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Metalmeccanici, lo sciopero è “un successo”: “Federmeccanica surreale, apra le trattative”

Scioperi in tutta Italia, presidi davanti le aziende e collegamenti live per la mobilitazione dei metalmeccanici che chiedono il rinnovo del contratto scaduto da oltre un anno

Pubblicato:05-11-2020 13:55
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 20:11
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https://www.youtube.com/watch?v=M-gqm1gBTcc&feature=youtu.be

RE DAVID: “ADESIONE DI MASSA ALLO SCIOPERO”

“Le notizie che ci arrivano dell’Emilia Romagna, Veneto, Abruzzo e da Leonardo sono molto positive”. Lo dice la leader della Fiom, Francesca Re David, interpellata in piazza dell’Esquilino in occasione dello sciopero di 4 ore dei metalmeccanici.

I lavoratori e le lavoratrici hanno aderito in massa allo sciopero. Sono in corso tanti presidi, da Roma ci colleghiamo con 9 piazze. L’importante- conclude la sindacalista- e’ che i metalmeccanici contribuiscano al rinnovo del loro contratto, mettendo in campo la loro mobilitazione e la risposta e’ positiva”.


RE DAVID: DA FEDERMECCANICA ATTEGGIAMENTO SURREALE

Ci aspettiamo che Federmeccanica cambi posizione e apra le trattative“, continua Re David, in conferenza stampa al presidio a sostegno della vertenza per il rinnovo del contratto. Per la sindacalista e’ “surreale che Federmeccanica non riconosca il rinnovo del contratto che e’ un diritto imprescindibile. È surreale che non riconosca il salario.
Scioperiamo per il salario– sottolinea Re David- perche’ e’ necessario far ripartire il mercato interno. E’ necessario redistribuire”.

Rispetto all’adesione la leader della Fiom cita Mittal di Genova con il 60%, Leonardo Caselle a Torino 90% tra gli operai e 60% tra gli impiegati. Insomma, “c’e’ forte adesione e convinzione”.

metalmeccanici cgil cisl uilUILM: SCIOPERO RIUSCITO, CONTRATTO FA DA APRIPISTA

“Dalle informazioni che abbiamo lo sciopero e’ pienamente riuscito“. Lo dice il leader della Uilm, Rocco Palombella in conferenza stampa in piazza dell’Esquilino in occasione dello stop di 4 ore dei metalmeccanici. Per il sindacalista “il rinnovo del contratto dei metalmeccanici ha sempre rappresentato elementi di merito e di tutela che hanno fatto da apripista per gli altri“.

BENAGLIA: NON SI PUÒ ASPETTARE, RINNOVARE CONTRATTO

Lo sciopero dei metalmeccanici “non e’ anacronistico ne’ velleitario: vuole recuperare un tavolo di trattativa che affronti i temi del salario e dei diritti dei lavoratori in chiave moderna“. Lo dice il segretario della Fim Cisl, Roberto Benaglia.

“Lo sciopero di oggi e le manifestazioni dei metalmeccanici – sottolinea-assumono un doppio significato: il primo, alla viglia dei nuovi provvedimenti che chiudono le citta’ e le grande pressioni da parte dei sindacati per garantire l’occupazione, tenere aperte le aziende, far ripartire l’industria metalmeccanica, dare prospettive al settore. Il secondo motivo- conclude Benaglia- e’ il rinnovo del contratto che, dopo un anno dalla scadenza, non puo’ piu’ attendere: questo e’ il momento di rinnovare il contratto”

https://www.youtube.com/watch?v=U0H7BWQC87I&feature=youtu.be

SCIOPERO A ‘RETI UNIFICATE’, A BOLOGNA “È RIUSCITO”

Oltre il 90% di adesioni in Lamborghini, Bredamenarini, Kemet, Alberto Sassi, l’85% in Bonfiglioli Riduttori e in Fini Compressori. I primi dati sullo sciopero nazionale dei metalmeccanici a Bologna confortano Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm-Uil sulla riuscita della mobilitazione, la prima ‘social’ e digitale della storia del sindacato.

“Lo sciopero e’ riuscito”, assicura il segretario delle tute blu della Cgil di Bologna, Michele Bulgarelli dal presidio allestito a Borgo Panigale di fronte alla sede di Ducati. Sul maxischermo piazzato di fronte all’ingresso della fabbrica si susseguono i collegamenti con gli altri presidi e con le altre aziende della regione mobilitate per lo sciopero nazionale.

Ha pagato la scelta di tenere i presidi collegati a distanza, ma con una narrazione unica: c’e’ un appello molto chiaro che arriva dai cancelli delle fabbriche a riaprire un negoziato che affronti anche il tema salariale”, spiega Bulgarelli.

In questi ultimi giorni abbiamo visto delle brutte piazze, con episodi non belli. Oggi c’e’ una piazza del lavoro e dei diritti, pacifica ma determinata”, rivendica il segretario della Fiom. “Abbiamo visto il moltiplicarsi degli appelli degli imprenditori bolognesi che dicono che bisogna trovare una soluzione. Bisogna che Bologna e l’Emilia alzino la voce perche’ qui una ripresa e’ possibile, molte aziende stanno recuperando i mesi persi”, scandisce Bulgarelli.

Chiediamo a Federmeccanica la riapertura del tavolo per arrivare a un accordo sul contratto. Bologna puo’ dare un contributo importante soprattutto sul modello partecipativo: abbiamo fatto accordi sindacali anche ieri per garantire i lavoratori, lo smart working, la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. Bologna puo’ contribuire con l’esperienza di una grande contrattazione aziendale che deve essere recepita anche a livello nazionale”, evidenzia il segretario della Fim-Cisl di Bologna, Roberta Castronuovo.

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“Stanno arrivando dati importanti dalle aziende sull’adesione allo sciopero, con aziende oltre l’80% di adesioni e una media, per ora, del 60%. Adesso ci attendiamo che il segnale arrivato con lo sciopero sia considerato nel modo giusto dagli imprenditori e che comincino a segnalare a Federmeccanica e a Confindustria che il luogo dove si fanno le discussioni e’ quello della trattativa, non sono sicuramente le dichiarazioni del presidente Bonomi“, ammonisce Paolo Da Lan, segretario della Uilm di Bologna.

Lo sciopero a Bologna tocca il picco del 90% di adesioni nei reparti produttivi della Ducati Motor, della Comesa, della Toyota, alla Effer, in Oskar Marcegaglia, alla Varvel, in Profilati e a La Fortezza. Adesioni tra l’80 e l’85% alla 3F Filippi, alla Corazza, alla Kone, alla Sasib ed alla Motori Minarelli. Adesioni al 60% in Gd e in Ima, alla Ducati Energia e in Acma, in Assa Abloy, alla Beghelli e alla Carpigiani, in Forgia Rapida e alla Galletti, in Hp Hydraulic, Logomat, Meccanica Sarti e OMT Tartiarini, Site e Spt.

Intanto, in collegamento dai cancelli della Goldoni, storica azienda modenese produttrice di trattori, in concordato preventivo in attesa di un acquirente che la salvi dalla chiusura, parla il segretario regionale della Fiom, Samuele Lodi. “Le crisi e le speculazioni finanziarie non si possono sempre scaricare sui lavoratori, penalizzati dal livello troppo bassi dei salari, uno dei punti fondamentali nella vertenza per il rinnovo del contratto di Federmeccanica”, ricorda.

“Dalla Ducati vogliamo dare un segnale di forza della protesta”, dice Toto’ Carotenuto, delegato Fiom nella rsu della casa di Borgo Panigale. “Al tavolo della trattativa abbiamo un rappresentate della Ducati: ecco, vorremmo facesse cambiare idea a Federmeccanica sugli aumenti salariali, che abbiamo chiesto perche’ ormai sta diventando difficile arrivare alla fine del mese, soprattutto per chi lavora in piccole aziende senza integrativi. Da qui oggi inizia una lunga battaglia se Confindustria non riaprira’ il tavolo della trattativa”, conclude.

https://www.youtube.com/watch?v=FgeJLWLb59M&feature=youtu.be

A MODENA CONFINDUSTRIA E GOLDONI ‘ASSEDIATE’

“Assedio a Confindustria”. È il motto oggi dei sindacati dei metalmeccanici a Modena e provincia, e in particolare della Fiom-Cgil, nella giornata dello sciopero per il rinnovo del contratto nazionale dei metalmeccanici. I lavoratori si sono trovati dalle 10.30 alle 12 in presidio davanti alla sede di Confindustria Emilia, in via Zucchi 21 a Modena: l’hanno circondata, pacificamente, rispettando comunque le regole anti-Covid.

L’altro presidio territoriale nell’ambito della mobilitazione sul contratto si e’ consumato davanti alla Goldoni di Migliarina di Carpi, in collegamento virtuale con le piazze degli altri territori emiliano-romagnoli, dove da due mesi sindacati e Rsu stanno facendo pressione per chiedere alla proprieta’ cinese di aprire agli acquirenti tutelando l’occupazione e l’indotto.

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A GENOVA PRESIDIO DAVANTI A FINCANTIERI

A rinunciare alla protesta proprio non ce l’hanno fatta. I metalmeccanici genovesi si sono concentrati, gia’ da stamattina alle sei, davanti ai cancelli di Fincantieri, a Sestri ponente, per aderire allo sciopero generale proclamato oggi in tutta Italia. Il questore ha vietato la manifestazione sotto la sede di Confindustria, ma la Fiom non demorde.

“Non possiamo manifestare- afferma il segretario Bruno Manganaro- ma possiamo scioperare e lo facciamo con grande dignita’. Otto ore di sciopero per il contratto dei metalmeccanici e contro l’arroganza di Federmeccanica: l’aumento dell’8% dei salari viene negato, ci hanno detto zero, di fronte ai padroni che da inizio anno hanno gia’ ricevuto 50 miliardi e che ne riceveranno ancora decine. Noi non ci stiamo. Otto ore a Fincantieri, alla Dewave, alle Riparazioni navali, ad Adib, alle linee di zincatura di ArcelorMittal, quattro ore in tutti gli altri stabilimenti”.

https://www.youtube.com/watch?v=kVkEbNCqb4c&feature=youtu.be

UN CENTINAIO DI MANIFESTANTI CON FIOM, FIM E UILM A MILANO

Fiom, Fim e Uilm in piazza questa mattina anche a Milano, nell’ambito della giornata di sciopero nazionale di 4 ore dei metalmeccanici. Un centinaio di persone si e’ ritrovato sotto la sede di Assolombarda di via Pantano per chiedere lo sblocco nella trattativa per il rinnovo del contratto dei lavoratori del settore.

“Parlando di contratto nazionale parliamo delle condizioni delle persone che lavorano” afferma alla ‘Dire’ Roberta Turi della Fiom Milano. “Una condizione che oggi e’ particolarmente gravosa. Basti pensare a cosa significa lavorare con le mascherine in fabbrica“.

Nel mirino dei sindacati c’e’ lo stallo della trattativa sul rinnovo, ad un anno dalla presentazione da parte dei confederali di una piattaforma unitaria alle controparti datoriali, Federmeccanica ed Assistal. I sindacati chiedono un aumento salariale di 140 euro mensili nel triennio, le aziende rispondono offrendo una somma inferiore a 40 euro. “Le aziende in questi mesi hanno fatto profitti, hanno guadagnato”, continua Turi. “Nelle fasi di difficolta’ noi ci siamo rimboccati le maniche, ma nel momento in cui ci sono guadagni questi devono essere redistribuiti. È una questione di giustizia sociale”, conclude.

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