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Soft Power Series al via in versione virtuale, influencer e creativi per il futuro dell’Africa

L'edizione 2021 dell'Africa Soft Power Series si svolge dal 5 al 25 maggio: tra gli ospiti l'imprenditrice liberiana Laureine Guilao e Shikoh Gitau

Pubblicato:06-05-2021 17:06
Ultimo aggiornamento:06-05-2021 17:06
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Soft Power Series
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ROMA – Il potenziale creativo e l’industria della conoscenza dell’Africa; e poi la rete di comunità e di diaspore che può promuoverli e rafforzarli in tutto il mondo: a parlarne influencer, leader e “menti brillanti” del continente nel corso della seconda edizione dell’Africa Soft Power Series, online per 20 giorni.

L’iniziativa è promossa dal movimento dell’Africa Soft Power Project ed è cominciata ieri, in occasione della Giornata mondiale dell’African Heritage, istituita dall’Unesco nel 2015 e celebrata ogni anno il 5 maggio. Il termine della kermesse coincide invece con la Giornata dell’Africa, che ricorre il 25 maggio, giorno in cui nel 1964 venne fondata l’Organizzazione dell’unità africana, progenitrice dell’odierna Unione Africana.

Il tema dei lavori di quest’anno è “Ponti: il passato, il presente, il futuro”. Gli incontri, si legge sul portale OkayAfrica, verteranno attorno a produzione cinematografica e musicale, moda, tecnologia e strategie per accelerare la crescita economica e culturale del continente.


A dare voce a questi temi numerosi ospiti, tra i quali l’imprenditrice liberiana Laureine Guilao e Shikoh Gitau, pure imprenditrice, keniana, amministratrice delegata della società di innovazione digitale Qhala. Secondo la fondatrice delle Africa Soft Power Series, la nigeriana Nkiru Balonwu, il successo globale delle star della musica afrobeat Wizkid e Burna Boy dimostra “la crescente influenza della creatività africana a livello globale”.

Le ha fatto eco il co-organizzatore dell’iniziativa, Obi Asika, pure nigeriano, che a OkayAfrica ha detto che lo scopo della manifestazione è “mettere in contatto l’Africa e la diaspora nera nel mondo per fare rete e svilupparsi insieme”, in vista di un futuro più connesso “di cui beneficerà l’umanità intera”.

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