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Ucraina, mercenario arrestato a Messina: combatteva con milizie filo russe

I carabinieri del Ros avvertono sulla "esistenza e operatività" di una "struttura organizzata" attiva nell'area Italia-Ucraina e "dedita al reclutamento e al finanziamento di mercenari destinati ad integrare le fila delle milizie separatiste filorusse nella regione del Donbass"

Pubblicato:06-05-2021 12:28
Ultimo aggiornamento:06-05-2021 12:28

mercenario ucraina
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PALERMO – Da Messina al Donbass, nell’Ucraina orientale, per combattere dietro pagamento al fianco delle milizie filo-russe nel conflitto armato che a partire dal 2014 si è sviluppato tra l’esercito ucraino e le truppe filorusse, senza essere cittadino di quello Stato, né stabilmente residente. È la storia di un 28enne, R.G., arrestato dai carabinieri del Ros all’alba di oggi con l’accusa di avere violato la legge che ha ratificato la Convenzione internazionale di New York del 4 dicembre 1989 sul contrasto al fenomeno dei ‘mercenari’.

Le ricerche si sono svolte a Messina e Lodi, ultimi domicili della famiglia del ricercato, e contestualmente sono state attivati i canali di cooperazione internazionale per l’esecuzione del provvedimento all’estero, dove il 28enne si sarebbe trasferito dal 2016 per svolgere quella che la Convenzione di Ginevra del 12 agosto 1949 definisce attività di “combattente illegittimo”.

Il giovane, dopo essere stato reclutato in Italia, combatteva “in cambio di un corrispettivo economico” al fianco delle milizie filo-russe nel conflitto con l’esercito ucraino. Gli viene pertanto contestata anche l’aggravante della transnazionalità, “poiché le condotte – spiegano i carabinieri – si inquadrano in un gruppo organizzato, impegnato in attività criminali in più di uno Stato“.


I militari hanno eseguito anche perquisizioni finalizzate alla ricerca di prove che potrebbero definire il ruolo di eventuali facilitatori che avrebbero agevolato e sostenuto, anche finanziariamente, le attività dei mercenari nel Donbass. Le indagini, avviate nel 2019 e coordinate dalla Dda di Messina, diretta dal procuratore Maurizio de Lucia, si sono avvalse anche dell’analisi dei flussi finanziari internazionali e dei dati forniti da Facebook sulla base di una commissione rogatoria con gli Stati Uniti avviata dalla procura peloritana.

È stato così possibile documentare che il 28enne operava come combattente mercenario nella regione del Donbass, dove si era stabilito dal 2016, condividendo mediante i social network le proprie attività militari con congiunti e amici, alcuni dei quali gli chiedevano consigli e indicazioni per intraprendere la stessa attività.

ROS: IN ITALIA SISTEMA RECLUTAMENTO

I carabinieri del Ros avvertono sulla “esistenza e operatività” di una “struttura organizzata” attiva nell’area Italia-Ucraina e “dedita al reclutamento e al finanziamento di mercenari destinati ad integrare le fila delle milizie separatiste filorusse nella regione del Donbass”. La circostanza emerge dall’indagine che ha portato all’arresto di un messinese di 28 anni, R.G., che aveva lasciato l’Italia per combattere dietro pagamento al fianco delle milizie filo-russe nel conflitto armato che si è sviluppato a partire dal 2014 contro l’esercito ucraino.

La struttura era già emersa nel 2018: un “circuito” che secondo i militari coinvolge soggetti provenienti da diverse regioni d’Italia che hanno intrapreso l’attività di “combattenti”, schierati al fianco delle milizie filorusse e contro l’esercito regolare ucraino nei territori contesi delle autoproclamate repubbliche di Donetsk e Lugansk. In questo contesto “particolarmente allarmanti – dicono i Ros – sono risultati i rapporti dell’indagato messinese con altri mercenari e, in particolare, con Andrea Palmeri, livornese, detto ‘il generalissimo’, già destinatario di un mandato di arresto europeo in quanto ritenuto responsabile di arruolamento-reclutamento di mercenari a scopo terroristico-eversivo ed associazione per delinquere”.

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