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ROMA – “Possiamo proprio dire che Padre Pio e’ stato un servitore della misericordia. Lo e’ stato a tempo pieno, praticando, talvolta fino allo sfinimento, ‘l’apostolato dell’ascolto’“. Cosi’ Papa Francesco nel corso dell’udienza in Piazza San Pietro con i Gruppi di Preghiera di Padre Pio, i dipendenti della Casa Sollievo della Sofferenza e i fedeli dell’arcidiocesi di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo, a Roma in occasione della traslazione del corpo di San Pio da Pietrelcina per il Giubileo della Misericordia.
“Ha portato nel cuore tante persone e tante sofferenze, unendo tutto all’amore di Cristo che si e’ donato ‘fino alla fine’. Ha vissuto il grande mistero del dolore offerto per amore. In questo modo la sua piccola goccia e’ diventata un grande fiume di misericordia, che ha irrigato tanti cuori deserti e ha creato oasi di vita in molte parti del mondo”.
Papa Francesco si rivolge “ai gruppi di preghiera, che san Pio ha definito ‘vivai di fede, focolai d’amore’; non solo dei centri di ritrovo per stare bene con gli amici e consolarsi un po’, ma dei focolai di amore divino. La preghiera, infatti, e’ una vera e propria missione, che porta il fuoco dell’amore all’intera umanita’”.
La preghiera “non e’ una buona pratica per mettersi un po’ di pace nel cuore e nemmeno un mezzo devoto per ottenere da Dio quel che ci serve. Se fosse cosi’, sarebbe mossa da un sottile egoismo. La preghiera, invece, e’ un’opera di misericordia spirituale, che vuole portare tutto al cuore di Dio. È un dono di fede e di amore, un’intercessione di cui c’e’ bisogno come del pane”. Mentre “vi ringrazio per il vostro impegno, vi incoraggio, perche’ i gruppi di preghiera siano delle ‘centrali di misericordia’: centrali sempre aperte e attive”, conclude.
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