ROMA – Dopo il successo di ‘Fuocoammare‘, il documentario di Gianfranco Rosi vincitore nel 2016 dell’Orso d’oro a Berlino, il cinema torna a parlare di migranti.
Da pochi giorni sono infatti iniziate a Lampedusa le riprese di ‘Lacrime di sale’, il nuovo film di Maurizio Zaccaro che vedrà Sergio Castellitto nei panni di Pietro Bartolo, il medico da anni in prima linea nel fronteggiare il fenomeno degli sbarchi sull’isola siciliana. Il film è tratto dall’omonimo libro (uscito lo scorso anno ed edito da Mondadori) scritto a quattro mani dal medico di Lampedusa insieme alla giornalista Lidia Tilotta.
Per saperne di più, l’agenzia Dire ha contattato il dottor Bartolo. Ecco cosa ci ha raccontato:
“È stata una piacevole sorpresa, ma soprattutto perché questo interesse nei miei confronti accenderà ancora una volta i riflettori sul fenomeno dell’immigrazione, un obiettivo che perseguo da anni. Per cui che si tratti di un libro oppure di un film, non posso che essere contento dell’attenzione che ‘l’arte’ presta a questo tema. In modo particolare il cinema, che ritengo essere un’arma potentissima, già con ‘Fuocoammare’ mi ha dato la possibilità di diffondere il messaggio dell’accoglienza al mondo intero: grazie a quel documentario, oltre all’Europa, siamo riusciti a raggiungere anche gli Stati Uniti, tra l’altro in un momento storico delicato durante l’ascesa di Trump”.
“È molto difficile. Da circa due anni giro per le scuole e le università per parlare di immigrazione perché ci credo e perché spero che almeno i giovani comprendano qual è la verità, che non è quella che spesso ci propinano in televisione, dove alcuni giornalisti hanno tutto l’interesse di far apparire queste persone come dei mostri o degli alieni da cacciare via. Grazie al mio lavoro sono quotidianamente a contatto con i migranti, persone assolutamente normali, forse anche migliori di noi. Allora torno a ripetere che sono contento che ‘Lacrime di sale’ diventi un film, non perché racconti la mia storia, ma perché avrò di nuovo la possibilità di far conoscere la realtà che vivo al grande pubblico”.
“Certamente sono contento. Ho avuto modo di conoscerlo e, oltre ad un grande professionista, è una persona straordinaria, molto attenta e sensibile a questo genere di tematiche così attuali. E le conosce davvero molto bene, più di me!”.
“Mi fa veramente piacere che Castellitto abbia voluto interpretare il ruolo di Pietro Bartolo, non perché sia io, ripeto, ma perché racconterà la storia di un medico di Lampedusa che da quasi 30 anni si occupa del fenomeno degli sbarchi. Ci tengo sempre a sottolineare, però, che come me esistono moltissimi altri medici impegnati ogni giorno su questo. Spero che con la sua interpretazione Castellitto riesca a diffondere ancora più forte quel messaggio dell’accoglienza e a tenere alta l’attenzione sul tema, perché le cose si dimenticano presto…”.
“Purtroppo non sempre, perché ultimamente se non sono a lavoro in banchina sono in giro a raccontare la mia esperienza. Ma ho conosciuto anche il regista, Maurizio Zaccaro, una cara persona, anche lui molto attento al tema dei migranti, e sono certo che il suo film riuscirà a dare uno scossone a chi ancora oggi non recepisce o fa finta di non recepire l’importanza di alcuni contesti. E questo per me è molto importante”.
“Dopo il blocco delle partenze dalle coste libiche il flusso migratorio si è ridotto in modo sostanziale, anche se adesso arrivano parecchi migranti dalla Tunisia. Ma devo dire che si tratta di ragazzi abbastanza sani, che abbandonano il loro Paese in cerca di un futuro migliore. Purtroppo la Tunisia ultimamente ha avuto un crollo economico a seguito di due attentati e la sua economia, che si stava riprendendo grazie al turismo, ha subito un brutto colpo. Per questo i più giovani non sanno cosa fare e cercano di andare via”.
“Il centro ovviamente non è chiuso del tutto e quando i migranti arrivano vanno lì. I lavori sono comunque iniziati e speriamo che presto si possa rimettere in piedi, in modo tale da poter dare un’accoglienza più umana in una struttura adeguata. In realtà recentemente non mi capita di andarci spesso, perché mi occupo principalmente dell’accoglienza in banchina e al molo”.
“Non ho appoggiato nessun partito, né la Lega, né il Movimento 5 Stelle e neanche il Pd, perché dopo l’accordo del governo con la Libia mi sono sentito un po’ tradito. Non ho gradito la scelta presa dal centrosinistra perché le persone in Libia non vengono trattate bene, anzi, vengono chiuse nei lager e torturate. Di Liberi e Uguali ho invece condiviso il programma, soprattutto perché la parte riguardante il tema dell’immigrazione rispondeva senza dubbio di più a quelle che sono le mie idee. Ma non faccio parte di nessun partito”.
“Sì, ma ho rinunciato perché ritengo che in questo momento sia più importante occuparmi dei migranti che andare al governo. E poi ora la situazione è difficile e mi sembra che prevalgano più gli interessi di potere e comando che il bene di questa povera Italia, così maltrattata”.
“Lo dico sempre: gli italiani non sono ‘cattiva gente’ e spesso chi compie atti di xenofobia o razzismo lo fa perché male informato da alcuni politici e soprattutto da alcuni giornalisti, che per fortuna non sono la maggioranza, che di questo tema ne hanno fatto il loro cavallo di battaglia traendone a volte dei benefici. Così a volte capita che le persone, spaventate da quello che sentono, finiscono per dargli ragione. Come se tutti i problemi dell’Italia derivassero dall’immigrazione…”.
“Semmai ci sarà un nuovo governo, mi auguro che affronti il tema dell’immigrazione con intelligenza, razionalità e lungimiranza, perché credo sia una ricchezza e un’opportunità, non certo un problema. Ecco, dovremmo tutti iniziare a considerare chi arriva sulle nostre coste un essere umano che ha di sicuro bisogno di essere accolto, ma che può dare una mano anche a noi, visto che per esempio non facciamo più figli e su questo siamo il fanalino di coda dell’Europa. E questo sì che è un problema…”
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