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Operazione Ares, duro colpo alla mafia foggiana: 50 arresti in tutta Italia

Tra le accuse estorsione, tentato omicidio e spaccio

Pubblicato:06-06-2019 06:22
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:22
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ROMA – Associazione di tipo mafioso, estorsione, tentata estorsione, associazione finalizzata al traffico di droga, spaccio, danneggiamento, reati in materia di armi, lesioni personali e tentato omicidio, aggravati dalle finalità mafiose. Queste le accuse riportate sull’ordinanza emessa dal gip del tribunale di Bari su richiesta della procura distrettuale antimafia barese in relazione ad ‘Ares’, l’operazione di polizia condotta nelle prime ore di stamane e che rimanda al dio greco della guerra perché gli arrestati sono componenti di gruppi criminali senza scrupoli.

Nelle intercettazioni telefoniche si sente Franco Nardino, uno dei 50 arrestati questa mattina, promettere sangue per affermare il dominio a San Severo del proprio gruppo nella gestione dei traffici illeciti. Gli arrestati – ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, estorsione, tentata estorsione, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, spaccio di droga, danneggiamento, reati in materia di armi, lesioni personali e tentato omicidio, aggravati dalle finalità mafiose – non esitavano a “spaccare le corna” a chi si opponeva alle loro attività. Nello specifico, l’ordinanza emessa dal gip del tribunale di Bari ha travolto esponenti di primo piano delle famiglie La Piccirella e Nardino, considerate egemoni nel territorio di San Severo e autonome rispetto ai clan e alle organizzazioni criminali del foggiano. E’ a loro, ed è la prima volta, che viene contestata l’associazione di tipo mafioso. Tra i destinatari del provvedimento restrittivo ci sono Giuseppe Vincenzo La Piccirella e Severino Testa, considerati dagli inquirenti capi del clan La Piccirella, e Franco e Roberto Nardino, a capo dell’omonimo clan.

I gruppi sanseveresi nella volontà di predominare e gestire i traffici di droga hanno creato tensioni – riferiscono gli investigatori – tra i vari esponenti della mala. E l’affermazione territoriale e il conseguimento della leadership si è basata sull’uso indiscriminato della violenza: l’eliminazione fisica dei rivali. Le complesse indagini sono iniziate 4 anni fa dopo alcuni delitti successi a San Severo e hanno accertato che i gruppi si rifornissero di droga dall’Olanda che riuscivano a piazzare sul mercato ricorrendo a gesti e ritualità mafiose fatte di intimidazioni e crudeltà.


L’operazione di questa mattina, supportata con 30 equipaggi dei reparti Prevenzione crimine, ha visto l’impiego di oltre 200 poliziotti in provincia di Foggia e altri nelle province di Napoli, Milano, Salerno, Rimini, Campobasso, Pescara, Chieti, Teramo, Ascoli Piceno e Fermo. Contestualmente è stata eseguita anche una seconda ordinanza cautelare emessa sempre dal Gip di Bari su richiesta della Ddd, che ha consentito l’arresto per tentato omicidio di Adriano Marchitto e Anna Cira Gualano, un tentato omicidio che non è stato mai denunciato e commesso a San Severo il 4 marzo scorso. Anche in questo caso è stata contestata l’aggravante mafiosa. Per gli investigatori, l’episodio trae origine dalle indagini seguite all’omicidio di Michele Russi ucciso nel novembre dello scorso anno a San Severo da due ignoti nella sala da barba e in cui furono anche ferite altre due persone.

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