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‘Senza madre’ al cinema degli artisti di Fermo

L'avvocata Sciarresi: "I tribunali dei minori andrebbero eliminati, i giudici onorari chi sono?"

Pubblicato:06-05-2023 16:36
Ultimo aggiornamento:06-05-2023 16:36
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Senza madre
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ROMA – Come ogni venerdi, nella consueta rassegna del mese, il Cinema degli Artisti di Fermo nella fantastica sala affrescata incorniciata da fotografie, statue e arredi sacri, vecchi fasti della cappella religiosa che fu, presenta un libro. È stato il venerdi di ‘Senza Madre’, libro d’inchiesta scritto da dieci giornaliste ed edito dalla Magi che porta all’attenzione le vicende dolorose di ingiustizia che colpiscono i minori tolti alle mamme in nome di perizie che le classificano come alienanti o ostative. Separazioni e storie che nascono quasi sempre da violenza domestica o abusi nelle mura di casa. Hanno partecipato due delle autrici; l’avvocata Donatella Sciarresi e la psicologa Simona Cardinaletti.

“I bambini non hanno alcuna protezione. Non ascoltiamo i bambini. La spina dolente è il Tribunale per i minorenni: dovrebbero essere eliminati. Pensiamo che l’ascolto dei minori viene fatto da giudici onorari che non sono giudici”, ha spiegato l’avvocata Sciarresi mettendo in luce come nelle aule di giustizia sia ignorato il volere del minore, così come la sua paura preferendo credere una madre ostativa e indagare su di lei con una perizia, invece di passare sotto la lente l’uomo denunciato per violenza che i figli temono.
Se il famoso costrutto dell’alienazione parentale (oggi sconfessata ma che torna sotto altri nomi) è passato facilmente nella narrazione giudiziaria, secondo la psicologa Cardinaletti che dirige una casa rifugio dal 2022, è perchè nel retroterra culturale, aldilà di ogni riforma dello stato di famiglia, persiste “ancora l’idea che sia la madre che custodisce le relazioni, che debba mediare con il padre, con una mistica e retorica della famiglia”. Lo ha evidenziato anche Nadia Somma, autrice intervenuta alla presentazione e da anni impegnata al fianco delle donne vittime di violenza per il centro Demetra: “Prima nei casi più gravi una donna usciva dalla violenza massimo in 1 anno e mezzo, poi era libera, ma ora no…non finisce mai”.

Dietro questo meccanismo, oltre ad alcune storture che il libro Senza Madre mette in luce, dalla mancanza di comunicazione penale-civile, al ruolo dei giudici appiattito sui periti della psiche, c’è il “totem dalla bigenitorialità. Un principio in sè giusto- dice Somma- ma non sempre e comunque, non quando c’è un vissuto di violenza” ad esempio, non calpestando l’integrità di un bambino. Si arriva al paradosso di obbligare una donna che ha denunciato il suo carnefice a dover parlare, negoziare e incontrare l’uomo denunciato, portando i figli a stare in questa condizione fino al rischio che il padre voglia toglierli alla madre, come spesso accade in questi casi, usandoli come arma di controllo e vendetta sulla donna che ha messo fine alla violenza. Un copione che si ripresenta da manuale. E che arriva a volte a epiloghi estremi e senza ritorno. Per questo nel libro un capitolo è dedicato proprio ai figlicidi.


‘Senza Madre’ è anche e soprattutto il libro dei bambini: non ascoltati, prelevati coattivamente e internati in casa famiglia, strappati alla madre e sottoposti a terapie di reset. O morti per mano dell’uomo violento che aveva promesso vendetta e che nessuno ha fermato: come accaduto a Federico Barakat, a Daniele Paitoni o alle piccole Anna e Olivia, ufficialmente sparite nel nulla.

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