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Lega, Molinari: “Giorgetti ha chiesto scusa, piena fiducia a Salvini”

"Salvini era irritato per la serie di indiscrezioni giornalistiche che quotidianamente escono su presunte divisioni all’interno della Lega"

Pubblicato:05-11-2021 14:44
Ultimo aggiornamento:05-11-2021 14:44
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ROMA – “Giorgetti ha chiesto scusa, ha spiegato di essere stato mal interpretato, ha spiegato che si è espresso male, ha riposto troppa fiducia nel suo interlocutore, ha spiegato cosa voleva dire, ma se si è scusato ha capito che ha recato un danno al partito, anche perché questa settimana la Lega ha ottenuto la conferma dei referendum sulla giustizia, è la settimana in cui si è bloccato al Senato il DDL Zan, quindi ci sono state due vittorie della Lega ed invece si è finiti a parlare dell’intervista di Giorgetti, quindi qualcosa ha sbagliato”. Lo ha detto Riccardo Molinari, capogruppo alla Camera della Lega, ai microfoni di 24 Mattino su Radio 24.

“C’è stato un chiarimento- prosegue Molinari- e si è confermata la piena fiducia alla linea del Segretario, il pieno appoggio del Direttivo Federale al Segretario Salvini, il quale era irritato per la serie di indiscrezioni giornalistiche che quotidianamente escono su presunte divisioni all’interno della Lega, che è un po’ il gioco dei nostri avversari per dividerci, bisogna anche evitare di dare materiale per crearle queste divisioni e alimentarle”.

“Concordo con Romeo, il ruolo del Parlamento da quando c’è il governo Draghi dire che è compresso è un eufemismo. Il Senato- aggiunge Molinari- può discutere temi marginali che non sono nell’agenda del governo come il DDL Zan, ma tutto quello che viene dal governo arriva praticamente blindato, anche perché frutto di un accordo tra forze politiche molto differenti. Proprio per questo i margini in aula per modifiche non ci sono. Siamo entrati in un governo d’emergenza che agisce con una procedura di emergenza, ma questa non può diventare la normalità, sappiamo che anche con la legge di bilancio sarà così ma spero che la manovra sia l’ultima volta che il Parlamento non può toccare palla”.


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