delle Indicazioni Curricolari, affinchè venga attivato da parte del Dipartimento Istruzione un percorso di ricerca azione, durante il periodo di sperimentazione, per i docenti di Etica, Cultura e Società.
La Democrazia Cristiana ha presentato diversi emendamenti a tutti gli articoli, basati sui contenuti presenti nella premessa dell’accordo tra la Repubblica di San Marino e la Santa Sede per l’insegnamento della Religione cattolica, in cui si dice che lo Stato “riconosce il valore della cultura religiosa nel processo educativo globale della persona umana; i principi della Religione cattolica fanno parte del patrimonio storico, culturale e sociale del Popolo sammarinese, e hanno contribuito a forgiarne l’identità”, anche se nel rispetto della libertà di coscienza individuale e della responsabilità educativa dei genitori, viene concessa la facoltà di scegliere se avvalersi o meno dell’insegnamento della Religione Cattolica. Gli emendamenti sono stati elaborati partendo dal principio che lo Stato dovrebbe attivare un insegnamento alternativo che non derogasse però dalle finalità dell’educazione religiosa, che è considerata parte integrante del processo educativo della persona. Dopo ampio dibattito gli emendamenti sono stati tutti respinti ad eccezione dell’emendamento all’art. 3, comma 2, contenente precisazioni sull’individuazione degli insegnanti per l’insegnamento di Etica, Cultura e Società che è stato concordato con la maggioranza ed approvato a maggioranza.
La facoltà di avvalersi o non avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica viene esercitata dai genitori per i minorenni o dagli studenti, al momento dell’iscrizione, mediante la compilazione di apposita richiesta. La scelta ha valore per l’intero anno scolastico e si considera tacitamente confermata per tutti gli anni successivi dove è prevista l’iscrizione d’ufficio. Resta chiaro che la valutazione della disciplina Etica, Cultura e Società, come avviene per l’IRC, fa media alla fine dell’anno scolastico e partecipa alla determinazione della valutazione scolastica ed al credito scolastico.
Con l’approvazione del progetto di legge la scuola sammarinese è chiamata a predisporre una nuova materia alternativa per coloro che non si avvalgono dell’Ire. Detta attività alternativa deve configurarsi come una disciplina inserita nel Pof, organica e strutturata, con una programmazione annuale dettagliata che tenga conto di un contesto di pluralismo culturale e di una società multiculturale e multireligiosa. Il progetto di legge è stato approvato con 10 voti favorevoli e 1 astenuto dopo un confronto sereno tra tutti i membri di commissione.

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