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Giornata del Suolo: perché il suo consumo “non è solo una questione ambientale”

Il monito di Legambiente a governo e cittadini: "Una perdita che costa fino a 9 miliardi di euro l'anno". Nel 2023 mangiati 20 ettari al giorno. Maglia nera a Veneto, Emilia Romagna e Lombardia

Pubblicato:05-12-2024 17:26
Ultimo aggiornamento:05-12-2024 17:29

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NAPOLI – “Il governo del territorio in Italia è ormai totalmente sguarnito di strumenti efficaci per evitare la crescita di disordine e degrado territoriale: la normativa urbanistica italiana è stata scritta ben 82 anni fa, in un Paese in guerra e in cui gran parte della popolazione viveva nelle campagne, e da allora si è proceduto per aggiustamenti, rattoppi e deleghe alle Regioni. Serve una legge per fermare il consumo di suolo e riordinare l’intera materia, che imposti principi e meccanismi di funzionamento generale, e che metta al primo posto l’efficienza delle trasformazioni, per prevenire rischio idrogeologico e perdita di quei preziosi servizi ecosistemici che solo un suolo sano è in grado di erogare”. È l’allarme lanciato da Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente, commentando, in occasione della Giornata mondiale del Suolo, i dati presentati da Ispra nel rapporto Snpa (Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente) “Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici”.

GLI OBIETTIVI

La Giornata mondiale del Suolo, istituita dalla Fao (organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura) nel 2014, si celebra ogni anno il 5 dicembre ed è dedicata alla sensibilizzazione globale sull’importanza di un suolo sano per garantire la sicurezza alimentare, sostenere la biodiversità, mitigare il cambiamento climatico e promuovere lo sviluppo sostenibile.
Obiettivi principali della Giornata mondiale del Suolo sono: aumentare la consapevolezza sull’importanza del suolo, promuoverne una gestione sostenibile contro pratiche agricole insostenibili, urbanizzazione incontrollata, deforestazione e inquinamento, incoraggiare la collaborazione internazionale tra governi, istituzioni scientifiche, agricoltori e cittadini.
Secondo il rapporto Ispra “il consumo di suolo rimane ancora troppo elevato, anche se con una leggera diminuzione rispetto all’anno precedente e continua ad avanzare al ritmo di circa 20 ettari al giorno, ricoprendo nuovi 72,5 km2 (una superficie estesa come tutti gli edifici di Torino, Bologna e Firenze). Una crescita inferiore rispetto al dato dello scorso anno, ma che risulta sempre al di sopra della media decennale di 68,7 km quadrati (2012-2022) e solo in piccola parte compensata dal ripristino di aree naturali (poco più di 8 km2, dovuti in gran parte al recupero di aree di cantiere)”.

VALLE D’AOSTA E LIGURIA LE REGIONI PIÚ VIRTUOSE, MAGLIA NERA VENETO ED EMILIA ROMAGNA

La Valle d’Aosta e la Liguria – secondo i dati Ispra – sono le uniche regioni sotto i 50 ettari: la Valle d’Aosta, con +17 ettari, è la regione che consuma meno suolo, seguita dalla Liguria (+28) che si contiene al di sotto di 50 ettari. Gli incrementi maggiori per l’ultimo anno si sono verificati in Veneto (+891 ettari), Emilia-Romagna (+815), Lombardia (+780), Campania (+643), Piemonte (+553) e Sicilia (+521).
Legambiente fa notare come da quando Ispra ha iniziato a compilare il suo rapporto sul consumo di suolo con cadenza annuale, 8 anni fa, la crescita di superfici urbanizzate è stata di quasi 500 chilometri quadrati, cioè più di tutte le superfici urbanizzate presenti in una regione delle dimensioni dell’Umbria, conteggiando case, fabbriche, centri commerciali, strade e piazzali.


LA QUESTIONE È ANCHE ECONOMICA

La questione, però, non è solo ambientale ma anche economica: nel 2023 la riduzione dell'”effetto spugna”, ossia la capacità del terreno di assorbire e trattenere l’acqua e regolare il ciclo idrologico, secondo le stime, costa al Paese oltre 400 milioni di euro all’anno. Un “caro suolo” che si affianca agli altri costi causati dalla perdita dei servizi ecosistemici dovuti alla diminuzione della qualità dell’habitat, alla perdita della produzione agricola, allo stoccaggio di carbonio o alla regolazione del clima.
Inoltre, se si considera la perdita del suolo avvenuta nel periodo tra il 2006 e il 2023, l’impatto economico viene stimato tra 7 miliardi e 9 miliardi di euro annui. Il valore perso di stock (ossia la perdita assoluta di capitale naturale) dello stesso periodo varia tra 19 e 25 miliardi di euro.

PERCHÈ  IL SUOLO “VALE”

La Giornata mondiale del Suolo è, dunque, un’occasione per riflettere sul ruolo cruciale del suolo nella nostra vita quotidiana e per agire per proteggerlo. Basti considerare che circa il 95% del cibo che consumiamo dipende dal suolo. Che il suolo filtra e immagazzina l’acqua, garantendo risorse idriche pulite, sequestra carbonio, contribuendo a mitigare i cambiamenti climatici e ospita circa un quarto delle specie viventi della Terra.
Ogni cittadino può contribuire a questa missione indispensabile. Come? Riducendo lo spreco alimentare, sostenendo pratiche agricole biologiche e sostenibili, partecipando a campagne di sensibilizzazione, riducendo l’uso di pesticidi e fertilizzanti chimici, proteggendo le foreste e il verde urbano.

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