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Ilaria Alpi, declassificati oltre 70 documenti su traffici d’armi e rifiuti tossici

I documenti saranno disponibili per consultazione nell’area web dell’archivio storico della Camera dei deputati nei prossimi giorni.

Pubblicato:06-06-2017 10:43
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:18

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ROMA – Più di settanta documenti provenienti dal Sismi e acquisiti nella scorsa legislatura sono stati oggi declassificati dalla commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti, presieduta dall’onorevole Alessandro Bratti. I dossier – che fanno parte della documentazione relativa all’inchiesta sulle ‘Navi a perdere’ – riguardano i traffici internazionali di armi e rifiuti, la figura di Giorgio Comerio (imprenditore italiano già oggetto di diverse inchieste della magistratura e del parlamento) e il caso Alpi-Hrovatin.

Di particolare interesse è un messaggio proveniente dall’allora capo dipartimento APS del Sismi, datato 14 settembre 2005, che delinea un profilo informativo sulla compagnia di pesca somala Shifco, già al centro delle inchieste giornalistiche di Ilaria Alpi, inviata Rai uccisa in un agguato a Mogadiscio, insieme all’operatore Miran Hrovatin, il 20 marzo 1994. Nel documento il servizio militare ricostruisce la storia e la reale proprietà della compagnia somala, nata all’epoca del governo di Siad Barre “in joint venture tra al società ittica governativa somala e una società italiana, gestita dalla famiglia Murri”.


Scrivono i funzionari del Sismi: “La Shifco risulta essere implicata anche nel traffico di armi per conto di capi clan che gli hanno concesso i diritti di pesca nelle loro acque”. Prosegue il documento declassificato: “Per tali attività la Shifco risulta avere contatti con un mediatore di affari, tale Victor Bout, di nazionalità ucraina o russa”. Victor Bout, conosciuto a livello mondiale con il soprannome di “mercante di morte”, è stato arrestato nel marzo del 2008 in Thailandia da agenti della Dea, con l’accusa di aver fornito missili terra aria alle Farc colombiane. Dopo la sua estradizione negli Usa, Bout è stato condannato dal Tribunale di New York nel novembre 2011 e definito dalle autorità giudiziarie statunitensi come uno dei principali trafficanti di armi a livello mondiale.

Tra i documenti declassificati vi sono poi alcuni dossier relativi al noto Giorgio Comerio, già audito nel 2015 dalla commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti. L’imprenditore italiano – che tra gli anni ’80 e ’90 proponeva con la sua holding ODM di inabissare nei fondali marini i rifiuti radioattivi – è stato oggetto di diverse note informative da parte dei servizi militari anche in epoca recente. In un documento del Sismi del 9 settembre 2008 viene riattivata la struttura del servizio militare “per svolgere gli opportuni riscontri informativi in territorio nordafricano (all’epoca Comerio era residente in Tunisia, ndr) utili alla localizzazione del latitante (il 22 febbraio 2008, annota il Sismi in altra nota, era stato emesso un ordine di carcerazione dalla Procura della Repubblica di Bolzano, per scontare una pena residua) e l’eventuale conferma del suo progetto criminale”.

Il 28 ottobre 2008, in altra nota del Sismi, viene proposta una attività di “Signint” (ovvero di intercettazione) nei confronti del Comerio; proposta poi non accolta, come risulta da un terzo documento declassificato, datato 15 dicembre 2008: “La normativa attualmente in vigore non consente di svolgere attività tecnica – si legge nel messaggio declassificato – su utenze telefoniche, nazionali o estere, in uso a connazionali”.

Sono stati poi declassificati una serie di report riassuntivi del Sismi relativi ai traffici di armi e materiale radioattivo tra il 1994 e il 1995. Tra questi vi sono alcune note informative relative a traffici di uranio avvenuti all’epoca ed intercettati dai servizi di sicurezza. Nelle stesse note il Sismi richiama la lista delle navi affondate nel Mediterraneo tra il 1990 e il 1995 (documento già declassificato nei mesi scorsi dalla commissione), senza, però, fornire ulteriori elementi sull’argomento.

I documenti saranno disponibili per consultazione nell’area web dell’archivio storico della Camera dei deputati nei prossimi giorni.

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