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Il ‘sì’ conquista l’Africa, perde solo nella terra Masai

Stupisce come l'unico segno 'meno' in Africa sia proprio nel territorio battuto dal comitato ‘Kenya per il sì’

Pubblicato:05-12-2016 18:47
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 09:23

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masai_africa_ROMA – Beffardo fu il voto in Kenya, terra di Masai, battuta dal Fronte del Sì, ma poi fatale al momento del bisogno.

Nulla da fare infatti per il comitato ‘Kenya per il sì’ con base a Malindi, salito agli onori della cronaca due mesi fa in campagna referendaria.

I risultati registrati in Kenya sono impietosi, qui il Sì non ha sfondato nemmeno il muro del 40% ed è un dato in controtendenza sia col voto complessivo degli italiani all’estero (64,7%, oltre 720mila voti, contro il 35,3% del No, fermo a poco meno di 400mila), che con quello africano.


Solo il Kenya infatti si è ‘distinto’ negativamente in Africa. Il Sì non ha sfondato e si è fermato al 39,92%, una percentuale simile a quella complessiva, come a dire che il Kenya è stato il paradigma all’estero di questo referendum.

Sia chiaro: non sarebbe cambiato nulla nemmeno con un dato positivo in Kenya, ma stupisce come l’unico segno ‘meno’ in Africa- se si esclude la Nigeria dove il Sì ha praticamente pareggiato i conti (49,38%)- appartenga proprio al paese dei Masai. Su 2110 aventi diritto, infatti, si è presentato alle urne il 60,47%, 1235 elettori: 493 Sì e 742 No, che così vince con un largo 60.08%.

Nel resto del Continente è stato un trionfo del Sì, che ha raggiunto il 73% in Eritrea, 72% in Uganda e Burundi, il 71% in Repubblica Centrafricana, il 68% nello Zambia, il 66% in Marocco, il 65% in Algeria, Repubblica democratica del Congo e Angola, il 63% in Mali, il 62% in Namibia e Sudafrica, il 61% in Sudan, Camerun e Mozambico, il 60% in Ghana e Botswana, il 59% in Etiopia, il 56% in Egitto, il 55% in Senegal, il 53% in Madagascar.

Poi sostanziale pareggio, come detto, in Nigeria, e tracollo in Kenya dove non si raggiunge nemmeno il 40%. Spesso il Sì vince con piccoli numeri, come in Burundi (15 voti contro 10), Congo (58 contro 46) e Sudan (53 contro 33). Solo oggi, forse, diventano profetiche le parole di Matteo Renzi, che incalzato all’epoca sull’affare-Masai ammise: “Non me la sento nemmeno io, che pure ho la faccia tosta, di dire che i Masai voteranno sì”. Aveva ragione lui.

di Federico Sorrentino, giornalista professionista

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