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Allarme rosso Pd e M5S: per chi suona la campana Ayuso?

L'editoriale di Nico Perrone per Dire Oggi

Pubblicato:06-05-2021 17:18
Ultimo aggiornamento:06-05-2021 17:18

matteo salvini_imago
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ROMA – Da Madrid un campanello d’allarme per il Pd di Enrico Letta e il M5S di Giuseppe Conte (si spera). La vittoria alle amministrative di Isabel Diaz Ayuso, di fatto nuova leader del Partito popolare e della destra spagnola, sta creando forte preoccupazione dentro lo schieramento del centrosinistra. Perché la ‘sindaca’ ha stracciato la sinistra facendosi paladina della libertà anche in tempo di covid. Libertà di aprire e lavorare sempre e dovunque, libertà per i cittadini di fare quello che vogliono. Qui da noi è Matteo Salvini, leader della Lega, che sta cavalcando il tema, chiedendo ogni ora che passa di aprire questa o quell’attività, di togliere i divieti, facendosi pure fotografare con il cartello ‘riaprire le piscine’. Per questo urge cambiare strategia, e vedrete che molto presto anche a livello di Governo si affermerà quel realismo politico del “Massì, e fatevela sta birra alle 2 di notte in piazza con gli amici”. Incrociando le dita. Ma il problema politico, per le forze del centrosinistra, resta e va risolto: perché ad ottobre si voterà nelle più importanti città italiane e bisognerà per tempo presentarsi con una nuova immagine, diversa da quella rigorista seguita finora.

Per quanto riguarda gli altri temi politici, a quanto si è appreso, tra 24 ore Nicola Zingaretti, presidente della Regione Lazio, dovrebbe annunciare il suo Sì alla corsa a sindaco di Roma. In queste ore si sta trattando tra Pd e M5S, per trovare un’intesa visto che il Movimento sosterrà la sua Sindaca uscente, Virginia Raggi. Sondaggi alla mano, Zingaretti la ‘schiaccerebbe’, sarebbe lui se non a vincere al primo turno quello che arriverà al ballottaggio. A quel punto il M5S dovrebbe convergere su di lui al secondo turno per battere il candidato delle destre. Ma non è solo questo il nodo politico dell’accordo: perché Zingaretti non correrà se non avrà certezza di portare a conclusione l’impegno preso con i cittadini del Lazio sul piano vaccinazioni contro il covid. Quindi resterà in carica anche durante la campagna elettorale, dimettendosi da presidente della Regione solo a ridosso del voto di ottobre. A quel punto le regionali si terrebbero dopo tre mesi, lontano dal risultato di Roma, con Pd e M5S liberi di fare un’alleanza fin da subito.

Ma i conti vanno fatti sempre con l’oste presente. E per quanto riguarda il M5S nemmeno si sa come arrivare al conto. Infatti la decisione di ieri del tribunale di Cagliari, che di fatto non ha riconosciuto il reggente Vito Crimi titolare legale del Movimento, ha creato il caos. Oggi Giuseppe Conte, il nuovo capo politico indicato da Beppe Grillo, ha intimato a Casaleggio di consegnare subito l’elenco degli iscritti altrimenti si rivolgerà al Garante della privacy. A Milano qualcuno è scoppiato a ridere. Non può essere questa la strada da seguire, ci vorrà troppo tempo e il Movimento già adesso è attraversato da una furibonda lotta intestina, che non si vede ma già con morti, feriti e un odio crescente tra le varie aree politiche. Per questo in molti stanno spingendo su Conte, perché si decida ad abbandonare il vecchio vascello ormai alla deriva e mettere subito nel mare della diversa fase politica una nuova associazione, con nuovi iscritti e nuove regole. Non tutti saranno contenti certo, ma di sicuro più tempo passerà più arrabbiati ci saranno, e con la rabbia non si va lontano.


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