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Vimi Fasteners con la controllata Vimi Fasteners Inc punta all’espansione commerciale negli Usa

L'azienda attiva nelle soluzioni di fissaggio guarda Oltreoceano perché gli Stati Uniti continuano a correre

Pubblicato:06-02-2023 12:25
Ultimo aggiornamento:07-02-2023 11:07
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NOVELLARA (REGGIO EMILIA) – Vimi Fasteneres, attore globale per le soluzioni di fissaggio, quotata sul sistema multilaterale di negoziazione Euronext Growth Milan organizzato e gestito da Borsa Italiana, punta all’espansione commerciale negli Stati Uniti. L’azienda guarda Oltreoceano perché gli Usa continuano a correre: l’economia va veloce, segnando un aumento del Pil, anche nell’ultimo trimestre dell’anno. “Rimane la prima potenza industriale al mondo” spiega Marco Sargenti, amministratore della Vimi.

Vimi Fastneres controlla al cento per cento la Vimi Fasteners Inc, a Charlotte, nella Carolina del Nord. Vimi Fasteners Inc fattura già sul mercato americano il 10% del consolidato. “La nostra azienda ha negli Usa un avamposto commerciale dal 2019 – continua Sargenti – i nostri prodotti per il fissaggio servono aziende impegnate nei settori delle macchine industriali e dell’automotive. Qualità, flessibilità e competitività sono le chiavi di accesso al mercato americano. Crediamo sia giunto il momento di potenziare la nostra presenza”.

La penetrazione commerciale europea di cui è dotata l’azienda creerà nuovi input e benefici anche negli Usa. “Le attività di sviluppo del business che abbiamo in corso con i clienti globali, in Euorpa, avranno poi delle ricadute anche sul mercato americano. Perciò attendiamo di vedere risultati positivi, con un aumento del volume di affari in quell’area – spiega Sargenti – In contemporanea, per migliorare la penetrazione, è in atto una ricerca di distributori; mentre, è già istituita la figura del sales development manager, dedicata allo sviluppo delle vendite agli Oem”.


“Siamo da poco tempo negli Stati Uniti con Vimi Fasteners Inc – sottolinea il presidente Fabio Storchi – il lavoro da fare è molto ed impegnativo. Riteniamo però che non possiamo stare fuori dalla chiamata delle sirene americane. L’America, con pregi e difetti, rimane la prima potenza industriale al mondo. Non può che essere il nostro obiettivo”.

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