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Clima, Europarlamento al voto per accelerare i tagli alle emissioni di CO2

La legge istituirebbe anche un fondo di modernizzazione per migliorare i sistemi energetici degli stati membri

Pubblicato:06-02-2018 11:46
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:26
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ROMA – Nuove regole Ue per accelerare la riduzione delle emissioni di gas serra, attraverso il Sistema europeo di scambio delle quote di emissione (Ets) saranno sottoposte oggi alla votazione finale dell’Europarlamento.

Il progetto di legge, sul quale c’e’ gia’ un accordo informale con i ministri dell’Ue, prevede che la quantita’ totale di emissioni che le imprese Ue possono produrre, messe all’asta ogni anno nel sistema Ets, sia ridotta piu’ rapidamente. Inoltre, la capacita’ della riserva di stabilita’ del mercato Ets verrebbe raddoppiata con lo scopo di eliminare le quote di emissioni in eccesso e quindi di non far crollarne il prezzo.

Per promuovere l’innovazione a basse emissioni di carbonio, la legge istituirebbe un “fondo di modernizzazione” per contribuire a migliorare i sistemi energetici degli Stati membri a basso reddito e un “fondo di innovazione” per sostenere le energie rinnovabili, la cattura e lo stoccaggio del carbonio e i progetti sull’innovazione a basse emissioni.


Il sistema Ets dell’Ue introduce una soglia massima alla quantita’ totale di gas a effetto serra che puo’ essere emessa dai settori interessati dal sistema. All’interno di tale soglia, le imprese Ue ricevono o acquistano “quote di emissioni” (ovvero permessi di emissione di CO2) che possono, se necessario, scambiare tra loro.

La Commissione ha pubblicato il 15 luglio 2015 la sua proposta relativa alla fase IV dell’Ets. La proposta mira a conseguire l’obiettivo “minimo” Ue di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra del 40% per il 2030, proteggendo allo stesso tempo l’industria europea dal rischio di “rilocalizzazione” (ovvero lo spostamento delle industrie inquinanti in Paesi terzi con limiti meno rigorosi) e promuovendo l’innovazione e la modernizzazione dell’industria e del settore energetico dell’Ue nel corso dei dieci anni successivi al 2020.

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