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Sardegna, oltre il 72% ha votato per il No al referendum

Il dato dell'isola segna un primato assoluto

Pubblicato:05-12-2016 11:41
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 09:23

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pigliaru_posterCAGLIARI – Con oltre il 72% di voti per il no, la Sardegna si conferma la regione che, con più forza, ha voluto bocciare la riforma costituzionale voluta dal Governo Renzi. Percentuali “bulgare” – addirittura il 73,98% in provincia di Oristano– per un voto che nell’isola assume significati politici che difficilmente non avranno conseguenze. Il no sardo alla riforma rappresenta una bocciatura per il Pd isolano, che nell’ultimo mese, grazie anche al lavoro del garante Gianni Dal Moro, aveva messo da parte le lotte intestine, per ricompattarsi attorno al sì al referendum, e condurre una massiccia campagna referendaria in tutto il territorio. E può rappresentare anche un giudizio sul presidente della Regione Francesco Pigliaru, che più volte, nell’ultimo mese, aveva espresso il suo giudizio favorevole alla riforma.

In attesa di un commento del governatore che dovrebbe arrivare in queste ore, le opposizioni (e non solo loro) non perdono tempo le opposizioni per attaccare l’esecutivo: “Sono servite a poco le frottole raccontate da Renzi mentre distribuiva le banconote del monopoli nelle sue recenti visite in Sardegna- il commento del segretario di Rifondazione comunista Giovannino Deriu- Il presidente del Consiglio dei ministri si è coerentemente dimesso. Faccia altrettanto il professor Pigliaru. Deve dimettersi e lasciare il campo alle elezioni regionali anticipate”. All’attacco anche il deputato e leader di Unidos Mauro Pili: “Una valanga ha travolto gli ignavi e i servi del sistema. Il dato della Sardegna segna un primato assoluto e questo attribuisce al dato sardo un valore speciale. In questo risultato vi è, infatti, una profonda ribellione del popolo sardo verso l’atteggiamento dello Stato che anche stavolta ha considerato la Sardegna una colonia utile ad imposizioni invasive e inaccettabili”.

Per Andrea Vallascas, deputato del M5s “i sardi hanno detto no, in modo chiaro e forte, a fronte di una campagna subdola e illusoria condotta da un’intera classe politica regionale guidata da Pigliaru, che ha scelto di assecondare la disciplina di partito piuttosto che gli interessi dei sardi”. A chiedere le dimissioni di Pigliaru anche Ugo Cappellacci, coordinatore regionale di Forza Italia: “Renzi si è dimesso, Pigliaru se avesse un briciolo di dignità, dovrebbe seguirlo a ruota, perché non solo ha tradito tutti gli impegni ma ha tradito i sardi sui principi fondamentali del nostro Statuto ed è rimasto solo”.


di Andrea Piana, giornalista professionista

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