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Islam. Stop della Consulta alla legge lombarda anti-moschee, furia della Lega

Alla sentenza, già definita 'islamica' dall'ex ministro dell'Interno nonché leader nazionale della Lega Matteo Salvini, si susseguono le reazioni del mondo politico lombardo

Pubblicato:05-12-2019 18:48
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 16:43
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MILANO – La libertà religiosa garantita dall’articolo della Costituzione comprende anche la libertà di culto e, con essa, il diritto di disporre di spazi adeguati per poterla concretamente esercitare”, dunque “quando disciplina l’uso del territorio, il legislatore deve tener conto della necessità di dare risposta a questa esigenza” e soprattutto “non può comunque ostacolare l’insediamento di attrezzature religiose”.

Lo dice la Corte costituzionale, che di fatto con una sentenza uscita oggi smonta la legge sulla disciplina dei luoghi di culto introdotta dalla maggioranza di centrodestra lombarda, annullandone due disposizioni fondamentali: l’obbligatorietà di passare attraverso un piano per le attrezzature religiose prima di aprire qualsiasi luogo di culto, e la necessità di associare questo piano al Pgt, il Piano di governo del territorio.

Alla sentenza, già definita ‘islamica’ dall’ex ministro dell’Interno nonché leader nazionale della Lega Matteo Salvini, si susseguono le reazioni del mondo politico lombardo.


Si parte da Sesto San Giovanni, dove il Pd metropolitano attacca il sindaco forzista Roberto Di Stefano, ‘colpevole’ di una crociata contro il progetto di costruire nella cittadina alle porte di Milano la moschea più grande della Lombardia. Il primo cittadino di Sesto era arrivato ad annullare la convenzione con la comunità islamica locale. “Dopo anni di battaglie legali e propagandistiche, con esponenti nazionali arrivati a Sesto San Giovanni per dire ‘no alla moschea’ come Salvini e Meloni, oggi il Consiglio di Stato ha dichiarato che il Comune ha commesso un grave illecito”, dichiara la segretaria dem metropolitana Silvia Roggiani.

“Ora sindaco e giunta facciano le loro scelte rispettando il diritto e le libertà- rincara il segretario Pd di Sesto Nicola Lombardo- senza far pagare ai sestesi il costo di un illecito acclarato dai tribunali amministrativi”. Anche il vicecapogruppo dem in Senato Franco Mirabelli interviene duramente: “Il sindaco Di Stefano campione di legge e ordine ha commesso un grave illecito- afferma- speriamo che ora non debbano pagare i cittadini”.

Il consigliere Pd a Palazzo Pirelli Matteo Piloni punta invece il dito sulla Lega, che “ha usato la legge urbanistica per fini ideologici e ha creato enormi difficoltà ai comuni”. Difficoltà che, sostiene Piloni, hanno coinvolto “tutti i culti ma soprattutto quello cattolico che, per ovvie ragioni, ha maggiori necessità e possibilità di realizzare nuovi luoghi di preghiera e aggregazione”.

Non è dello stesso avviso Forza Italia, che corre in soccorso del proprio storico alleato di giunta sul territorio. “Una sentenza che lascia perplessi- evidenzia il capogruppo azzurro al Pirellone, Gianluca Comazzi- soprattutto se pensiamo alle centinaia di scantinati o spazi non a norma in uso a fantomatiche associazioni culturali che li trasformano in moschee abusive. Questi spazi garantirebbero invece un corretto esercizio del culto?”, si domanda.

Il Carroccio ovviamente è una furia. Il segretario regionale Paolo Grimoldi promette: “Vorrà dire che tra qualche mese, quando torneremo al Governo, ne faremo una nazionale di legge sui luoghi di culto, aggiungendo anche l’obbligo della trasparenza e tracciabilita’ sui fondi per sapere se le moschee sono pagate dalle fondazioni del Qatar o dei califfati più vicini al radicalismo, e l’obbligo di schedatura degli imam, così sapremo chi predica, chi è e da dove proviene”.

Interviene anche la protagonosta della legge in oggetto, l’allora assessore al Territorio regionale Viviana Beccalossi, già Fdi e ora nel gruppo misto. “Lascio ai giuristi le interpretazioni tecniche della sentenza, ma tutti devono ricordare che la legge del 2015 è stata emanata mentre nelle nostre città emergevano ovunque moschee abusive in scantinati e retrobottega- evidenzia- mentre in mezza Europa si viveva nel dolore e nella paura degli attentati terroristici”.

Beccalossi che poi rincara: “Facile parlare di libertà di culto per i musulmani in Italia, quando questa libertà- chiosa- è spesso pagata con la vita dai cristiani in tutto il mondo”.

FONTANA: STUDIEREMO DETTAGLIO MOTIVAZIONI CONSULTA

“Era giusto andare avanti, come avveniva in un paese in provincia di Cremona, con locali che di giorno erano macellerie islamiche e di notte moschee abusive? Secondo me, no. Non conosco nel dettaglio le motivazioni della Consulta sulla nostra legge (che studieremo a fondo) ma sono certo che la norma regionale intende contrastare chi non rispetta le regole e afferma e persegue i principi della sicurezza dei cittadini”.
Lo scrive sulla sua pagina Facebook il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, commentando la sentenza della Corte Costituzionale relativa alla legge regionale della Lombardia in merito alla destinazione degli spazi per le moschee e altri luoghi religiosi.

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