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VIDEO | A Roma e Milano le manifestazioni per la pace. Letta contestato: “Guerrafondaio”

Calenda dal corteo 'Slava Ukraini' di Milano: "Qui Letta non sarebbe stato contestato"

Pubblicato:05-11-2022 14:55
Ultimo aggiornamento:06-11-2022 16:46
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ROMA – Migliaia di persone sono giunte oggi a Roma munite di bandiere arcobaleno della pace, cartelli e striscioni per dire no alla guerra in Ucraina. Il corteo, promosso dalla piattaforma Europe for peace, è partito tra canti e slogan da piazza della Repubblica per giungere in piazza San Giovanni. All’evento era presente anche il segretario dem, Enrico Letta, che è stato oggetto di contestazioni: “Questa manifestazione è contro l’invio di armi in Ucraina, fuori i guerrafondai da questa piazza“.  Fischi e “buuuh” e “guerrafondaio” hanno accompagnato il leader Pd. “Oggi ci siamo sentiti a casa. Pochi estremisti non possono sporcare una bellissima manifestazione”, hanno fatto sapere fonti del Nazareno sulla contestazione.

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CALENDA: “LETTA A MILANO NON SAREBBE STATO CONTESTATO”

“Mi dispiace che Letta non sia qui, qui non sarebbe stato contestato”, ha dichiarato Carlo Calenda a margine della manifestazione ‘Slava Ukraini’ organizzata a Milano dal Terzo polo per sostenere la resistenza ucraina. “Qui c’è metà del Pd lombardo, nessuno avrebbe contestato Enrico Letta perché se c’è una cosa che va riconosciuta a Enrico Letta è la totale linearità sulla questione ucraina. E quindi qui sarebbe stato solo applaudito”.


LA MANIFESTAZIONE DI MILANO

Una manifestazione “non partitica” quella di Milano ma che ha visto gli interventi di tanti esponenti politici, dal senatore del Pd Carlo Cottarelli a Letizia Moratti, entrambi possibili candidati per la presidenza della regione Lombardia. Una piazza che “non vuole fare polemica” con la manifestazione per la pace di Roma, ma che non risparmia attacchi a un “Giuseppe Conte molto confuso, prima trumpiano, poi alleato di Salvini filo-putinista e oggi pacifista” o al Fatto Quotidiano, “che dall’inizio della guerra fa propaganda giustificando l’invasione”.

Mano tesa, invece, per Enrico Letta “che ha tenuto il Partito Democratico su un sentiero non facile di coerenza” e che “in questa piazza non sarebbe stato fischiato”, come avvenuto a Roma. Oltre alla polemica politica, i vari interventi delle associazioni ucraine che partecipano alla manifestazione chiedono una sola cosa: “una pace giusta” che si può raggiungere solo “con la sconfitta dell’invasore”. Quindi la richiesta è quella di “continuare a sostenere Kiev con l’invio di armi”, perché “solo così si potrà raggiungere la pace”.

LA MANIFESTAZIONE DI ROMA

Ad aprire la lunga marcia dei dimostranti da una piazza della Repubblica gremita, è stato lo striscione di EuropeForPeace, portato da giovani scout e della Comunità di Sant’Egidio.

Oltre seicento le realtà laiche e religiose – tra cui ong, sindacati, movimenti civili – che hanno aderito all’iniziativa che cade a otto mesi esatti da quella del 5 marzo, che culminò sempre a piazza San Giovanni in Laterano con decine di migliaia di persone. Anche in questa occasione le realtà promotrici sono Rete italiana pace e disarmo, Campagna Sbilanciamoci!, l’Associazione delle organizzazioni italiane di cooperazione e solidarietà internazionale (Aoi), e la carovana StopTheWarNow, che in questi mesi di guerra ha organizzato varie carovane in Ucraina.

L’obiettivo: denunciare l’aggressione russa in Ucraina e ottenere il cessate il fuoco immediato, il ritiro delle truppe russe e l’avvio di negoziati di pace con un forte impegno da parte dell’Italia, dei paesi occidentali e dell’Ue.

L’evento è apartitico, ma hanno aderito Alleanza Verdi Sinistra, Articolo Uno, Partito Democratico, Socialdemocrazia SD,áPartito del Sud-Meridionalisti Progressisti, Movimento Politico Libertas, Coordinamento 2050, nonché un gruppo di 17 europarlamentati guidati da Pierfrancesco Majorino del Pd.

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L’arrivo dei manifestanti in piazza San Giovanni è stato accolto dalla canzone “Heal the world” (cura il mondo) di Michael Jackson. “La coda del corteo è ancora a piazza della Repubblica”, ha scandito Sergio Bassoli di Rete pace e disarmo, tra le organizzatrici dell’evento, e dal palco, ha aggiunto: “purtroppo a 8 mesi dall’aggressione russa siamo ancora qua. Noi, il popolo della pace, continuiamo a sostenere la popolazione ucraina e tutte le vittime delle guerre. Ma non basta. Chiediamo lo stop immediato, i negoziati di pace tra Mosca e Kiev. Ma arrivare fin qui non è stato facile: da settimane, lavoriamo a una agenda di pace. Oggi la illustriamo. I giornali dicono tutti il contrario di tutto. Ma mentre questa piazza ancora non si è riempita, chiediamo di fermare questa guerra: condanniamo la Russia di Putin e sosteniamo gli ucraini”.

LANDINI: “NUCLEARE MINACCIA CONCRETA, ORA MEDIAZIONE

Il Mediterraneo comincia a riempirsi di sommergibili che hanno testate nucleari che potrebbero distruggere parte dell’Europa. Non è un pericolo, è una minaccia concreta ed è una cosa che noi dobbiamo assolutamente evitare. I governi dicano di no a questa logica“, dice il segretario della Cgil, Maurizio Landini, alla manifestazione per la pace a San Giovanni. “Il modo per fermare la guerra è la cultura della pace, questa manifestazione dimostra che è il tempo della politica, della mediazione e del coraggio. Non possiamo rassegnarci né abituarci alla guerra, occorre superare la guerra come strumento di regolazione tra i paesi e spostare la spesa dalle armi alla sanità, la cura e il lavoro”.

DE MAGISTRIS: “PUTIN, ZELENSKY, E DRAGHI CI HANNO PORTATO LA GUERRA

“Questa piazza vuole fermare i governi. Quei governi che non hanno cuore, visione e capacità per fermare la guerra in Ucraina. Putin, Zelensky, Biden, Ue, Nato, Draghi, Meloni e pure Letta e chi c’era prima al governo ci hanno portato fin qui. Ora solo i popoli possono spingere per un cambio di rotta, in Italia e in Europa”, dichiara alla Dire Luigi de Magistris, leader di Unione Popolare, presente al corteo per la pace in corso a Roma.

De Magistris guida, gli attivisti intorno scandiscono: “Giù armi, su salari, fondi a scuole e ospedali”. “Negli ultimi anni- continua l’ex sindaco di Napoli- sono stati speso 40 miliardi in armi. Anche di recente, nel giro di una notte, sono stati trovati soldi per le armi mentre si continua a tagliare su scuola, sanità, diritti. Questa è una vergogna. Gli italiani non vogliono questo: c’è una differenza enorme tra governo che mortifica la Costituzione e popolo che la rivendica”, conclude.

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