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Basilicata, presentata mozione per la farmacia dei servizi

Lo scopo è quello di "garantire soprattutto ai residenti nelle zone più disagiate una serie di servizi provenienti direttamente dal territorio"

Pubblicato:05-12-2019 14:38
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 16:42
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POTENZA – “Valorizzare le potenzialità della farmacia dei servizi quale vero e proprio avamposto di prima assistenza sanitaria, in grado di garantire ai cittadini, soprattutto se residenti nelle zone più disagiate della regione, una serie di servizi sanitari provenienti direttamente dal territorio“. È l’obiettivo della mozione presentata dai capigruppo di Fratelli d’Italia, Giovanni Vizziello, e di Idea, Vincenzo Baldassarre, con la quale si impegna la giunta regionale a promuovere il nuovo modello della Farmacia dei servizi introdotto dalla legge 69/2009, utilizzando anche le risorse provenienti dalla Strategia per le aree interne.

I servizi da attivare riguardano l’accesso alle prestazioni del servizio sanitario, i programmi di prevenzione e di educazione sanitaria, il monitoraggio dell’aderenza alla terapia farmacologica, l’erogazione di prestazioni analitiche di prima istanza, l’assistenza domiciliare quale strumento ottimale di gestione della cronicità e la distribuzione per conto delle strutture sanitarie di farmaci altrimenti erogati a distribuzione diretta.

La mozione nasce dalla rilevazione “dei mutamenti epidemiologici e nuovi bisogni di salute particolarmente rilevanti in Basilicata, regione nella quale – hanno spiegato i consiglieri – si registra la più elevata percentuale d’Italia di cittadini residenti affetti da almeno due malattie croniche (cosiddetta multicronicità), vale a dire il 25,7 per cento dei residenti, ben cinque punti percentuali in più della media nazionale”.


In tale contesto, “la farmacia dei servizi – hanno concluso Vizziello e Baldassarre – si configura come vero e proprio avamposto di prima assistenza nelle aree cosiddette disagiate e cioè territorialmente marginali rispetto ai centri di erogazione dei servizi sanitari, contribuendo di fatto ad incrementare la fruibilità dei livelli essenziali di assistenza”.

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