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VIDEO | Coronavirus, nell’Ogliastra una sartoria è chiusa ma fa mascherine gratis

I titolari della sartoria artigianale "Mario Demurtas" di Jerzu hanno deciso di dare il loro contributo: "Avevamo a disposizione la strumentazione e i materiali". Tanti i volontari al lavoro

Pubblicato:06-04-2020 14:08
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 18:05
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CAGLIARI – Da più di un mese forbici, aghi, filo e macchinari sono fermi nella sartoria artigianale “Mario Demurtas” di Jerzu, piccolo Comune in Sardegna. Non si taglia più la stoffa, non si creano più risvolti, orli e asole e, soprattutto, non si prendono più le misure a quei clienti che, da oltre 60 anni, entrano nella storica bottega ogliastrina per farsi cucire, su misura, abiti e giacche, rigorosamente in velluto. Tutto fermo, anche le mani degli otto dipendenti bloccati a casa dopo le misure imposte per contrastare il contagio del coronavirus. Se finisse così, sarebbe una delle tante storie che, purtroppo, vedono le piccole imprese sarde travolte dalla crisi. Ma questa è una storia diversa, e lo è per merito della titolare della sartoria, Valentina, che da quest’anno ha preso in mano l’azienda dal padre Mario, e, con l’emergenza coronavirus, ha deciso di riconvertire la produzione della bottega, producendo mascherine protettive da donare alla popolazione e al personale degli ospedali.

E allora, ecco che da qualche giorno le mani all’interno della bottega hanno ripreso a tagliare, cucire e assemblare, non semplici dispositivi usa e getta, ma veri e propri strumenti di protezione lavabili, realizzati in cotone, e riutilizzabili con una taschina anteriore per poter inserire, e sostituire, uno strato filtrante da usare e gettare. Prima 10, poi 20, poi 100 fino ad arrivare a 500 al giorno da distribuire, gratuitamente, prima agli impiegati del Comune di Jerzu e nelle case di riposo, poi nei supermarket, nelle edicole, e tra i conoscenti.










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“In un momento come questo ognuno di noi deve dare il suo contributo– spiega Valentina Demurtas-. Per questo stiamo cercando di realizzare nel minor tempo possibile tante mascherine, oggetti introvabili e sempre più preziosi, per donarle. Ormai è una questione di principio, abbiamo richieste da migliaia e migliaia di persone: medici, operatori sanitari, malati, militari, carabinieri, farmacisti. La lista è infinita. E sono pronti i pacchi di mascherine da mandare a Cagliari, in dono all’Azienda per la tutela della salute, che con Confartigianato Sardegna ha sottoscritto un accordo per recuperare questi dispositivi di protezione dalle imprese artigiane che in questo momento non possono utilizzarle”.

L’auspicio, sottolinea, è che “questo gesto venga seguito da tutti i nostri colleghi che hanno micro imprese sparse in tutta la regione. La sartoria è chiusa, ma abbiamo la fortuna di avere dei volontari fantastici che vogliono offrire il loro piccolo grande contributo. Questa iniziativa sta dimostrando il grande cuore delle persone d’Ogliastra, popolo generoso e attivo. A crisi finita, torneremo presto a produrre i nostri prodotti, apprezzati in tutta la Sardegna e non solo. Ma in questo momento dobbiamo aiutare chi ne ha più bisogno. Noi ci siamo, in silenzio e con tanta energia”.

Sottolinea Franco Mereu, co titolare della sartoria: “Abbiamo deciso di fare mascherine quando ci siamo resi conto della situazione disastrosa. Visto che avevamo a disposizione la strumentazione e i materiali, abbiamo deciso di aiutare innanzitutto quelli che hanno bisogno immediato di mascherine, come volontari soccorritori, farmacisti, carabinieri e personale delle case di cura per anziani. Grazie alle volontarie che hanno messo subito a disposizione il loro tempo e la loro preziosa esperienza lavorativa, stiamo consegnando e inviando le nostre mascherine gratuitamente, sia alla popolazione che a tutti gli enti no profit”.

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