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Mamma Giunti: “Giovedì m’incateno a Montecitorio, ridatemi mio figlio”

L'Associazione Verità altre estende l'invito ad unirsi a questo sit di giovedì 8 aprile in Piazza Montecitorio alle mamme coraggio per "chiedere tutele alle Istituzioni"

Pubblicato:06-04-2021 11:00
Ultimo aggiornamento:06-04-2021 13:29
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ROMA – Giovedì 8 aprile in Piazza Montecitorio dalle 9 alle 13.30, mamma Giada Giunti, che da anni chiede di poter avere il figlio con sè, s’incatena per lanciare di nuovo il suo appello: Ridatemi mio figlio, ridateci i nostri figli”. Lo fa sapere in un comunicato stampa l’Associazione Verità altre di cui Giada Giunti è vicepresidente che estende l’invito ad unirsi a questo sit in alle mamme coraggio per “chiedere tutele alle Istituzioni, in particolare alla nuova Ministra Cartabia”.
L’avvocato Carlo Priolo, presidente dell’associazione Verità Altre, nella nota nota ricorda che questa manifestazione nasce “dopo il decimo rigetto in Corte d’Appello in un anno e mezzo, da parte di un collegio precedentemente ricusato”.

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Giada Giunti fa un appello a tutti i genitori che sono nella sua condizione: “Io senza mio figlio non vivo più, unitevi per dare voce ai nostri figli. Da 5 anni mi è stato allontanato, non lo vedo e non sento. L’accusa nei miei confronti è l’abbandono di minore nel circolo dove mio figlio svolgeva attività sportivo-agonistica ed in contrapposizione di essere poi simbiotica”.


“Sono ormai tanti i nomi noti- segnala l’associazione nella nota stampa- che documentano come il sistema affidi è diventato una vera e propria fonte di guadagno che non solo non tutela i bambini, ma gli stessi vengono catapultati in un sistema infernale assieme ai propri genitori là dove subiscono ulteriore violenza, quella istituzionale.

La politica, a firma del vicepresidente della Camera dei Deputati Fabio Rampelli, la stessa Giorgia Meloni, Mariateresa Bellucci, Stefania Ascari, Veronica Giannone, il senatore Lucio Malan e la presidente della Commissione d’inchiesta sul femminicidio ed altre forme di violenza, la senatrice Valeria Valente segnalano continuamente attraverso interrogazione parlamentari questo sistema che allontana i figli dalle proprie mamme, una percentuale maggiore, per affidarli alle case famiglia, ai padri anche quando sono stati condannati in ambito penale”. E conclude: “Numerosi sono gli psicologi, psichiatri, neurologi che pongono l’attenzione sulla gravità del fenomeno, come sostiene anche il noto psichiatra Alessandro Meluzzi in una recente intervista rilasciata all’agenzia di stampa Dire“.

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