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ROMA – Il prossimo 29 dicembre si terranno le elezioni legislative in Ciad. Un appuntamento elettorale importante, ma che divide: alcuni partiti di opposizione hanno già dichiarato la loro contrarietà, sostenendo la volontà di boicottarle poiché “non saranno né giuste né trasparenti”. Intanto i media locali riferiscono di manifestazioni di sostegno a Abeché, seconda città del Paese, per la decisione arrivata dal governo nei giorni scorsi, di porre “fine della cooperazione in materia di difesa siglata con la Repubblica francese”. Le foto rilanciate mostrano i dimostranti, chiamati in piazza dalle 8 di stamani dal sindaco Mahamat Saleh Ahmat Adam, esporre cartelli con su scritto “Tchad Hurra, France barra”, ossia “Ciad libero, Francia fuori”. La posizione è stata espressa in un documento, che porta la firma del ministro degli Affari esteri Abderaman Koulamallah, che chiude una collaborazione avviata nel 2019, ma “non interrompe le relazioni storiche e i legami di amicizia” con Parigi, che resta “un partner essenziale”. L’annuncio è arrivato il 29 novembre, giorno successivo al 66esimo anniversario dell’indipendenza del Ciad dalla Francia – dopo anni di dominio coloniale. La nota mette in luce tale ricorrenza ed evidenzia che per il Paese “è tempo di affermare la propria sovranità piena e completa, e di ridefinire i partenariati strategici in linea con le priorità nazionali”. Quindi, assicurando piena “collaborazione” per una “transizione armoniosa”, le autorità di governo si sono dichiarate “disponibili al dialogo costruttivo per esplorare nuove forme di partenariato”. Il giorno successivo, 1 dicembre, in un discorso televisivo alla nazione, il presidente Mahamat Déby Itno ha informato i cittadini della decisione, affermando che l’accordo fosse ormai “diventato obsoleto”.
Come evidenziano i media internazionali, la notizia è stata diffusa solo poche ore dopo la partenza del ministro degli Esteri Jean-Noël Barrot, che aveva trascorso l’intera giornata del 28 novembre e parte della precedente nel Paese. Secondo i media, nell’incontro tra i due ministri il tema della cooperazione militare non sarebbe stato affrontato, ma già in quella sede Koulamallah avrebbe invitato l’omologo Barrot a tenere presente che il Paese “è cresciuto e maturato”.
L’annuncio pone alcune questioni, a partire dalle modalità di disimpegno: si stima che siano migliaia i soldati francesi in Ciad, che hanno a più riprese destato le proteste di una parte della popolazione. La cooperazione militare infatti risale a ben prima del 2019: Radio France internationale calcola circa un secolo.
Il Ciad è un paese chiave per la stabilità del Sahel africano, crocevia di scambi commerciali e traffici illegali nella regione desertica, e sede anche di gruppi armati. Nell’aprile 2021, il generale e presidente Idriss Deby Itno, a capo del governo del Paese, è rimasto ucciso in uno scontro coi ribelli. Gli è succeduto il figlio Mahamat Idriss Déby, che ha assunto a sua volta la carica di presidente. Il Ciad ospita anche migliaia di rifugiati dal vicino Sudan: a fine novembre Barrot si era anche recato in visita nei campi profughi per valutare la situazione umanitaria.
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