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Grazie alla notevolissima crescita delle energie rinnovabili, le emissioni di gas a effetto serra dell’Ue sono diminuite di oltre l’8% nel 2023. La Commissione europea ha pubblicato infatti la relazione sui progressi dell’azione per il clima e si tratta del più marcato calo annuo degli ultimi decenni, con l’eccezione del 2020, quando la pandemia di Covid-19 comportò riduzioni delle emissioni del 9,8%. Le emissioni nette di gas a effetto serra sono oggi inferiori del 37% rispetto ai livelli del 1990, mentre nello stesso periodo il Pil è cresciuto del 68%, a dimostrazione della sempre crescente disassociazione delle emissioni dalla crescita economica. L’Ue rimane dunque sulla buona strada per mantenere l’impegno di ridurre le emissioni di almeno il 55% entro il 2030. “L’Ue è all’avanguardia nella transizione pulita”, ha commentato Wopke Hoekstra, commissario responsabile per l’Azione per il clima.
L’Italia è un Paese ‘forestale’, con questo tipo di aree che ricoprono il 37% del territorio – oltre 11 milioni di ettari – e una crescita annuale media di quasi 53mila ettari. Ma il nostro è anche il Paese dei paradossi e dei ritardi nella valorizzazione del proprio patrimonio forestale: utilizza infatti appena il 20% del legno proveniente dal prelievo nazionale e importa dall’estero l’80% del fabbisogno nazionale di materie prime di origine legnosa. Lo ha sottolineato Legambiente nel Report ‘Foreste 2024’. Ad oggi appena il 18% delle foreste ha un piano di gestione che assicuri il rispetto di stringenti requisiti ambientali, sociali ed economici, e solo il 10% delle foreste è ‘certificato’, contando anche la mancata pianificazione e vigilanza forestale. Per Legambiente “il Governo italiano continua ad andare in una direzione sbagliata”, come dimostra il rinvio del Regolamento che punta a frenare l’importazione di prodotti legati alla deforestazione, ma anche alla salvaguardia del legno arredo Made in Italy.
L’impegno italiano per l’Africa attraverso il Piano Mattei e i possibili sviluppi di cooperazione in ambito ambientale ed energetico nel Continente sono tematiche al centro dell’evento ‘Africa Green Growth Forum’ a Ecomondo, la manifestazione dell’economia verde e circolare italiana alla Fiera di Rimini. Attraverso il contributo di istituzioni nazionali e internazionali, aziende e rappresentanti africani viene raccontato lo stato di avanzamento di due tra i principali progetti supportati dal Piano Mattei. In Marocco, la costruzione di un Centro di eccellenza rivolto a tutto il Continente per la formazione dei nuovi professionisti esperti, amministratori e tecnici, nel settore delle energie rinnovabili e delle infrastrutture elettriche. In Kenya, invece, lo sviluppo della filiera dei biocarburanti, recuperando terreni abbandonati, inquinati o degradati, in sinergia con la filiera agroalimentare, valorizzando rifiuti e scarti in un’ottica di economia circolare e contribuendo allo sviluppo socioeconomico delle comunità coinvolte.
Una dieta vegana può arrivare a far consumare circa la metà dell’acqua dolce, produrre un quarto delle emissioni di gas serra e dell’inquinamento idrico, sfruttare un quarto del suolo e avere un impatto sulla biodiversità di un terzo rispetto ad una dieta onnivora (con 100 grammi di carne al giorno). Sono dati diffusi dal Wwf con la campagna ‘Our Future’, sottolineando che la salute umana non può prescindere da quella del Pianeta. Da uno studio europeo emerge come, sebbene la maggioranza dei consumatori europei si dichiari ancora onnivoro, sia in atto un importante cambiamento: il 51% dei consumatori di carne ha dichiarato di stare attivamente riducendone il consumo. In questa ricerca l’Italia è risultata al primo posto in Ue, insieme alla Germania, per la percentuale di persone (59%) che dichiara di mangiare meno carne. Il nostro Paese è ai primi posti in Ue anche per consumo e accettazione di proteine vegetali. Oggi, quasi il 10% della popolazione italiana si definisce ‘veg’, con circa un 7% di vegetariani e un 2% che ha scelto una dieta completamente vegana.
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