NEWS:

Pd cede voti al M5s e a Leu, nel Centro Nord Lega attrae voti pentastellati. E al Sud M5s pigliatutto

I flussi elettorali sono gli interscambi di voto avvenuti fra i partiti nel corso di due elezioni successive. Ecco l'analisi che ne ha fornito l'Istituto Cattaneo

Pubblicato:06-03-2018 12:22
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:35
Autore:

FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

ROMA –  I flussi elettorali sono gli interscambi di voto avvenuti fra i partiti nel corso di due elezioni successive. Ecco l’analisi che ne ha fornito l’Istituto Cattaneo, prendendo in considerazione alcune delle città chiamate al voto per comprendere meglio le dinamiche che hanno portato alla grande affermazione del Movimento 5 stelle, al “sorpasso” avvenuto tra le file del centrodestra (con la Lega che ha sopravanzato FI) e, infine, al tracollo del Pd.

I CRITERI

L’Istituto Cattaneo ha adottato il seguente criterio:

– per le liste non coalizzate (come M5s o Leu) i due voti (alla lista e al solo candidati) sono stati semplicemente sommati;
– per la coalizione di centrosinistra, trattandosi una coalizione fortemente egemonizzata da un partito (Pd) rispetto al quale gli alleati sono quantitativamente assai inferiori, hanno operato allo stesso modo una somma dei due voti;
– per la coalizione di centrodestra, trattandosi di una coalizione caratterizzata dalla presenza di più forze dotate di livelli di consenso piuttosto elevati (Lega e FI, in primo luogo, ma anche Fratelli d’Italia) hanno operato una distinzione a seconda del partito di appartenenza del candidato, aggregando il voto al solo candidati, a seconda dei casi, a FI, alla Lega o a FdI.


Un’altra avvertenza. Le analisi sui flussi elettorali dell’Istituto Cattaneo sono tradizionalmente svolte su singole città. In questo caso, per le città più grandi (come Firenze) hanno operato le stime a livello di collegio. Si può infatti ipotizzare che i candidati dell’uninominale possano 2 spostare i voti dei partiti attivando dinamiche diverse a seconda del collegio. Sarebbe dunque scorretto trattare sezioni di collegi diversi presenti nella stessa città in un’unica stima statistica.

Le tabelle riportano i valori dei movimenti di voto calcolati sul totale del corpo elettorale. In tal modo vengono inclusi nel calcolo anche gli astenuti e chi ha votato scheda bianca o nulla (tutti questi sono aggregati nella categoria denominata “non-voto”). Per facilitare la lettura, sono riportati solo i flussi maggiori di 0,5%.

Brescia

A Brescia i flussi rivelano dinamiche molto interessanti, e per certi versi sorprendenti. Il Movimento 5 stelle “ruba” voti da una parte e li cede alla parte opposta. Più precisamente, vediamo che il 4,9% del corpo elettorale compie il tragitto che va dal Pd al Partito di Grillo (e oggi di Di Maio). Una quota di elettori quasi simile (il 4,7%) esce da quel partito e si dirige verso la Lega. Ecco dunque che i flussi ci rivelano una dinamica più complessa di quello che emerge dal semplice confronto tra gli stock di voto conquistati nel 2013 e nel 2018.

Le stime sui flussi bresciani rivelano che il Pd ha perso quote significative di voti anche verso Leu (l’1,8% del corpo elettorale), verso l’astensione (1,8%) e persino verso la Lega (1,6%) che in questa città, dove candidava una propria esponente, si è rivelata particolarmente forte e attrattiva.

L’elettorato di quello che nel 2013 era il Pdl subisce una perdita significativa verso l’astensione (ben il 3,3% dell’elettorato) e altre perdite di un certo peso verso i suoi alleati (Lega e FdI) e persino verso il centrosinistra.
La Lega, indiscussa vincitrice in questa città, mantiene invece ben serrati i propri ranghi.

I voti della ex-coalizione montiana vanno in maggioranza verso il centrosinistra, ma piccole quote non trascurabili premiano i partiti di centrodestra (FI e Lega). Nessuna forza politica compie significativi recuperi dall’astensione.

Parma

A Parma (città che, ricordiamo, è governata dall’ex-cinquestelle Pizzarotti, la cui rielezione costò al M5s una pesante sconfitta alle ultime comunali), il M5s perde una quota molto rilevante di voti a favore della Lega, che solo in piccola parte riesce a rimpiazzare conquistando elettori del Pd.

La Lega Nord prende voti a tutto campo, come si vede dalla tabella. Il 5,5% del corpo elettorale arriva dal Pdl alla Lega, il 5,7% compie il passaggio dal M5s e il 2,2% arriva dal Pd.

Firenze 1 e Firenze 2

Nel collegio Firenze 1 il Pd ha perdite pesanti verso il M5s (4,0%), Leu (2,9%), Lega (2,0%) e astensione (1,7%). Il M5s, in modo non dissimile da Brescia, approfitta di questa perdita del Pd ma cede buona parte di questi voti alla Lega (2,5% del corpo elettorale) e verso l’astensione (2,6%).

 

Il Pdl perde quote rilevanti verso la Lega (2,2%), verso il Pd (2,0%) e verso l’astensione (1,1%). Scelta civica e alleati si riversano in buona parte sulla coalizione di centrosinistra. In questo caso ci sono vari partiti (il M5s, FI e la Lega) che recuperano quote di un certo rilievo dagli astenuti.

Dinamiche molto simili emergono nel collegio Firenze 2 dove il Pd cede a Leu una quota pari al 2,2% del corpo elettorale, al M5s una quota p 4 Il M5s perde verso l’astensione (qui il flusso è particolarmente significativo: il 3,3% dell’elettorato) e verso la Lega. La Lega risulta essere anche l’unica forza politica che riesce a recuperare una certa quota di elettori all’astensione.

Livorno

Livorno è una città che riveste un particolare interesse perché è uno dei pochi capoluoghi di provincia dove il M5s è al governo e può quindi essere giudicato anche sui “fatti”. Ebbene, qui il partito del sindaco Nogarin ruba una quota particolarmente consistente di voti al Pd (7,8% del corpo elettorale) e però al contempo subisce perdite significative verso l’astensione e verso la Lega. Il partito di Salvini risulta attrattivo anche nei confronti dell’elettorato Pdl e verso l’astensione.

Le dinamiche che si osservano nella città labronica sono dunque sostanzialmente simili a quelle viste negli altri centri finora considerati.

Napoli

A Napoli abbiamo compiuto stime su due collegi, il 5 (San Carlo) e il 6 (Ponticelli). Nel primo il Pd perde in tutte le direzioni (principalmente il M5s, a cui cede il 3,6% del corpo elettorale), riuscendo a recuperare quote di voti solo dalla ex- coalizione Monti e da Sel.

Il M5s risulta qui attrattivo anche nei confronti dell’elettorato del Pdl (a cui prende una quota di voti pari al 6,8% del corpo elettorale) e del non-voto (da cui recupera il 5,8% dell’elettorato, cedendone però a sua volta il 2,5%).

Anche nel collegio Napoli 6 il M5s riesce ad attrarre voti sia dal centrosinistra (Pd, Sel) sia dal centrodestra (Pdl). In questo collegio risulta poi particolarmente forte il recupero dal bacino del non-voto.

L’analisi dovrà essere approfondita con altre città (e nei prossimi giorni l’Istituto Cattaneo lo farà con nuovi comunicati), ma si può ipotizzare che, mentre al Centro-Nord il M5s ha aumentato di poco il suo bacino di voti perché ha subito la concorrenza della Lega, che in diversi contesti è riuscita a rubargli voti, al Sud ha visto crescere molto di più i suoi consensi perché questo concorrente è stato molto più debole.

Riassumendo i principali risultati dei vari partiti, possiamo osservare che…

 

– il Pd (fig. 1), il principale sconfitto di queste elezioni, perde quote rilevanti di voti a favore del M5s e spesso anche verso la Lega, l’astensione e Leu 7

 

– il M5s acquista voti dal Pd (fig. 2) ma, nelle città del Nord e del Centro, subisce significative perdite che favoriscono principalmente la Lega (fig. 3). È un processo congruente con dinamiche che negli anni scorsi si sono osservate in occasione di elezioni comunali e che potrebbero far parlare del M5s come di un “traghettatore” di voti dal centrosinistra al centrodestra.

Al Sud (dove occorrerà approfondire l’analisi con altre città) il M5s riesce a “rubare” voti anche a destra (ossia nel bacino elettorale del Pdl). Qui, il partito fondato da Beppe Grillo si rivela più che mai un partito “pigliatutti”, capace di attrarre voti da tutte le direzioni.

– la Lega è risultata (almeno al Centro-Nord) attrattiva a 360 gradi riuscendo a “rubare” voti non solo al suo alleato (l’ex-Pdl), ma anche ai cinquestelle, suoi avversari nel campo genericamente definito populista, e talvolta anche al Pd (fig. 4).

– l’elettorato Pdl subisce perdite verso l’astensione e verso i suoi alleati della LN (fig. 5).

Analisi a cura di Rinaldo Vignati (340-3758112) con la collaborazione di Francesca Basini, Pasquale Colloca, Michelangelo Gentilini, Mario Marino, Roberta A. Maida Fondazione di ricerca Istituto Carlo Cattaneo Tel. 051235599 / 051239766 Sito web: www.cattaneo.org 

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it