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Le Pmi digitali sono pronte al metaverso? Meroi (Alfa Sistemi): “Utile nella formazione ma viviamolo con etica”

L'executive partner della società udinese di consulenza IT fa il punto sui possibili sviluppi che legano le imprese all'innovazione tecnologica

Pubblicato:05-12-2022 10:22
Ultimo aggiornamento:05-12-2022 10:22
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UDINE – Secondo le stime di diversi osservatori, e fra questi anche Mark Zuckerberg, gli utenti del Metaverso sarebbero circa 350 milioni, diffusi in 40 ambienti virtuali, concentrati soprattutto sul mondo del game e delle VR chat (stanze di realtà virtuale). Sul piano business, le cose vanno diversamente: negli Stati Uniti solo il 4% delle company ‘abita’ uno dei mondi del Web3, mentre il 75% è, per adesso, solo curioso. In Italia, le start-up attive o create proprio con destinazione Metaverso si contano sulle dita di due mani, si tratta di realtà che stanno esplorando gli ambiti legati alla blockchain e agli NFT (Non Fungible Token), che permettono di investire in arte digitale.

“Sono dati che ritengo in linea con quanto osserviamo e studiamo in aziend a- concorda Federica Meroi, Executive Partner di Alfa Sistemi, società udinese di consulenza IT – è un fenomeno che si guarda da lontano senza ancora prendere una posizione definita. Le aziende già presenti sono lì soprattutto per dare visibilità al proprio brand e per intercettare il segmento di clientela più ricettivo”.

Meroi cita una delle più recenti applicazioni concrete in ambito moda: “L’ultima Milano Fashion Week ha avuto il suo alter ego digitale, la MetaverseFashion Week, con eventi e flagship store appositamente pensati per l’universo digitale. Quindi sì, moda, ma anche e soprattutto entertainment, game”.


Solo marketing? L’esperienza della company friulana (con quattro sedi in Italia, Udine, Buttrio, Milano, Roma, e una a Bagkok), sebbene non così diffusa e praticata, segue un altro solco, finalizzato alla transizione digitale e all’evoluzione dei modelli di business. “La nostra prima forma di esperienza con il metaverso – spiega Meroi – l’abbiamo vissuta grazie a LEF (digital company di San Vito al Tagliamento, ndr), per finalità di education. Hanno sviluppato un’applicazione che, nel Metaverso, permette la formazione immersiva, per favorire la compresenza, e simulare, ad esempio, l’ambiente della fabbrica. Questa applicazione è stata presentata anche al Padiglione Italia all’Expo di Dubai. LEF è una fabbrica scuola, un modello a cui ispirarsi”.

Quale segnale, indicatore, può essere attrattivo per aziende come Alfa Sistemi? “La formazione è il tema più attuale – risponde Meroi – Va vissuto con interesse etico e culturale, considerando la tecnologia uno strumento e non un fine. Personalmente sono impegnata proprio su questo solco: la tecnologia è utile per generare valore e coinvolgere”.

“Il Metaverso affascina perchè ci rimanda all’immaginario della fantascienza – prosegue l’executive partner di Alfa Sistemi – ma è necessario rapportarlo con la realtà. Ritengo che le tecnologie non siano un pericolo, ma un’opportunità che le aziende possono cogliere per dare un valore aggiunto al proprio modello di business. Non mi riferisco al valore in termini di profitto. Ci dobbiamo interrogare su come dare significato senza cadere nel Fomo – Fear Of Missing Out – la tendenza a pensare ‘se non lo faccio, non ci sono'”.

È una sindrome che pare colpisca soprattutto i più giovani. E probabilmente anche le aziende digitali non ne sono immuni. “Attualmente – conclude Meroi – soffriamo la mancanza di risorse e siamo costantemente selezionando nuove competenze. Se ci saranno prossimamente esperti di Metaverso e delle tecnologie connesse, troveranno sicuramente occupazione. Noi siamo pronti ad accogliere la generazione Z”.

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