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Sul Titano vince Adesso.sm, la coalizione ‘rivelazione’

SAN MARINO - La Repubblica di San Marino sceglie un nuovo governo e una nuova maggioranza, relegando all'opposizione il

Pubblicato:05-12-2016 15:31
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 09:23

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SAN MARINO – La Repubblica di San Marino sceglie un nuovo governo e una nuova maggioranza, relegando all’opposizione il Pdcs, Partito democratico cristiano sammarinese, primo partito del Paese. Con 9.482 voti e il 57,92% delle preferenze, Adesso.sm è quindi la coalizione nettamente vincitrice del ballottaggio: così si sono espressi i 17.022 mila sammarinesi che nella giornata di ieri si sono recati alle urne per la seconda volta in 15 giorni, per le elezioni politiche della piccola Repubblica.

Risultato quindi ribaltato rispetto al primo turno: la coalizione avversaria, San Marino prima di tutto, si è fermata al 42,09% delle preferenze con 6.889 preferenze, non confermando il vantaggio di dieci punti percentuali che era riuscita ad affermare il 20 novembre scorso. Lo scarto tra le due coalizioni risulta invece netto: a determinare la vittoria schiacciante di Adesso.sm, quindi di Ssd, Rf e C10, è stata infatti una differenza di 2.593 voti. Rispetto al numero dei votanti del primo turno, Adesso.sm che aveva ottenuto 6.105 preferenze ne guadagna 3.377 in più, mentre Smpt- quindi Pdcs, Psd e Ps- che aveva ottenuto 8.098 preferenze ne perde 1.201.

I partiti della coalizione adesso.sm

I partiti della coalizione adesso.sm

A determinare il risultato anche il calo dell’affluenza, rispetto al primo turno, del 9,59% degli elettori totali: per la popolazione residente la flessione è stata dell’11,64%, mentre per quella delle comunità estere del 5,54%. Ha votato il 72,24% della popolazione interna, solo il 7,23% degli elettori esteri. Con la vittoria di Adesso.sm e l’effetto del premio di maggioranza, si determina una nuova composizione del Consiglio Grande e Generale, il parlamento del Titano: dei 35 seggi della maggioranza, 14 spettano a Sinistra socialista democratica, 11 a Repubblica futura e 10 a Civico 10. I 25 seggi della minoranza sono invece divisi tra Smpt e Democrazia in movimento: la prima sarà rappresentata da 16 consiglieri, 10 del Partito Democratico cristiano sammarinese, 3 del Partito dei socialisti e democratici e altrettanti del Partito socialista, mentre la seconda coalizione avrà 9 seggi, 8 per Rete e uno per Md-Si.


San Marino manda a casa democristiani, democratici e socialisti in un colpo solo, mentre dà fiducia alla coalizione formata da una lista civica e due sigle nate poco prima dalle elezioni, una “di centro” e l’altra “di sinistra”.

Ma chi sono allora i vincitori e i perdenti del ballottaggio di ieri e delle elezioni politiche del Titano? “San Marino prima di Tutto” è la coalizione perdente che ha totalizzato il 42% dei consensi: a comporla in primis è il Pdcs, Partito democratico cristiano sammarinese, primo partito del Paese, che lo ha governato ininterrottamente negli 30 anni, con una breve parentesi all’opposizione nel biennio 2006-2007. Quindi il suo alleato di governo nell’ultima legislatura, il Partito dei socialisti e democratici.

Il Psd, che riunisce democratici e socialisti nella stessa casa, è reduce però da una pesantissima scissione ad un mese delle elezioni che lo ha decapitato della sua segreteria e di buona parte dell’area ‘Dem’, confluita nella prima lista della coalizione vincitrice, Ssd.

A monte della rottura, la decisione presa dalla maggioranza del Consiglio direttivo del partito di non proseguire nel percorso di aggregazione delle forze riformiste sammarinesi per confermare invece l’alleanza con il Pdcs.

La scissione ha compromesso l’esito elettorale, dimezzando i consensi dalle precedenti elezioni. Quindi, il Ps, Partito socialista, che ha fatto parte dell’opposizione nell’ultima legislatura. Tutte e tre le forze politiche rappresentano i tre partiti storici e tradizionali sammarinesi che, come nel resto del panorama politico dello Stivale, stanno pagando l’effetto della disaffezione dalla politica degli elettori, alimentata anche dal ciclone giudiziario che ha toccato ex esponenti politici di spicco con cui si è aperta l’ultima legislatura.

Tutti e tre hanno provato a reagire attraverso la spinta al rinnovamento della propria classe dirigente: questo ha consentito al Pdcs di confermare il suo primato nel Paese con quasi il 25% dei consensi, al Psd e al Ps di non scomparire dal panorama politico, garantendosi entrambi percentuali superiori al 7%.

A concludere la rosa della coalizione è anche la lista civica ‘Sammarinesi’ che però al primo turno non ha superato la soglia di sbarramento. Di certo la vittoria del 20 novembre scorso- che aveva garantito a Smpt 10 punti percentuali di distacco dai vincitori odierni- non è bastata a contenere il malcontento dell’elettorato rispetto alla coalizione ritenuta responsabile dell’ultima gestione di governo, per via della presenza determinante del Pdcs e della riproposizione dell’alleanza con il Psd- ancora alle prese con la recessione del Paese. Perciò i voti della terza coalizione che con il 23% dei consensi non ha passato il primo turno, Democrazia in movimento, malgrado il non supporto dichiarato ad entrambi i contendenti, sono stati intercettati solo dalla coalizione rivelazione delle elezioni 2016.

Adesso.sm infatti al secondo turno ha raggiunto il 58% dei consensi, contro il 31% ottenuto al primo. A comporla una lista civica, Civico 10, l’unica forza già presente in Consiglio, all’opposizione da un legislatura. Infatti Ssd e Rf sono due nuove sigle del panorama politico sammarinese.

Repubblica futura è la somma di due movimenti con un percorso politico decennale. Alleanza popolare è chi ha staccato la spina all’ultimo governo, mentre Upr è stata forza di minoranza nell’ultima legislatura, praticamente rivoluzionata a seguito del coinvolgimento dei suoi ex leader nelle inchieste che hanno coinvolto negli ultimi anni esponenti politici di spicco.

Entrambe le forze che hanno dato vita a Repubblica futura sono di estrazione moderata e centrista. Quindi Ssd, Sinistra socilista democratica, è la neolista nata con l’intento di aggregare le forze riformiste sammarinesi: tra le sue fila infatti figura la componente Dem fuggita dal Psd, ci sono i “LabDem”, ex Ps, e Sinistra unita, forza più a sinistra del panorama politico sammarinese. Ssd è inoltre la lista che si è affermata con più consensi nella sua coalizione, con il 12,11%, e che avrà un numero superiore di consiglieri in Aula, ben 14, e si presume anche un segretario di Stato in più rispetto ai suoi alleati. A fare la capofila quindi della coalizione vincitrice è decisamente una lista di “sinistra”.

A determinare la vittoria di Adesso.sm è stata la capacità delle forze di coalizione di presentarsi come alternativa e cambiamento responsabile, in antitesi a Smpt, individuata come depositaria dello status quo, ma anche contro ‘Democrazia in movimento’, terza coalizione del Paese, che raccoglie i movimenti Rete e Md-Si, il cui progetto di cambiamento non ha portato i voti necessari al ballottaggio. Proprio Democrazia in movimento si può inserire a buon titolo tra i perdenti del secondo turno: con la vittoria di Adesso.sm perde, per il premio di maggioranza, 6 seggi in Consiglio e la possibilità di fare un’opposizione ‘dura’ per i prossimi 5 anni. Sarebbe stato forse più facile e redditizio, in termini di consenso, portare battaglie in Consiglio grande e generale contro i partiti tradizionali e non contro una coalizione che già in campagna elettorale spronava al fair play e al dialogo con le opposizioni.

di Cristina Rossi, giornalista professionista

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