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Siria, Di Maio: “No all’aggressione della Turchia, sosteniamo l’Onu”

La Turchia "resta un alleato strategico e proprio per questo ci possiamo permettere di dire le cose che non vanno"

Pubblicato:05-12-2019 18:13
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 16:43

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ROMA – “La pace in Siria va raggiunta attraverso il dialogo politico e non attraverso le armi. Questo governo continuerà quindi a sostenere il processo di Pace delle Nazioni Unite”. Così il ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale Luigi Di Maio.

Al termine del colloquio bilaterale con l’Inviato Speciale delle Nazioni Unite per la Siria, Geir Pedersen, questo pomeriggio in Farnesina, Di Maio ai cronisti ha detto: “Ho espresso all’inviato Pedersen la gratitudine del governo italiano per l’avvio del Consiglio costituzionale, un primo passo importante”.

Il ministro ha proseguito: “Non ci sfugge la complessita’ di un conflitto che si protrae ormai da quasi nove anni. Siamo convinti che si possa risolvere tramite il processo politico ancorato alla risoluzione 2254 delle Nazioni Unite. Tale obiettivo- ha ribadito Di Maio- non puo’ essere raggiunto con la forza militare bensì attraverso i colloqui a Ginevra”.


Il capo della Farnesina ha assicurato che l’Italia non solo “appoggia il lavoro che l’Inviato conduce sul dossier per stabilire una pace duratura”, ma intende anche “portare avanti un’azione di sensibilizzazione in tutti i fori internazionali” circa l’importanza di tale processo. Il suo successo, ha evidenziato Di Maio, dipenderà dal fatto che tacciano “le armi sul terreno”.

Forte preoccupazione è stata infine espressa dal capo della Diplomazia per gli attacchi in corso nella regione di Idlib e contro obiettivi civili. “Dobbiamo continuare i nostri sforzi per fermare l’escalation perché a pagarne le conseguenze sono sempre i civili siriani”.

DI MAIO: NON SIAMO D’ACCORDO CON AGGRESSIONE TURCHIA

“L’atto unilaterale della Turchia in Siria- ribadisce Di Maio- non ci vede assolutamente d’accordo. C’e’ un processo di pace in corso ed è bene lasciare lavorare l’Inviato delle Nazioni Unite”.

La Turchia, ha proseguito Di Maio, “resta un alleato strategico e proprio per questo ci possiamo permettere di dire le cose che non vanno”.

DI MAIO: NO A RIMPATRI FORZATI DALLA TURCHIA

“È molto importante lavorare in modo coordinato con tutte le potenze presenti in quell’area”. Questa la risposta del ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, Luigi Di Maio, ai giornalisti che gli hanno chiesto la posizione del governo giallo-rosso sulla proposta dei Corridoi umanitari per i profughi siriani.

Di Maio, al termine di un bilaterale con l’inviato speciale Onu per la Siria Geir Pedersen, ha aggiunto: “L’appello che faccio a tutti, è di sostenere il processo di pace promosso dalle Nazioni Unite”.

Di Maio ha ricordato “il grande tema dei ricollocamenti. Abbiamo ribadito più volte che tutto si deve basare su due presupposti: il supporto umanitario e la volonta’ di tornare indietro. Anche nel dossier turco-siriano- ha evidenziato il ministro- abbiamo detto che non siamo d’accordo coi rimpatri se non sono volontari”.

DI MAIO: APRIREMO AMBASCIATA COI PARTNER, NO FUGHE IN AVANTI

“Nessuna fuga in avanti dell’Italia. Ci muoveremo insieme agli altri Paesi partner del processo di pace di Ginevra”, ha aggiunto Di Maio.

Sul tema, ha ribadito Di Maio, “non faremo passi in avanti se non coordinati coi partner che partecipano al processo di pace portato avanti dalle Nazioni Unite. Siamo al terzo incontro con l’inviato speciale per la Siria” ha ricordato il ministro, aggiungendo che l’Italia “seguirà con molta attenzione gli sviluppi del Comitato costituzionale promosso dall’Onu e ciò che accade sul terreno. Quando ci saranno le condizioni, si potrà valutare il rinvio dello staff diplomatico tutti insieme, senza fughe in avanti dell’Italia”.

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