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Il lockdown delle regioni ‘rosse’? Lì si produce un terzo del Pil

In lockdown sono finiti 16,4 milioni di persone e oltre 86 mila tra bar e ristoranti. E la Lombardia produce il 22% del Pil nazionale. L'analisi di Coldireitti

Pubblicato:05-11-2020 14:11
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 20:11
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ROMA – Nella quattro regioni finite in fascia rossa si produce un terzo del Pil nazionale. Lombardia, Piemonte, Calabria  e Valle d’Aosta sono state colpite dal ‘lockdown’ che interessa 16,4 milioni di persone, ovvero un italiano su quattro. A fare le prime analisi sull’impatto economico e sociale delle misure decise dal nuovo Dpcm è Coldiretti, che osserva come sia di fatto ‘chiusa’ “una componente determinante dell’economia del Paese che traina occupazione ed investimenti lungo tutta la Penisola, dall’industria al commercio fino all’agricoltura che in queste aree rappresenta una realtà strategica del sistema produttivo”.

La regina del Pil è la Lombardia (rappresenta il 22% del dato nazionale), che ha il primato tra tutte le regioni. I numeri delle altre Regioni chiuse sono: Piemonte 8% del Pil, Calabria il 2% e Valle d’Aosta 0,3%. La somma ammonta al 32%, appunto un terzo del Pil nazionale.

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CON RISTORANTI E LOCALI CHIUSI IN FUMO UN FATTURATO DA 22 MILIARDI

La Lombardia, poi, è anche tra le regioni con la spesa media mensile più elevata nel 2019 con 2.965 euro a famiglia. Il parametro della spesa risulta elevato anche per Valle d’Aosta (2.805 euro) e per il Piemonte (2.583 euro), mentre la Calabria è nel fondo della classifica con 1.999 euro mensili.

Diverso il discorso per la spesa alimentare, dove sono i calabresi a spendere di più con 545 euro al mese a famiglia (i valdostani 539 euro, mentre piemontesi e lombardi si fermano a 517 euro). In Lombardia e Piemonte, una forte voce di spesa è data dai consumi fuori casa, visto che si contano oltre 51mila e quasi 24mila locali della ristorazione. Locali che però ora in base alle nuove misure non potranno lavorare, se non per l’asporto. Considerate le quatto regioni ‘rosse’ si tratta, sottolinea Coldiretti, di quasi 86.647 ristoranti, bar, mense e pizzerie che vedono il fatturato annuale (22 miliardi) praticamente azzerato. A soffrire, a catena, osserva Coldiretti, sarà tutta la filiera a causa del taglio delle forniture di alimenti e bevande: saranno colpite anche le aziende agricole ed alimentari per le quali è necessario prevedere adeguati ristori.

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