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Sondaggio Dire-Tecnè: 8 romani su 10 bocciano Raggi, Meloni e Calenda in testa

Presentato oggi nella Sala Caduti di Nassirya del Senato, a Palazzo Madama

Pubblicato:05-11-2019 15:02
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:55

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ROMA – Otto romani su dieci bocciano la sindaca Virginia Raggi e la sua Giunta e non la rivoterebbero alle prossime elezioni, dove la favorita in caso di candidatura sarebbe la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, seguita da Carlo Calenda e Alessandro Di Battista. A pesare sull’insufficienza affibbiata dai cittadini all’amministrazione M5S sono la situazione dei rifiuti, delle strade, del traffico e dei trasporti, oltre a una qualità di vita percepita in costante calo. Sono alcuni dei risultati del sondaggio realizzato da Tecnè per l’Agenzia DIRE sulle intenzioni di voto a Roma in vista delle elezioni amministrative 2021, sia per quanto riguarda le liste che i possibili candidati a sindaco, presentato oggi nella Sala Caduti di Nassirya del Senato, a Palazzo Madama, dal direttore dell’Agenzia DIRE, Nico Perrone, e dal direttore scientifico di Tecnè, Carlo Buttaroni. Presenti anche i senatori Bruno Astorre (Pd) e Paola Binetti (Udc) e i capigruppo del Campidoglio Andrea De Priamo (Fdi) e Maurizio Politi (Lega).


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LE INTENZIONI DI VOTO 

Per quanto riguarda le intenzioni di voto ai partiti, il Pd si confermerebbe primo partito a Roma con il 24% dei voti. Exploit di Fratelli d’Italia, al 20%, con Lega e M5S appaiati sul gradino più basso del podio al 18%. Molto più indietro +Europa e Forza Italia, entrambi al 6%, Italia Viva con il 3% e La Sinistra con il 2% (altri partiti 3%). Significativo il dato dell’astensione, che raggiunge il 41%. Per quanto riguarda i candidati a sindaco, oltre ai già citati dati su Raggi, il sondaggio ha esplorato altre tre possibili figure. Per il Movimento Cinque Stelle l’alternativa vagliata è quella di Alessandro Di Battista: il nome del ‘pasionario’ del M5S viene però promosso solo dal 12% degli intervistati, mentre il 65% lo boccia (il 23% non risponde). Per il centrodestra l’ipotesi sondata è quella di Giorgia Meloni: giudizio positivo per il 27%, negativo per il 54% (il 19% non si esprime).

Il centrosinistra nel sondaggio è rappresentato da Carlo Calenda: il 20% dei cittadini interrogati ne giudica positivamente la candidatura, il 56% dà un voto inferiore al 6 (il 24% si astiene). In una corsa a tre al primo turno, Giorgia Meloni sarebbe avanti con il 27%, inseguita da Calenda al 19%. Per il M5S al variare del candidato le cose cambierebbero di molto poco: Raggi raccoglierebbe il 10%, Di Battista l’11. Nelle sfide a due, Meloni risulta vincitrice in ogni duello: Raggi e Di Battista raccoglierebbero rispettivamente il 12 e il 13% con Meloni staccata al 28% (astensione tra gli intervistati rispettivamente al 60 e al 59%), solo Calenda in un eventuale ballottaggio potrebbe impensierire la leader di Fdi, con il 20% a fronte dello stabile 28% di Meloni (l’astensione in questo caso scende al 53%).

LA QUALITÀ DELLA VITA 

Il 58% dei romani giudica bassa la qualità della vita nel proprio Municipio (picchi del 73% in XV, del 65% nel X e del 64% in IV, V e VIII), solo il 39% la reputa sufficiente (il 60% in XIII, unico a superare il 50%), appena il 3% la vede come elevata (dal 7% in XIV fino alla totale assenza di giudizi molto positivi in III). Rispetto allo scorso anno, oltre la metà degli stessi intervistati (il 52%) giudica la situazione peggiorata, mentre per il 46% è invariata e solo il 2% ha notato un miglioramento. Per i prossimi 12 mesi il 56% non si aspetta alcun cambiamento né in meglio né in peggio, mentre uno su quattro (il 26%) prevede un peggioramento e appena il 3% un miglioramento. Per quanto riguarda la situazione economica cittadina, per il 54% negli ultimi 12 mesi è invariata, per il 44% peggiorata e per il 2% migliorata; per il prossimo anno il 53% non si aspetta cambiamenti, il 26% si attende un peggioramento e il 3% un miglioramento.

I SERVIZI NELLA CAPITALE 

I romani bocciano in blocco tutti i servizi erogati dall’amministrazione comunale: a salvarsi sono solo gli eventi culturali e di intrattenimento (con un indice di apprezzamento – voti da 6 a 10 – pari al 53%) e la cura del patrimonio artistico e culturale (52), vicini alla sufficienza anche i servizi al turismo (47) e la cura del Centro storico (45). I tasti più dolenti sono quelli legati anche alla stretta attualità: l’86% dei romani boccia (voti da 5 a 1) la raccolta e gestione dei rifiuti urbani, l’85% stronca la manutenzione di strade e marciapiedi e l’83% la situazione del traffico e dei parcheggi. Bassissimo anche l’indice di gradimento del trasporto pubblico tra autobus e metro, bocciato dal 75% dei cittadini dell’Urbe, così come gravemente insufficienti vengono giudicati la gestione dell’immigrazione (71%), le politiche per la casa 66%), l’efficienza dei servizi della Pa (70%) e i servizi per anziani e disabili (67%). Male anche la sicurezza (64%), la cura dei quartieri (73%), il decoro e l’illuminazione (73%), i servizi scolastici (60%), la cura del Litorale (56%), e la cura del verde e dei parchi pubblici (54%). Una ‘classifica’ che viene rispecchiata anche quando agli stessi intervistati viene chiesto quali debbano essere le priorità su cui concentrare l’azione amministrativa a Roma: il 48% dei romani indica la gestione dei rifiuti come priorità assoluta, seguito a distanza dal 15% che punta il dito sulla manutenzione di strade e marciapiedi e dal 9% che preferirebbe interventi immediati sui trasporti. 

IL GIUDIZIO SULLA GIUNTA RAGGI 

L’82% dei cittadini romani boccia sonoramente l’operato della Giunta capitolina, solo il 9% gli assegna un ‘6’ e appena il 4% si spinge oltre, con un voto da 7 a 10. Stessa tendenza riguarda il giudizio personale sulla sindaca Virginia Raggi: l’82% le assegna un voto da 5 in giù, mentre le sufficienze sono ferme al 15%. Una valutazione fortemente influenzata dall’opinione dei cittadini rispetto al programma presentato dalla prima cittadina all’inizio del mandato: per il 50% degli intervistati Raggi non ha realizzato nulla di quanto promesso, per il 36% ha fatto poco, solo per il 9% ha realizzato in gran parte il programma. In termini ‘elettorali’, il giudizio negativo è ancora più evidente: in caso di elezioni, l’80% non voterebbe per Raggi (lo farebbe solo il 10%).

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